AlbinoLeffe, Andreoletti: " Se c'è un colpevole sono io"
Fonte: tuttoalbinoleffe
Cosi il presidente bluceleste Gianfranco Andreoletti intervistato da AlbinoLeffeNews.com
Siamo alla vigilia di un trittico decisamente impegnativo contro due formazioni in lotta per la promozione (Pescara in casa e Padova fuori) con l’intermezzo della gara di recupero infrasettimanale, ospiti di un’avversaria diretta nella lotta per la salvezza. Ritiene che questo passaggio possa essere determinante per la stagione dell’AlbinoLeffe?
"Il campionato è ancora lungo, ma è chiaro che ogni partita è occasione per fare punti. Dovremo cercare di capitalizzare al meglio le nostre prestazioni, cosa che non siamo riusciti a fare nelle 25 partite finora disputate, nel corso delle quali abbiamo perso tante occasioni per migliorare la nostra classifica. Abbiamo necessità di invertire questa tendenza. Tutte le restanti partite sono importanti e per questo motivo sento la necessità di chiedere a coloro che amano l’AlbinoLeffe di venire a sostenerci con il sano entusiasmo di sempre, perché i nostri giocatori stanno dimostrando di lavorare con serenità e impegno. Il loro desiderio è quello di poter regalare ai propri tifosi le soddisfazioni che meritano".
Nelle passate stagioni, anche recenti, l’Albinoleffe ha saputo ritrovarsi e perfino esaltarsi al cospetto di formazioni di rango, superando i momenti di difficoltà e ritrovando convinzione nei propri mezzi. C’è da sperare che accada ancora, magari a partire da sabato contro il Pescara?
"I prossimi tre impegni sono certamente difficili, non impossibili. E’ importante che i nostri ragazzi interpretino al meglio la partita mettendo in pratica gli insegnamenti del mister. Il cambio di allenatore ha significato anche una trasformazione radicale dal punto di vista tattico. Veniamo da due gare a mio avviso ben giocate, contro Varese e Sampdoria, dove la squadra ha fatto vedere cose buone. C’era, evidentemente, ancora da mettere a punto qualche meccanismo che poi ha finito per fare la differenza e incidere sul risultato. Ora spero che si possa muovere la classifica. Nella gara di andata a Pescara siamo stati umiliati con cinque reti al passivo. Mi auguro prevalga la voglia di riscatto".
A suo avviso cosa è mancato alla squadra perché potesse occupare una posizione di classifica più tranquilla?
"Sicuramente abbiamo sbagliato qualcosa, ma se c’è un colpevole questo semmai è il presidente. Tuttavia, so di poter ottenere il massimo impegno da tutti, in ogni circostanza, in un’atmosfera di confronto aperto e rispettoso, basato sulla reciproca stima. Noi abbiamo una identità di cui andiamo fieri e con essa vogliamo continuare a fare la nostra parte in questa categoria che ci vede protagonisti da nove stagioni".
L’aspetto motivazionale non manca, forse si dovrebbe iniettare maggiore fiducia?
"I risultati positivi fanno la differenza perché consentono di affrontare la gara successiva con un livello di autostima e tranquillità superiori, aiutano a dosare le forze e a non aver paura di sbagliare. Noi abbiamo lasciato per strada punti che, per quanto visto in campo, avremmo meritato ampiamente. Il calcio è bello e imprevedibile, ma soprattutto si basa su poche cose essenziali. Ecco perché dico che questo è il momento in cui la squadra ha bisogno di sostegno per superare l’attuale situazione. Abbiamo bisogno di uno scatto in avanti per rilanciarci. Diciamo pure che è giunto il momento che gli episodi girino a favore"
Che gara si aspetta contro l’undici di Zeman, che è una macchina da gol?
"Salvioni ben conosce le caratteristiche dell’avversario. Il nostro allenatore preferisce concentrarsi sul nostro modo di interpretare il gioco, che presuppone l’assimilazione di schemi e movimenti con i tempi giusti. Vedo una preparazione assidua e convinta da parte dei giocatori e questo mi rende ottimista. Una sensazione che vorrei trasmettere a tutti i nostri sostenitori".
In definitiva, qual è il punto di forza dell’Albinoleffe?
"La capacità di crederci fino in fondo e mai mollare, poggiando sui principi che sono il fondamento della società bergamasca: lavoro, lavoro, e ancora lavoro".