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Atalanta, Colantuono la spunta. Primo obiettivo: convincere la piazza

di Luca Iannone
Fonte: tuttoatalanta.com

Il dado è tratto, la decisione piovuta come un fulmine a cielo tutt'altro che sereno in mezzo al bailamme del calcioscommesse. Stefano Colantuono ce l'ha fatta: la panchina dell'Atalanta, a missione compiuta, è ancora sua. E non per una sola stagione ancora, si badi bene. L'estensione del contratto, firmata venerdì mattina dopo i primi rumors rincorsisi nottetempo tra web e tv satellitari, prevede un ulteriore anno oltre l'opzione per il rinnovo esercitata dal presidente Antonio Percassi come da promessa. Un atto di fiducia che suona come un premio alla fedeltà alla causa nerazzurra del profeta dall'accento romano e alla puntualità con cui ha raggiunto i risultati e gli obiettivi che gli si chiedevano. Poco importa che buona parte della tifoseria, stuzzicata di continuo dalla stampa - scrivente compreso - attraverso sondaggi per tastarne il polso e verificarne gli umori, anche a bagarre in corso si sia sempre e comunque orientata sul nome di Gigi Delneri. Il fautore del calcio champagne avrà lasciato ricordi indelebili, d'accordo. Ma prima la sua opzione per qualche mese sabbatico in attesa di una chiamata di un'altra big dopo il recente fallimento juventino, e poi lo scoppio del bubbone legato alle partite accomodate o presunte tali, che rischia di investire di materia purulenta l'annata del grande rilancio della Bergamo visceralmente attaccata al pallone, hanno verosimilmente accelerato la corsa al proseguimento del rapporto in essere.

Che tra le parti esista stima è acclarato, viste le reiterate dichiarazioni in tal senso del numero uno e del condottiero da lui scelto per riportare la Dea sulla ribalta che merita. Del resto, le sirene che avrebbero potuto attirare il Cola lontano dalla Città dei Mille si chiamavano Sampdoria e Torino: la prospettiva di rimanere nella serie cadetta, dopo le energie anche nervose spese per onorare l'accordo con la dirigenza del nuovo corso, sarebbe stata dal suo punto di vista ingiustamente penalizzante. In secondo luogo, anche a non voler essere maliziosi, s'è messo di mezzo con tutta la sua perentoria carica esplosiva il fattaccio sulla bocca di tutti in questi giorni convulsi: uno scranno del genere, viste le dichiarazioni allarmanti del Giudice per le Indagini Preliminari di Cremona - che ha parlato apertamente di "verdetti del campionato a rischio, visto che nelle inchieste sono chiamate in causa Atalanta e Siena -, sotto le terga di papabili al di fuori dell'ambiente sarebbe cominciato a scottare ancor prima della formulazione di qualunque offerta. Meglio optare per la conservazione, tirando le somme. E l'Uomo di Clusone, impreditore avveduto e non avvezzo a cambiare solo per il gusto di proporre novità fini a se stesse, ha imboccato la soluzione già pronta in casa. Un errore? Ravanando nel mare magnum delle cifre dell'allenatore residente a San Benedetto del Tronto e cittadino onorario di Anzio, non si direbbe proprio: promozione centrata al primo colpo con record di punti (81) nel 2005/2006, ottavo posto nel paradiso del calcio al giro successivo bissando la rincorsa ai grandi numeri (50 tondi) anche nella categoria che conta. La platea può stare tranquilla: se la matematica non è ancora un'opinione, quel maciste dalla testa lucida e i modi sanguigni rappresenta una garanzia. E ora, scommesse a parte, c'è davanti un'estate di calciomercato. Per consolidare il progetto, e confermare la bontà delle scelte. In bocca al lupo.


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