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Avellino, Giovanni D'Agostino tra emozioni e futuro: “A gennaio saluteremo diversi calciatori, ma fa parte del percorso”

di Angelo Zarra
Fonte: tuttoavellino.it

A margine della presentazione di “Amarsi Ancora”, il film sulla promozione in Serie B dell’Avellino, l’amministratore unico Giovanni D’Agostino si è soffermato su passato, presente e futuro del club biancoverde, toccando temi sportivi ed emotivi in un intervento a tutto tondo.

Sul docufilm e sul significato del progetto, D’Agostino ha spiegato: “Abbiamo realizzato nel tempo quello che abbiamo fatto, abbiamo scritto la storia, era una cosa che ci tenevamo a fare. Non era nulla di costruito, tutto genuino, credo che sia una cosa che sia piaciuta, poi vedremo anche il feedback dei tifosi appena verrà messo in libera distribuzione. E' un documento interessante. Questa idea è nata nel 2020, c'avevamo provato con i nostri mezzi. Avevamo iniziato nel 2023-24, ma non è andata come speravamo. Per fortuna ci siamo riusciti quest'anno, dimostrando grande unione, ad affrontare anche la nuova categoria con la stessa unione dell'anno scorso, anche insieme a voi stampa, riusciremo a far bene, come lo è stato l'anno scorso che ci ha portato alla promozione.”

Lo sguardo si è poi spostato sul futuro immediato, con il mercato di gennaio pronto a portare cambiamenti importanti nella rosa che ha riportato l’Avellino in cadetteria: “Arrivano ora settimane difficili, anche con i calciatori, perchè a gennaio, inevitabilmente con tanti di loro, anche protagonisti della promozione che abbiamo visto nel docufilm, ci saluteremo. Ma fa parte del percorso sportivo. Siamo tutti consapevoli di questo, siamo in linea con tutto, basterà una stretta di mano, nella vita esistono la categorie e si va avanti. Nella vita nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

Il dirigente biancoverde ha raccontato anche il momento più emozionante vissuto in questa stagione, a sorpresa non legato a una vittoria, ma a una trasferta lunga e sentita: “Io per l'Avellino non verserò lacrime, neanche a Potenza l'ho fatto dopo la promozione. L'unica volta che ho pianto per l'Avellino è stato qualche settimana fa a Bolzano. Sembra un paradosso, ma vedere centinaia di nostri tifosi, che avevano fatto 800-1000 km per vedere una partita, fa capire cos'è l'amore, l'attaccamento. Ed effettivamente lì non ce l'ho fatta a trattenere le lacrime, mi ha visto papà, mi ha detto, cosa fai piangi? La risposta è stata la classica, no mi è entrata una cosa nell'occhio. Ma lì mi sono emozionato davvero tanto. Sono felice che stiamo riuscendo è andata come speravamo, siamo felici di esserci riusciti quest'anno. Credo che a livello emozionale sia una cosa davvero bella”.

C’è spazio anche per un accenno alla vita privata e a come riesca a staccare, almeno per qualche ora, dal calcio: “Le passeggiate nel bosco sono una cosa che mi piace, con i miei cani lupi cecoslovacchi. Dopo Palermo abbiamo camminato poco, c'era poco da analizzare”.

Infine, il focus torna sul campo e sulla prossima sfida di campionato contro il Bari, in uno stadio San Nicola che si preannuncia caldo e con una massiccia presenza di tifosi irpini al seguito: “Si va a Bari a fare la nostra partita, se saremo più bravi di loro vinceremo, altrimenti cercheremo di ottenere il massimo. Saranno 90 minuti difficili, se saremo audaci quanto basta riusciremo a fare punti. Stiamo avendo una stagione di alti e bassi, di crescita, ed era una cosa scontata. Vogliamo chiudere bene l'anno, con 1300 persone al seguito. Poi in 90 minuti può accadere di tutto”.


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