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B-Scout: Jean-Armel Drolé, dalla guerra al Perugia riuscendo a salire sui treni giusti

di Francesco Digilio

Sono diverse le storie di ragazzi che, andati via bambini dall'Africa e arrivati in Italia, riescono ad emergere nel mondo del calcio. Quella di Jean-Armel Drolé Boza è, però, speciale. Drolé è nato ad Abidjan, ex-capitale della Costa d'Avorio, uno dei tanti meravigliosi posti che l'Africa offre, ma, come tanti, colpito dalle disumane guerre che affliggono il continente. Classe '97, Drolé si trasferisce da bambino in Senegal, dopo la morte dei suoi genitori ma, grazie all'aiuto del fratello, riesce ad arrivare in Italia: è il primo treno della sua vita, su cui Drolé riesce a salire. Suo fratello raccoglie i soldi e arriva in Italia, a Milano, in aereo. Il fratello è un ragazzo in gamba, caratteristica di famiglia, a quanto pare. Da Milano, dopo un breve passaggio per Massa, Drolé arriva a Palermo. Nel capoluogo siciliano arriva il secondo treno della sua vita. Qui conosce Massimo Tutrone, titolare di una scuola calcio affiliata alla Juventus, che inizialmente lo accoglie per ospitalità e generosità. Per Tutrone, Drolé diventa un figlio: lo affida ai servizi sociali, prima di "adottarlo". Intanto, il ragazzo vive dai Salesiani e inizia ad allenarsi e a dimostrare le sue qualità, nonostante gli oltre dieci chili in meno rispetto ad ora. Stupisce Tutrone, che lo mostra a Claudio Mossio, procuratore, il quale inizia a proporlo in giro. La Juventus non ci crede, nonostante due provini. Lo fa il Perugia, che organizza un provino: è il terzo treno. Drolé stupisce tutti e dopo 5' minuti ha già realizzato un gol e preso un palo. I dirigenti del club umbro, Pizzimenti e Goretti, comunicano a Mossio che il ragazzo verrà tesserato e così Dolé può studiare e allenarsi, vivendo ancora dai Salesiani. Il tesseramento però non è cosa semplice per Drolé, arrivato in Italia con un visto per motivi umanitari. Ad agosto, appena diciottenne, dopo un iter lungo un anno, arriva il quarto treno: il tesseramento con il Perugia. Bisoli lo porta direttamente in prima squadra, dopo la doppietta realizzata in amichevole alla Fermana. Due reti incorniciate dalla lunga corsa di Drolé verso la panchina per abbracciare Bisoli. Gesto ripetuto anche al primo gol ufficiale in carriera, perché Drolé non ha mai vestito un'altra maglia oltre a quella degli umbri. Dopo la firma del contratto, Drolé ha proseguito gli studi, facendo secondo e terzo Liceo insieme e scegliendo di vivere ancora dai Salesiani. Ogni giorno prende i mezzi pubblici per arrivare a scuola e poi agli allenamenti con la squadra di Bisoli. Il tecnico del Perugia a inizio stagione ha dichiarato che se si impegnerà come opportuno, diventerà un giocatore vero. E lo ha dimostrato anche con i fatti, facendolo esordire per pochi minuti con il Crotone. Contro il Cesena il debutto da titolare, da migliore in campo: Drolé scatta costantemente sulla fascia, proprio come un treno, grazie alla sua velocità e alla sua esplosività mette per 90' in difficoltà Perico. Bisoli continua a dargli fiducia e l'esterno lo ripaga anche con un gol, il primo in carriera, realizzato al Livorno: entrato ad inizio ripresa con la squadra sotto di un gol, ha prima pareggiato e poi messo lo zampino in tutti gli altri tre gol del Perugia, che ha rimontato, vincendo 4-1. Sa inglese, francese e italiano ed ora, dopo essere stato costretto ad andar via dal suo Paese, corre e lo fa inseguendo un sogno, quello di diventare calciatore. E' un tipo in gamba, Jean-Armel o, come lo chiamano tutti, Junior e, per un ragazzo di diciotto anni con un'infanzia come la sua, riuscire ad emergere nel mondo del calcio sembra una passeggiata. O, forse per lui è ancor più semplice, uno scatto sulla fascia...


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