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B-Scout: Mattia Caldara, leadership e Nesta a cui ispirarsi per tornare a Bergamo

di Francesco Digilio

Dopo una settimana di assenza, torna la rubrica B-Scout. Oggi si ritorna in casa del Cesena, dopo aver parlato Stefano Sensi. Il Cesena sta lottando per i play-off, grazie anche all'ottimo lavoro di mister Drago, che anche stavolta si sta dimostrando molto abile a lavorare con i giovani. Tra i punti di forza dei bianconeri c'è la difesa, la quarta meno battuta del campionato, un reparto guidato da un classe '94, a cui Drago ha dato fiducia sin dal primo momento: Mattia Caldara. Arrivato a luglio, il classe '94 è stato schierato da titolare già nei primi appuntamenti ufficiali di Coppa Italia. Caldara, 21enne di Bergamo, è arrivato in Romagna in prestito dall'Atalanta, club nel quale è cresciuto da quando aveva 9 anni e con cui spera un giorno di giocare in Serie A. Per arrivare nella massima serie, però, Caldara sa bene che deve mettersi in luce in questa nuova esperienza, come già accaduto lo scorso anno a Trapani, dove nelle ultime giornate, con due gol consecutivi, regalò ai siciliani la certezza matematica della permanenza nel campionato cadetto. Proprio contro i siciliani è arrivata quella che finora è l'unica espulsione della sua carriera, una delle poche pecche tra le tante buone prestazioni, che lo hanno issato a punto fisso della squadra e anche la soddisfazione del gol, in due occasioni: a fine novembre contro il Novara e la scorsa settimana, nel 4-0 rifilato alla Ternana. Un gol, quello contro gli umbri, che Caldara ha realizzato di testa quello che, a suo dire nella conferenza di presentazione con il Cesena, era una delle caratteristiche fondamentali in cui migliorare nel corso della stagione. A quanto pare, lo sta facendo, e anche bene. Lui dice di dover migliorare anche nell'anticipo, ma Serse Cosmi, che gli ha dato fiducia lo scorso anno a Trapani, lo conosce bene e sottolinea la sua bravura in tutti i fondamentali. L'attuale tecnico dei siciliani è inoltre convinto di come Caldara possa guidare senza problemi il reparto, proprio come accadeva spesso all'idolo d'infanzia del centrale del Cesena: Alessandro Nesta. Per Caldara, l'ex-Milan è un mostro sacro e per questo più che paragonarsi, cerca di ispirarsi a lui, così come con Thiago Silva, altro suo idolo. Caldara è consapevole di dover lavorare e tenere i piedi per terra, almeno fuori dal campo, perché sul terreno di gioco ha tutta l'intenzione di voler prevalere sugli avversari nel gioco aereo, sfruttando così il suo quasi metro e novanta. Non ha grilli per la testa Caldara: discoteca solo quando può, legge romanzi tra un allenamento e l'altro e un diploma di Ragioneria preso senza perdere anni, come volevano i suoi genitori che da sempre lo hanno accompagnato in quella passione che progressivamente sta diventando la sua vita. Cosmi a inizio stagione si meravigliava di come Caldara non fosse rimasto all'Atalanta in Serie A, ma sicuramente un'altra stagione da protagonista in prestito in B, potrà fargli bene, prima di poter guidare la retroguardia nerazzurra con la solita leadership e determinazione che lo ha contraddistinto anche con la maglia del Cesena.


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