GdM - Bari, i tifosi nel 'panico': è un incubo senza fine
"Bari, i tifosi nel 'panico': è un incubo senza fine", titola La Gazzetta del Mezzogiorno.
Dalla Capitale al «San Nicola», i tifosi del Bari si stringono nell’unanime coro di disappunto dopo il bruciante pareggio di sabato contro la Reggiana. Un risultato - si legge - che lascia nello sconcerto e nella delusione. A cominciare da Massimo Vitti, fondatore del gruppo romano «La Bari Capitale» [...]: «Siamo sempre in trasferta e anche al San Nicola, in Curva Nord - dice Vitti, come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno -. Abbiamo seguito tutte le tredici partite di questo campionato. Siamo una novantina di baresi residenti a Roma [...]. Portiamo avanti la linea per cui il risultato non conta nulla. Il problema è il cambio di proprietà. Finché ci saranno i De Laurentiis, nessun punteggio e nessuna partita avranno valore [...]».
Antonio Genchi, storico amministratore del gruppo social «Tutti pazzi per la Bari»: «[...] Sarebbe stato importantissimo tornare a vincere dopo una serie di pareggi. Per quanto mi riguarda, Longo sta facendo quel che può col materiale umano messogli a disposizione da una società che, anche in sede di mercato, ha dimostrato il totale disinteresse verso le ambizioni della piazza».
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Stessa prospettiva - continua La Gazzetta del Mezzogiorno - dalla Curva Nord con il 20enne Filippo Lollino: «Non ci sono parole per lo scandaloso pari di sabato. Abbiamo provato molta rabbia. Ad un certo punto, troppi errori individuali, la testa non c’era più. Si vede che manca qualcosa. A gennaio si deve intervenire [...]».
Il giovinazzese Pino Picciotti: «La squadra si è spenta dopo Cremona, probabilmente perché le altre hanno capito il gioco di Longo e preso le contromisure. Dopo la Carrarese, il Var ha toppato anche contro la Reggiana [...]. Nelle parole post gara di Longo e di Oliveri leggo depressione. L’incubo di ripetere il campionato scorso è altissimo. Circa la proprietà, ahimè è assente e silenziosa, credo abbia scelto di snobbarci, disinteressandosi della piazza e lasciandola al proprio destino».
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