Cagliari, Muzzi: “Dobbiamo credere di più nei nostri mezzi, cancellare dalla testa quello che è successo l'anno scorso"
Fonte: www.cagliaricalcio.com
“Non possiamo essere contenti di quanto abbiamo raccolto sino ad adesso. Sono stati persi tanti punti perché abbiamo commesso errori evitabili. Sappiamo che tutti, io per primo, dobbiamo dare di più”: il Club Manager Roberto Muzzi ha rilasciato un’intervista a La Nuova Sardegna. Di seguito un estratto:
“Dobbiamo credere di più nei nostri mezzi, cancellare dalla testa quello che è successo l'anno scorso. Va detto che nella prima parte della stagione spesso la fortuna non è stata nostra amica. Il gruppo è unito, abbiamo molti giovani interessanti, che vanno aiutati e aspettati”.
“Questo Club ha sempre ottenuto risultati col lavoro, il sacrificio, la voglia di centrare l’obiettivo. Stiamo costruendo un Cagliari nuovo, ci vuole tempo, ma i frutti arriveranno. Va ricostruita la mentalità combattiva, da gladiatori, che da sempre distingue il Cagliari. Oggi siamo un’ottima squadra che vuole tornare in Serie A. Dobbiamo migliorare su tanti aspetti ma siamo in crescita. Gli ultimi due secondi tempi, con Sudtirol e Pisa lo dimostrano: adesso dobbiamo fare in modo di giocare così dall'inizio”.
“Ringrazio il presidente Giulini per avermi riportato qui dopo ventitré anni. Nel mio ruolo di Club Manager sono una figura di raccordo tra la Società e la squadra. Una figura di campo inserita all’interno dell’area sportiva a supporto del Direttore sportivo – sul campo, non per quanto riguarda il mercato – per la gestione della squadra e dello staff tecnico. C’è infatti un confronto costante con il mister. Non aspiro a fare il Ds: il mio obiettivo è crescere con il Cagliari”.
“Chi ha più esperienza deve aiutare i giovani: Rog, Nandez, così come Pavoletti, Deiola, Goldaniga lo fanno. Sono contenti di stare qui, hanno rifiutato proposte interessanti per contribuire a riportare il Cagliari in A. Questo è un segnale di attaccamento alla maglia, senso di appartenenza. I tifosi? Ci seguono sempre, ci stanno vicino. Sin dal primo giorno ci hanno fatto sentire il loro calore, è un qualcosa di molto bello: la nostra risposta deve arrivare sul campo”.