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Acr Messina, un gruppo di tifosi scrive al sindaco contro la proprietà

di Francesco Rossi
Fonte: tempostretto

Un gruppo di tifosi scrive al sindaco contro l’attuale proprietà dell’Acr: “Messina torni a sognare senza l’ombra di alcun lucratore addosso”

Uno dei membri del gruppo nato su Facebook chiede senza mezzi termini al primo cittadino di privare la società del San Filippo, al fine di portare Di Lullo e Di Mascio a lasciare la città

Qualche settimana fa vi avevamo raccontato della nascita sul social network Facebook di un gruppo che si pone l'obiettivo di far sentire la voce dei tanti tifosi che hanno dubbi sulla gestione attuale dell’Acr Messina. Uno dei membri, al momento circa 600, ci ha inviato una lettera aperta che gli stessi hanno deciso di inviare al sindaco Giuseppe Buzzanca per invitarlo a raccogliere tale istanza e ad agire di conseguenza, facendo probabilmente ciò che il primo cittadino non ha mai fatto nei vari momenti difficili che hanno caratterizzato le ultime stagioni della prima squadra della città.

«Egregio signor Sindaco - si legge -, con la presente intendiamo metterla al corrente dei pensieri e degli stati d’animo che l’ennesima estate, calcisticamente incerta, suscita in ognuno di noi. La preghiamo di leggere con attenzione ciò che Noi, cittadini della Città da Lei governata nonché suoi elettori, le esprimiamo nel massimo del

rispetto e nel massimo delle nostre volontà. Storicamente noi popolo Messinese siamo abituati a cadere in basso, per prontamente risalire e per poi ricadere nuovamente giù. Non stiamo qui a raccontarle la storia della Nostra città e dei nostri cittadini in quanto Lei ne sarà già certamente a conoscenza. Piuttosto l’aspetto che vorremmo mettere in risalto è l’attuale situazione calcistica Messinese, con particolare attenzione alla gestione dell’Acr Messina, facente capo ai Signori Alfredo di Lullo, Arturo di Mascio e Marcella Chierichella. La totale incompetenza di questi dirigenti e un assetto societario incerto, fanno sì che il nostro pensiero volga a Lei, Sig. Sindaco, affinché con i poteri che la sua stessa carica le conferisce intervenga salvando il nostro nome dalle continue umiliazioni che subiamo oramai da parecchi mesi. La preghiamo di porre attenzione all’immagine che la nostra città esporta per merito dell’attuale dirigenza societaria. Le chiediamo, perciò, di escludere gli stadi, la foresteria e tutto ciò che attualmente è in dotazione alla Società Acr Messina, rappresentata dai Signori sopra citati, al fine di costringerli a lasciare una Società che per noi non è solo una Società Calcistica: è la personificazione dello sport Messinese».

«Riteniamo fondamentale questo tipo d’iniziativa al fine di costringere gli attuali proprietari a farsi da parte per poterci riappropriare di un titolo che appartiene a Messina e ai Messinesi e a nessun business man di turno - continua la lettera -. La gestione di questa Società ha portato la città a spaccarsi: tra coloro ormai divenuti indifferenti e coloro che invece sognano le gesta del Mitico Presidente Emanuele Aliotta, il quale, alimentato da passione sconfinata, inventò una scalata dal Torneo di Eccellenza alla Serie B. Noi ci sentiamo di dire per il bene di tutti e per spirito puramente patriottico che la società Acr Messina torni ai Messinesi per diverse motivazioni. Premettendo che noi Messinesi portiamo ancora il lutto al braccio per il fallimento dell’Associazioni Calcio Riunite e successivamente del Football Club, riteniamo non necessario pensare alla fondazione di un’ennesima Società Calcistica: noi Messinesi la squadra l’abbiamo ed è un nostro obbligo riappropriarcene. Lei, Sig. Sindaco, è giusto che si metta a capo di questa nostra necessità: non possiamo permettere di fare il gioco di chi ha deciso di far propri interessi in una città con tradizione millenaria come Messina. Il Messina deve tornare ai Messinesi, prima ancora di trovare soluzioni alternative quali fondazioni di nuove Società o acquisizioni di titoli sportivi altrui. L’Acr Messina, già FC Messina, rappresenta le Nostre vittorie più intense e leggendarie, le vittorie di una Messina che deve tornare a sognare senza addosso l’ombra di alcun lucratore».

 


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