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Chievo, Aglietti: "Senza sostegni una fetta della B rischia l'implosione"

di Marco Lombardi
Aglietti

«Faremo quello che ci diranno. Di fronte alla salute della gente il calcio è secondario». Intervistato dal Corriere di Verona, Alfredo Aglietti, tecnico del Chievo, dice la sua sull’emergenza Coronavirus. «L’Aglietti giocatore si sarebbe già ridotto lo stipendio? Non avrei avuto problemi a rinunciare a uno o due mesi - ha continuato -. Meglio una rinuncia personale che il rischio di avere disoccupati in più. Mi arrabbio quando ci si limita a campioni tipo Ronaldo e non si pensa ai giocatori di C che fanno una vita normale, viaggiano a duemila euro al mese e sono via dalle famiglie ogni weekend. A prescindere dai calciatori, il pallone è un’azienda con tante persone che guadagnano come un lavoratore dell’Ilva o della Fiat, e queste persone vanno tutelate. Esiste una filiera e la disoccupazione alle stelle riguarderà anche il nostro mondo: senza sostegni, da una parte della B in giù si rischia l’implosione». Chiusura sull’eventuale ripresa del campionato: «Si riparte quando si riparte. Torniamo ad allenarci il 15 maggio e il 20 giochiamo? Va bene. Spero che il calcio non tiri fuori interessi personali. Saremo tutti sullo stesso piano».


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