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Reggina, una limitata elasticità tattica e poche alternative dietro l'ormai cronica crisi invernale

di Alessio Tufano
Pippo Inzaghi

Se tre indizi fanno una prova, quella che la Reggina ha un problema con i mesi invernali del campionato è sotto gli occhi di tutti. Perchè parliamo di una squadra che era partita alla grande e da fine dicembre in poi sembra essere cambiata rispetto all'inizio della stagione, una caratteristica che accomuna questa Reggina a quelle dei due anni precedenti, con la passata stagione che aveva fatto temere addirittura il rischio retrocessione prima dell'intervento di Stellone. Dietro questa crisi ormai cronica c'è un po' la mano di Inzaghi, colpevole di poca elasticità tattica quando il 4-3-3 ha mostrato qualche falla e quando si è scoperto eccessivamente difensivista, contro Cittadella e soprattutto Cosenza, ma c'è anche la scarsa profondità di una panchina che non garantisce ricambi all'altezza, costringendo giocatori con la terza media età più alta della Serie B ad arrivare con il fiatone perdendo di conseguenza lucidità e qualità. Adesso che stiamo per metterci l'inverno alle spalle in casa Reggina si incrociano le dita, nella speranza che la 'maledizione invernale' possa terminare ancora una volta con la primavera.


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