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Spal, give me...six. Cosenza, Tiritiello l'uomo dell'ultimo minuto. E il Brescia cambia ancora

di Angelo Zarra
Pasquale Marino

Dal Vicenza al Pisa. Passando per Reggina, Salernitana, Pescara e Virtus Entella. La Spal di Pasquale Marino non si ferma più. Le tante critiche piovute sul tecnico nelle prime giornate di campionato sono solo lontani ricordi. Dopo la sconfitta di Empoli, la formazione emiliana ha saputo cambiare rotta, superando in rimonta il Vicenza con un gol di Castro a tempo quasi scaduto. Da quel momento la marcia dei ragazzi di Marino è stata inarrestabile: sei le vittorie consecutive in campionato, otto se si considerano i successi contro Crotone (ai rigori) e Monza in Coppa Italia. Marino sembra aver trovato l'equilibrio con un 3-4-2-1 capace di dare solidità alla fase difensiva ed imprevedibilità a quella offensiva. Paloschi è tornato ai fasti d'un tempo. Di Francesco, dopo un inizio sottotono a causa di un lungo infortunio, si è riscoperto trascinatore, e come lui Valoti. Ora le quattro gare precedenti il Natale potranno dire tanto sulle ambizioni della Spal: Cittadella e Venezia in trasferta, Lecce e Chievo in casa possono rappresentare uno spartiacque importante per la stagione.

Il Cosenza si affida ancora a Tiritiello, l'uomo dell'ultimo minuto. Come contro la Spal, così domenica contro il Vicenza. Il gol del difensore a tempo quasi scaduto tiene a galla una squadra, quella di Roberto Occhiuzzi, che stenta a decollare. Rispetto alla passata stagione il Cosenza è cambiato parecchio nei ruoli più importanti e l'età media si è abbassata. Serve pazienza e tanto lavoro. Ma è sbocciato Andrea Tiritiello. Per molti è una sorpresa, non per la dirigenza rossoblù che, dopo averlo più volte parcheggiato in prestito, ha deciso di trattenerlo. Nel ritiro estivo ha convinto Occhiuzzi, ritagliandosi un posto nel terzetto difensivo e diventando in poche partite un titolare inamovibile. E adesso il Cosenza è pronto a blindarlo.

Chiudiamo il nostro editoriale mettendo la lente d'ingrandimento sul Brescia. Il ritorno di Diego Lopez non ha smosso la squadra. In sei partite ha portato solo otto punti frutto di due vittorie, due pareggi e due sconfitte. Nonostante una rosa comunque importante, la squadra fatica a calarsi nella categoria. Sembra smarrita e probabilmente risente anche della confusione creata in estate con l'arrivo di Del Neri prima come direttore tecnico, poi come mister (sebbene solo per 2 giornate). Gli infortuni di certo non hanno aiutato. Orfano di Cistana e con Bisoli a mezzo servizio, il Brescia ha dovuto rinunciare spesso e volentieri anche a Donnarumma e Torregrossa che quest'anno hanno collezionato pochissimi minuti insieme. A Cremona era presente sulla panchina Gastaldello, dalla prossima giornata ci sarà Dionigi, reduce da un 'miracolo sportivo' lo scorso anno ad Ascoli. Il Brescia non ha più tempo e il calendario non aiuta: nel giro di tre settimane sarà atteso da ben sette sfide, di cui quattro contro clienti scomodissimi del calibro di  Salernitana, Pordenone, Empoli e Spal.


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