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Venezia secondo, ma non chiamatela "favola"...

di Christian Pravatà
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Dopo la vittoria contro la Reggiana, il Venezia balza in classifica al secondo posto dietro all’Empoli, approfittando del pareggio tra Frosinone e Monza. Lagunari a 45 punti, 4 in meno dei toscani. Non chiamiamolo però “exploit” oppure “favola”, perchè dietro a questi risultati c’è un’attenta preparazione che parte da lontano. Dalla promozione in C con il “dinamic – duo” Tacopina- Inzaghi, fino ad oggi con Niederauer e Zanetti, il club ha vissuto di ambizione sì, ma soprattutto di passione e programmazione. Con in testa anche il pensiero del nuovo stadio, la società ha lanciato giovani calciatori e allenatori di indubbio valore. Con Inzaghi ha centrato la promozione in B per poi classificarsi in maniera più che dignitosa in classifica l’anno successivo. Con Dionisi ha espresso un buon calcio e non a caso l’allenatore ora allena la capolista e infine ha trovato una dimensione speciale con Paolo Zanetti, sul quale ad Ascoli sicuramente qualcuno avrà avuto più di un rimpianto. Nel mezzo giocatori importanti che sono cresciuti o che sono stati lanciati: Audero, Pinato, Falzerano, Di Mariano, Aramu, Lezzerini per citarne alcuni. La programmazione quindi è la chiave di questi successi, insieme ad una visione imprenditoriale importante. Giovani in prestito da grandi club che non vengono solo a farsi le ossa considerandosi “di passaggio” ma che sposano in pieno la causa rispettando la maglia, oppure ragazzi sui quali i dirigenti e i vari osservatori che si sono alternati in questi anni hanno avuto il coraggio di crederci. Il tutto unito ad alcuni veterani del calcio cadetto e non solo che portano ad un risultato meritato. Il Venezia merita quindi questa posizione di classifica? Sì. Può ambire alla Serie A? Certo che deve, ma deve mantenere la lucidità e l’umiltà che l’hanno portata, al momento, in seconda posizione


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