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ESCLUSIVA TB - Paolo Baldieri "Da Pisa ad Avellino... un viaggio nel passato".

di Chiara Ciurlia

Paolo Baldieri, storico attaccante italiano ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni:

Ciao Paolo, cosa rappresentano per te queste due piazze: due bellissime esperienze, due piazze importanti che conservo nel cassetto dei miei ricordi più belli, con l’Avellino vidi la serie A sfumare in una gara contro la Cremonese ma eravamo uno squadrone: Marulla, Dal Prà, Bagni, Celestini, Francioso, Amodio e tutti gli altri. Una rosa eccezionale. Peccato per come sia finita. La gente di Avellino è fantastica, in casa o in trasferta la differenza era ben poca. Pisa calcisticamente mi ha regalato quel qualcosa in più, il primo anno in maglia nerazzurra, con Simoni, vincemmo il campionato e andammo in  serie A. Di quegli anni conservo fantastici ricordi, eravamo un gran tridente d’attacco insieme a Kieft e Berggreen. Il secondo anno andò diversamente e nonostante avessimo una bella squadra retrocedemmo, avevamo un allenatore molto giovane e forse poco incisivo su elementi con grande carattere. Il pisa mi ha dato tanto ed è stato anche un vero e proprio trampolino di lancio per la mia carriera.

Qual è l’ingrediente segreto affinché una squadra sia vincente? credo che nel calcio come in qualsiasi altro lavoro gli ingredienti basilari per fare bene sono l’entusiasmo, la voglia di migliorarsi e l’ottimismo, poi indubbiamente si può vincere come si può perdere ma lo si fa tutti insieme. Io ero un giocatore che difficilmente si tirava indietro e questo mi ha permesso di andar quasi sempre d’accordo con tutti. Importantissimo è l’affetto e il calore dei tifosi, loro sono il dodicesimo uomo in campo, sono l'anima del calcio e delle volte sono indispensabili per vincere i campionati.


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