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Lele Adani: "Tornai a Brescia per amore, ma fu un tradimento totale"

di Marco Lombardi
Adani

Durante l’ultima puntata del programma 'Viva El Futbol', Lele Adani, ex difensore di Serie A e della Nazionale nonchè oggi noto commentatore televisivo, ha ripercorso un periodo difficile vissuto nel marzo del 2005, quando si trovò a rescindere il contratto con il Brescia, club cui aveva legato gran parte della sua carriera calcistica e personale.

«Anche se la rifarei, è stata una scelta che si è rivelata uno dei tradimenti peggiori che mi abbia riservato il calcio. Un altro? Sì, un altro perché qui andiamo a ritmo che la metà basta. Come ho già detto in altre occasioni, io nel 2004 vado via dall’Inter e ho tre possibilità forti: una è lo Shakhtar Donetsk con Lucescu, che mi chiama e mi dice ‘Vedrai che squadra diventeremo…’; mi voleva Trapattoni al Benfica, dove poi vinse il titolo dopo dieci anni; e il Bologna di Carletto Mazzone, con il quale parlai e rimane un rimpianto che mi porterò sempre dietro. Scelsi di tornare a Brescia per amore, rinunciando a soldi. Pensavo e speravo di esaudire il mio sogno calcistico ovvero smettere la carriera dove ero diventato grande come uomo e calciatore. Ma fu un tradimento totale».

Adani decise di andare via, assieme al compagno di squadra Roberto Guana, dopo essere stato aggredito da dei tifosi che avevano invaso il campo d’allenamento prendendolo per la gola: «E non vado nemmeno a rivangare cose da qualche mediocre della stampa, dalla società, dal direttore sportivo, che adesso non so come l’Udinese ha richiamato a fare e se fossi in lui mi sarei nascosto e avrei lasciato giù il patentino. Ma questo è il mondo del calcio dove c’è chi sa reinventarsi perché le lingue biforcute sanno stare bene in questo mondo».


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