ESCLUSIVA TB - Lupo: "Palermo e Cremonese, mercato scoppiettante. Samp, fidati di Sottil. Bari, c’è un morale da ricostruire. Juve Stabia, Mantova e Cesena mine vaganti. Il ds ‘classico’ non esiste più”
Le protagoniste del mercato, la partenza al rallentatore di Samp e Bari, il fascino di un campionato incerto per definizione e la nuova frontiera del ruolo del direttore sportivo: di questo e altro ha parlato Fabio Lupo, in esclusiva per TuttoB.
Direttore, chi è uscito più rafforzato dal mercato?
“Sulla carta il Palermo ha fatto molto bene, malgrado la partenza della squadra non sia stata all’altezza delle aspettative. La Cremonese, invece, è riuscita a completare l’organico per effetto di un mercato mirato. Tuttavia le valutazioni sono inevitabilmente condizionate dall’andamento delle prime giornate di campionato, per cui è ancora presto per esprimere un giudizio esauriente. Di certo le due società anzidette hanno condotto un mercato scoppiettante, ma si sono mosse bene anche il Pisa, il Catanzaro e la stessa Carrarese”.
Tutte le big (o presunte tali) arrancano, chi più e chi meno. Addirittura Bari e Sampdoria, al netto della penalizzazione inflitta al Cosenza, oggi sarebbero ultime in classifica. Sorprendente, non trova?
“Sì, diciamo che la Samp, pur non avendo un organico all’altezza della storia e del blasone del club, nonchè delle legittime aspirazioni della piazza, ha comunque allestito una buona squadra. Che di certo non dovrebbe trovarsi nei bassifondi della classifica. Adesso mi aspetto che l’avvento di Sottil possa dare una scossa, sul piano nervoso, ai blucerchiati affinchè riescano a svoltare. E in questo senso Andrea è sicuramente il tecnico giusto.
Quanto al Bari, sicuramente la passata stagione ha lasciato degli strascichi, per cui credo che Magalini, Di Cesare e Longo siano chiamati a compiere un grande lavoro di ricostruzione della squadra anche sul piano del morale, perché la tifoseria biancorossa è giustamente esigente e pretende un certo tipo di campionato. Al momento, però, il Bari mi pare ancora un po’ bloccato a livello psicologico, quindi sarà importante riuscire a trasmettere i giusti stimoli a una squadra che ha un buon organico, magari non quello che la piazza si attendeva, comunque in grado di fare meglio di quanto fatto finora”.
Siamo solo alla vigilia della quinta giornata di campionato, ma non pare intravedersi all’orizzonte né la squadra schiacciasassi né la cenerentola. L’equilibrio sarà il filo conduttore dell'intera stagione?
“È il marchio di fabbrica di questo campionato, in cui ogni partita è diversa dall’altra e fino all’ultimo i verdetti non sono mai definiti. La B è, per definizione, il campionato dell’equilibrio, delle sorprese e dell’incertezza”.
Nei primi otto posti attualmente stazionano ben tre neopromosse (Juve Stabia, Mantova e Cesena): chi di queste ha le carte in regola per consolidare il piazzamento in zona playoff?
“Juve Stabia e Mantova hanno due allenatori molto bravi, che sono stati capaci di dare un’impronta ben definita alle loro squadre sotto l’aspetto tecnico-tattico e della filosofia di gioco. A questo va aggiunto l’entusiasmo amplificato dal fatto di essere, appunto, due neopromosse.
Quanto al Cesena, è vero che ha cambiato guida tecnica ma anche lì c’è un’impronta chiara.
Credo che tutte e tre le compagini saranno mine vaganti del campionato”.
In una recente intervista lei ha definito “in declino” il ruolo del direttore sportivo, citando tuttavia esempi virtuosi come quelli di Sartori al Bologna e Marchetti al Cittadella. Come si può riposizionare al centro della scena una figura così importante nel sistema calcio?
“Sono le dinamiche del mercato che stanno attuando la transizione da una gestione incentrata sulla singola persona del direttore sportivo, quale punto di riferimento, a una diversificata tra più soggetti, quindi condivisa da un gruppo di lavoro. Difficilmente si tornerà all'antico, anzi ritengo che dovremo essere noi direttori sportivi ad adeguarci alla nuova realtà, ritagliandoci una competenza differente. A maggior ragione in questo momento storico, con l’avvento delle proprietà straniere…”.
Tra i giovani prospetti emergenti c’è un giocatore che l’ha impressionata?
“Onestamente è ancora presto per esprimere una valutazione perché siamo ancora alle prime partite e le dinamiche sono fluide: le squadre sono in via di strutturazione, e anche tra gli stessi giocatori c’è chi, per struttura fisica, può entrare in condizione prima piuttosto che dopo. Quindi aspetterei almeno un mese prima di dare un giudizio, che oggi risulterebbe prematuro”.
Le favorite per la promozione?
“Non lo dico perché rischierei di inimicarmi qualche mio collega, che sarebbe costretto a fare i debiti scongiuri (ride, ndr). Credo però che, fermo restando come detto il grande equilibrio e il fatto che siamo ancora all’inizio, sia la Cremonese che il Palermo abbiano qualcosa in più, sebbene le prime giornate dimostrino che il mercato non è sempre sufficiente a indicare le protagoniste di un campionato. Soprattutto come quello di Serie B”.