ESCLUSIVA TB - Beppe Accardi: "Al Palermo manca la 'guerra dentro'. Il caso Brunori può diventare un problema grosso. Non serve un mercato importante. Promozione diretta lontana? Ho visto squadre..."
Viaggio nel mondo Palermo attraverso gli occhi del noto procuratore sportivo palermitano Beppe Accardi.
Procuratore, mister Dionisi ha messo le mani avanti dichiarando che “il Palermo non è il Real Madrid della Serie B”. Qualcosina di più, però, era lecito attendersi, non crede?
“Che il Palermo non fosse il Real Madrid della Serie B era chiaro a tutti, ciò non toglie che sia un’ottima squadra. Questo è un campionato difficile, che deve esprimere ancora i veri valori. Ci sono squadre importanti in evidente difficoltà come la Cremonese e la Sampdoria; il Pisa, invece, è una sorpresa. Il Palermo è entrato a far parte del progetto City Group, una holding importantissima, ma c’è bisogno di tempo per strutturarsi, capire le logiche del calcio italiano e raccogliere i risultati. Vero è che in questo momento la squadra non sta rispettando le aspettative della piazza, però il club sta gettando le basi per tornare in Serie A e restarci”.
Il ‘caso’ Brunori rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol?
“La sua situazione ricorda per molti aspetti quella di Osimhen al Napoli. Ieri Brunori era una risorsa, oggi è una patata bollente. Adesso ci deve mettere del suo per ritrovare il sorriso, altrimenti diventa un problema grosso”.
Servirà un mercato importante a gennaio, come auspica qualcuno, per raddrizzare la barca?
“No, perché il Palermo è una squadra con buonissimi giocatori in tutti i reparti. Che però ancora non hanno trovato la loro dimensione. Serve continuità di rendimento e risultati, sebbene non sia facile reggere alle pressioni fortissime di una piazza che, da questo punto di vista, è come Roma. Perché da tanti anni i giallorossi non vincono lo scudetto? Non è un caso se il Palermo va meglio fuori casa… Nel momento in cui la squadra troverà la giusta quadra, però, ci sarà da divertirsi”.
I cospicui investimenti sostenuti per Appuah e Le Douaron, tuttavia, finora non hanno dato i frutti sperati.
“Si devono ancora adattare alla nuova realtà. Forse credevano di poter fare la differenza… Ripeto, devono calarsi nella dimensione di un campionato, la Serie B, estremamente difficile. Devi avere cattiveria agonistica, la voglia di lottare… la guerra dentro. Ecco, proprio quello che manca ora al Palermo”.
Tredici punti dal Pisa capolista e 11 dal Sassuolo secondo sembrano un distacco difficilmente colmabile. Sono i playoff l’obiettivo più realistico per i rosanero?
“Ho visto squadre che a gennaio versavano in condizioni ben peggiori del Palermo e poi sono state promosse… La B è lunga, tutto si decide nella seconda parte di stagione. Attualmente i rosanero sono settimi, ergo in zona playoff. In ogni caso l’importante è andare in Serie A, che sia dalla porta principale o da quella di servizio non fa differenza”.
Nel mentre, però, il delicato momento in campionato si sta ripercuotendo anche sull’affluenza al ‘Barbera’, in sensibile calo.
“È sempre così: Palermo s’infiamma e si spegne in fretta, è facile ad esaltarsi come a deprimersi”.
Quali le squadre più accreditate per la promozione diretta?
“Pisa, Sassuolo, Spezia, Palermo e Samp. La stessa Cremonese, dalla quale ci si aspettava di più e che ha richiamato Stroppa, segno evidente che qualcosa non va, lotterà fino alla fine. Nessuno, invece, avrebbe immaginato un Cesena così in forma, al quarto posto, merito anche della cultura calcistica di una piazza tranquilla e serena. Alla lunga però i veri valori emergono sempre. Prendiamo la Juve Stabia, che era in testa alla classifica nelle prime giornate e ora è scivolata al nono posto…”.