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Mantova, addio. Si riparte dai dilettanti

di Francesco Rossi
Fonte: gazzettadimantova

Il Mantova non c'è più e Fabrizio Lori è un uomo in ginocchio, che lascia gli uffici della Nuova Pansac soltanto alle 22.15, scortato dalla polizia dopo la contestazione di un piccolo gruppo di tifosi.

IL COMUNICATO. La notizia, che voci filtrate dalla riunione fiume con Belfanti davano per certa da un'ora abbondante, diventa ufficiale attorno alle 20, quando Lori legge alla stampa un freddo comunicato scritto dai suoi legali. La nota si limita a ufficializzare la mancata iscrizione alla Prima divisione (il che significa perdita del titolo sportivo) e ringrazia Piervittorio Belfanti, i tifosi e tutti i collaboratori, dipendenti e tesserati dell'Acm.

IL VOLTO. Più del comunicato, però, dicono il volto e la voce rotta dall'emozione di Fabrizio Lori, al cui fianco fino all'ultimo rimangono i dirigenti Gabriele Monelli e Maurizio Ruberti.

LA SCENA. E ancor più emblematica è la scena che si para davanti agli occhi dei cronisti. Fabrizio Lori è solo nell'enorme ufficio affrescato, in una penombra che non potrebbe essere più simbolica. Il contrasto è stridente come l'inizio e la fine di sei anni di presidenza comunque indimenticabili. Appena tre anni fa in quel salone si presentavano in pompa magna gli acquisti stellari (Corona, Passoni, Balestri ecc.) di un Mantova che già tutti davano strafavorito per la A. Tre anni dopo restano soltanto le foto dei trionfi alle spalle di Lori e fuori, anziché tifosi festanti, ci sono pochi aficionados arrabbiati che riservano anche qualche insulto pesante al presidente che hanno amato di più nella recente storia biancorossa.

IL SILENZIO. «I legali mi hanno detto di leggere soltanto il comunicato», spiega Lori ai cronisti. Poi, a taccuini chiusi si intrattiene a lungo con loro ma il silenzio ufficiale resta lì, pesante come un macigno in una giornata in cui ci sarebbe tanto da spiegare all'intera città. Forse fra qualche giorno il presidente lo capirà e darà la sua versione dei fatti in modo esauriente.

LA TRATTATIVA. Ciò che si è potuto ricostruire della trattativa è che Piervittorio Belfanti ha effettivamente cercato fino in fondo di acquistare l'Acm ma che ciò non è stato possibile a causa dell'impossibilità di attuare nell'immediato sdoppiamento della società e che - senza questo passaggio - per Lori diventava impossibile garantire concretamente di potersi accollare il debito del club eccedente i 3,2 milioni necessari a iscrivere la squadra.

IL NODO. Il nodo resta sempre il contratto di sponsorizzazione della Nuova Pansac, che sarà possibile transare soltanto dopo l'approvazione da parte delle banche del piano di rilancio dell'azienda.

L'ISCRIZIONE. In realtà si poteva provare a iscrivere ugualmente la squadra con soli 31mila euro per poi cercare di sistemare tutto entro il 10 luglio (il che sarebbe costato sei punti di penalizzazione). Questa soluzione è stata giocata come ultima carta, ma soltanto a tempo ormai scaduto chiedendo alla Lega la proroga di un giorno. A questa richiesta non sarebbe arrivata risposta, ma resta il dubbio sul perché non si sia fatta prima l'iscrizione e poi continuata la trattativa, durata la bellezza di 12 ore, dalle 7 del mattino alle 19 abbondanti.

BELFANTI. Alle 20 l'uscita di Piervittorio Belfanti dagli uffici della Nuova Pansac è a testa alta: «Abbiamo provato di tutto ma non è stato possibile farcela - dice a cronisti e tifosi -, probabilmente i tempi troppo stretti hanno inciso. Comunque vi dirà tutto Lori, è giusto così. Se ci sarò per ripartire dalla D? Sì - ha concluso -, se i tifosi saranno con me (e sembra proprio che sia così, ndr) io per il Mantova ci sarò».


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