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Il presidente Salerno scuote la Reggiana: “Abbiamo perso il nostro DNA, ma questa è la squadra più forte degli ultimi tre anni”

di Angelo Zarra
Fonte: tuttoreggiana.com

Arrabbiato, deluso, ma per nulla disposto a mettere in discussione il valore della sua Reggiana. Carmelo Salerno analizza il momento granata dalle colonne de "Il Resto del Carlino" e della "Gazzetta di Reggio", senza nascondersi dietro alibi. Il calo delle ultime settimane, con quattro sconfitte nelle ultime cinque partite, ha incrinato quanto costruito nella prima parte di stagione: “Siamo arrabbiati, delusi, amareggiati. Quattro sconfitte nelle ultime cinque gare sono troppe”.

Il presidente divide idealmente l’annata in due tronconi: “L’inizio è stato positivo, la parte finale insoddisfacente. Mi aspettavo difficoltà all’inizio, non di calare dopo”. La classifica resta discreta, ma non basta a mitigare il rammarico: “Se abbiamo vinto i derby con Modena, Mantova e Cesena vuol dire che siamo all’altezza. E quindi non possiamo calare così tanto”. Nessuna scusa legata al VAR: “Gli arbitri non sono esenti da errori, ma le responsabilità di questo calo sono nostre”.

Salerno richiama episodi simbolici, come il secondo gol incassato a Genova: “La palla arriva in area da 70 metri, una squadra che deve salvarsi quel pallone se lo deve mangiare. Invece non siamo neppure riusciti a toccarlo”. Il problema, per il presidente, è anche mentale: “Probabilmente i troppi complimenti ci hanno fatto perdere il focus sulla salvezza. Abbiamo perso identità, spirito combattivo e concentrazione. La sconfitta di Pescara mi ha ricordato quella di Cosenza: non si può perdere in quel modo, significa aver perso il nostro DNA”. E nonostante tutto ribadisce: “Questa è la squadra più forte degli ultimi tre anni”.

Sul piano tecnico, la sintonia con Dionigi resta totale: “Direi proprio di sì”, conferma Salerno, pur precisando che “il mercato lo facciamo noi, non l’allenatore”. Difesa netta anche per Motta: “Sta giocando un ottimo campionato. Ha fatto un solo grave errore. Gioca perché è bravo, non perché è giovane”. Più duro, invece, il giudizio sul nervosismo in panchina: “Mi sono arrabbiato con loro. Ci sta protestare, ma bisogna essere più sobri e farlo con stile. Scene così fanno aumentare il nervosismo di chi gioca”.

Alle critiche sulla profondità della rosa, il presidente risponde secco: “Non sono d’accordo. Non lo accetto. A Genova chi è entrato? Marras, Gondo e Libutti. Non mi pare siano riserve”. La scelta di avere una panchina giovane è voluta: “Sono gli stessi giocatori che hanno conquistato tutti quei punti nella prima parte di campionato. La Reggiana è stata costruita così, con giovani che devono crescere”. E sugli umori altalenanti della piazza aggiunge: “Quando Lambourde segna viene definito un fenomeno, ora sembra che non vada più bene…”.

Capitolo mercato: la linea è tracciata. “Il nostro mercato di gennaio è fatto”, annuncia Salerno, indicando nei rientri di Girma e Sampirisi gli unici veri innesti. Nessun nuovo attaccante in vista: “In rosa abbiamo sei attaccanti: Gondo, Novakovich, Portanova, Girma, Tavsan e Lambourde. Mi pare siano sufficienti. Non è una questione economica: se ne aggiungiamo uno rischiamo di fare danni, come è successo in passato”. Qualche movimento potrà riguardare i giovani a centrocampo, che potrebbero andare a giocare altrove e venire sostituiti.

Su Magnani, il presidente mantiene una posizione attendista: “Dipende solo da lui. Fino a metà gennaio non lo disturberemo. Io vorrei vederlo tanti anni ancora con la maglia della Reggiana, ma la cosa più importante è che risolva i suoi problemi personali”.

Lo sguardo si allarga poi al quadro societario: “I costi della Serie B sono diventati insostenibili”, ammette Salerno, ribadendo la necessità di abbassare il monte ingaggi e avvicinarsi al pareggio di bilancio. Amadei resta il riferimento, ma servirebbe una struttura più larga: “Ci vorrebbero tre o quattro persone che prendessero una quota a testa, magari imprenditori reggiani. Da fuori si sono presentati in tanti, ma nessuno che Amadei abbia ritenuto affidabile”.

Il messaggio per il 2026 è chiaro: “A gennaio azzeriamo tutto, inizia un nuovo campionato”. Con una speranza precisa: ritrovare al più presto i tifosi anche in trasferta. “Senza di loro abbiamo perso dei punti”, ammette Salerno. Il segnale è lanciato: la Reggiana vuole ritrovare DNA, compattezza e identità. E il presidente, almeno su questo, non ha dubbi.


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