Pescara, la furia di Cosmi: "Ho dato rispetto, ma non ne ho ricevuto altrettanto. Se il futuro è già iniziato nessun problema. Sapevo che era una città di orfanelli" (video)
Fonte: Emittente regionale abruzzese Tvsei
“Ho dato rispetto a tutti nel momento in cui sono venuto a Pescara. Ma non ne ho ricevuto altrettanto”. È un Serse Cosmi particolarmente inquietato quello che si è presentato ai giornalisti nella conferenza stampa che precede la delicata trasferta di Carpi. Nel mirino del tecnico perugino, che ha scelto di anticipare il confronto con i media proprio per concentrarsi sul prossimo, ostico, turno di campionato, sono finiti i cronisti locali che, a suo giudizio, discutono sul futuro del club biancazzurro e non sulla storia di questo torneo in cui il suo Pescara nelle ultime 6 partite tenterà di tagliare il difficilissimo traguardo dei play-off. Cosmi nelle dichiarazioni rilasciate al microfono dell’emittente regionale abruzzese Tvsei tocca diversi punti. Difendendo anche il suo operato e giudicando buono il percorso fin qui avuto con il club pescarese. “Avete visto come mi sono presentato a Pescara, con grande entusiasmo ed assoluta umiltà - dice sicuro Cosmi - Ho dato rispetto alla società, alla città ed ai tifosi che oggi non rinnego. Se dovessi tornare indietro rifarei la scelta di venire a Pescara, ho capito quello che è la realtà della piazza. Io ho dato tanto rispetto a tutto ma purtroppo devo dire che non ho ricevuto altrettanto rispetto. Che non significa essere criticati per ciò che si esprime a livello lavorativo, perché quello che ci sta. Chi fa l’allenatore e non vuole essere criticato ha sbagliato mestiere. Ho vissuto tante piazze e battaglie, anche più difficili di questa che sto affrontando. Ed ho accettato i giudizi sulla base dei risultati, condivisibili o no. Adesso però non mi sta bene e devo difendere la mia immagine, la mia personalità, la mia professionalità ed il mio entusiasmo che c’è ancora. Devo difendere anche l’immagine del mio staff, che non è venuta a Pescara da mercenari non vedendo l’aspetto economico ma perché credeva e crede di poter fare un buon lavoro. Se io devo vivere queste ultime 6 partite in questo contesto mi chiudo con i miei giocatori e basta. È inutile parlare con la stampa in conferenza stampa se per tutta la settimana si parla di altre cose. Se per la gente e per la stampa il futuro del Pescara è già iniziato non c’è problema, ma non parlate con me. Parlate con il futuro. Che fosse una città piena di orfanelli l’avevo capito. Non venite a parlare con me del futuro, io ho una dignità e non ho paura di nessuno. La stessa rabbia e lo stesso tipo di lavoro che ho proposto in altre piazze gli ho messi anche qui. Ed i risultati non è vero che non ci sono stati, ne parleremo a fine stagione. Ci sono 6 partite, pensiamo alla gara di Carpi. Devo difendermi, perché sennò la gente che sta a casa pensa che qui ci sia una nullità. Io stavo a casa, non sono venuto casualmente a Pescara. Poi non mi piacciono alcune situazione. Contro il Novara ad esempio abbiamo giocato in un clima surreale. Quale giornalista ha scritto ciò? Faccio nomi e cognomi, solo uno: Pierpaolo Marchetti de il quotidiano Il Messaggero. Perché non lo avete scritto? Ho letto di squadra che è uscita tra i fischi. Ma la verità bisogna raccontarla. Non mi è sembrata quella la situazione, perché la squadra è entrata tra gli insulti, giocando fra gli applausi degli avversari. E Pelizzoli addirittura ha preso 6. Non ha fatto una parata, se mettevo al suo posto il mio cappellino era la stessa cosa. Non si è mai tuffato. La partita finiva ugualmente 0 a 0”.