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Ancona, le otto risposte sul futuro

di Claudio Gallaro

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Si è svolta nel tardo pomeriggio di oggi alla Casa del Portuale di via Giovanni XXIII l'assemblea pubblica tra l'Ac Ancona e la città. Nella prima parte del confronto l'amministratore delegato della Brainspark e socio forte del club dorico Alfredo Villa ha risposto alle otto domande sul futuro sportivo e societario formulate dalla Curva Nord:

Qual è la situazione finanziaria e patrimoniale attuale dell’Ac Ancona?

La situazione finanziaria dell’Ac Ancona è pessima e se non fosse una società di calcio, sarebbe già fallita. Il club, tra titolo sportivo e patrimonio giocatori, vale più o meno cinque milioni di euro. Ad oggi l’Ancona ha debiti non coperti da attivi per circa sei milioni e costi non coperti da ricavi per altri tre. Il dato di fatto è che si spende molto di più di quello che si incassa.

A quanto ammontano i debiti con le ditte fornitrici? E come si pensano di risanare?

Dividerei i debiti in tre grandi voci: quella dell’erario e dell’Iva, che sono circa tre milioni di euro che devono essere pagati obbligatoriamente; quella degli stipendi, che ammonta a circa un milione; quella dei fornitori, che si aggira sul milione scarso e sono gli unici che possono essere negoziati. Questi quattro milioni di euro totali devono comunque entrare per coprire tutti quei costi che non possono essere in alcun modo differiti.

In base alle condizioni attuali è in pericolo l’iscrizione al prossimo campionato?

Se mi chiedete: “E’ in pericolo l’iscrizione al prossimo campionato?”. Rispondo: “Assolutamente si”. Se mi chiedete: “Ci iscriveremo al prossimo campionato?”. Vi dico: “Assolutamente si”. Mettetevi nei miei panni. Ho investito nell’Ancona 2 milioni e 400 mila euro. La Brainspark ha un capitale totale di circa 22 milioni. Quindi se faccio fallire l’Ancona, che rappresenta più del 10% dei nostri attivi, faccio un pessimo lavoro come amministratore delegato di una società quotata in borsa. Non posso permettermi che l’Ancona non si iscriva al prossimo campionato. Certo, servono disperatamente questi quattro milioni, che probabilmente Brainspark potrebbe trovare, ma io non sarei assolutamente contento di mettere. In questo momento sono come un giocatore di poker: se lasciassi il tavolo perderei 2 milioni e 400 mila euro; è molto più probabile che io rilanci perché penso ci siano le condizioni affinchè una città come Ancona continui ad avere una squadra di calcio.

Come sono suddivise le quote di appartenenza all’interno dell’Ac Ancona?

Ho comprato il 36.6% da una società di Enrico Petocchi. Con i soldi che abbiamo investito siamo arrivati a circa il 44%. Ad oggi Brainspark è il socio di riferimento dell’Ac Ancona. Poi ci sono due gruppi di soci che fanno capo sempre a Petocchi (37%). La parte rimanente è suddivisa fra una società del gruppo Kerself di Pier Angelo Masselli e le piccolissime quote che hanno anche Claudio Vignoni e il professor Raggetti. In sostanza abbiamo tre entità rilevanti, di cui nessuna ha la maggioranza assoluta.

Qualora le azioni emesse da qui a fine giugno non verranno acquistate, come si comporterà la società? Chi farà fronte alle spese di gestione? Chi metterà liquidità nelle casse societarie?

Escludo categoricamente che Brainspark sottoscriva tutti i sei milioni di euro che sono a disposizione. Cercherò di mettere i soldi che servono per evitare di far fallire la società. Stiamo parlando di una cifra importante: 2 milioni e mezzo di cash e altrettanti di fideiussione. Se Brainspark li mettesse, mi ritroverei con la maggioranza assoluta delle quote di una società di calcio senza volerlo.

Che modalità di gestione amministrativa verrà adottata per il prossimo anno al fine di evitare che ad ogni scadenza ci sia un rischio deferimento?

Non ho la bacchetta magica per sistemare i conti dell’Ancona, che ad oggi costa più di quanto produce. Quando e se avremo dei soldi sul tavolo vi risponderò con precisione. La mia opinione sul campionato di Serie B è che c’è un trade-off (in soldoni perdo da una parte per guadagnare dall’altra) tra i risultati sportivi e il denaro che serve per ottenerli. Non so se spendere di più aiuti sempre a vincere.

Quando si inizierà a fare chiarezza e a programmare il futuro relativamente alle questioni sportive e cioè direttore sportivo, allenatore ,giocatori?

Di questo non parlo molto per ignoranza. Io penso che l’attuale dirigenza sportiva abbia fatto un buon lavoro perché ha consentito ai tifosi di sognare perfino prospettive più alte della salvezza. Tutti, buoni o cattivi, devono essere pagati e noi dobbiamo essere in condizione di farlo. Ho letto sul giornale che il direttore sportivo andrà all’Udinese. Abbiamo già perso qualche giocatore ed è probabile che in questa situazione di incertezza ne perderemo qualcun altro. Senza questi famosi quattro milioni non possiamo fare scelte di natura tecnica e costruire una squadra per il prossimo anno.

Come si pensa di risolvere una volta per tutte la questione dei campi d’allenamento per il prossimo anno, considerando che questo problema ha nociuto non poco ai risultati della squadra?

C’è un dialogo tra la dirigenza dell’Ac Ancona e il Comune. A breve ci possono essere buone notizie. Con i dieci milioni dell’aumento di capitale c’era in progetto di realizzare un grande centro sportivo per tutte le squadre dell’Ancona. Adesso non abbiamo la forza e la solidità finanziaria per sederci al tavolo di negoziazione con altri potenziali imprenditori,. Ci farebbero a pezzettini - sulla questione interviene il presidente Flavio Mais -. La priorità è la realizzazione del campo d'allenamento per la prima squadra, che da 25 anni è itinerante alla ricerca di un posto dove allenarsi. Questo è inaccettabile per una società di calcio professionistica e credo che il caso dell’Ancona sia unico in Serie B. Prima di tutto bisogna trovare un’area, attrezzarla e poi trovare i soldi per costruire il campo. Direi che siamo vicinissimi alla soluzione: abbiamo individuato l’area grazie all’impegno del sindaco Gramillano, ci sono dei fornitori disposti ad occuparsi degli scavi e del manto erboso e abbiamo anche trovato uno sponsor che finanzierà l’iniziativa. Non sono ancora autorizzato a fare il nome di questa azienda di grandissime dimensioni, che però questa mattina ci ha confermato il suo impegno. Siccome si tratta di una grande società cooperativa hanno bisogno di passare dal Consiglio d’amministrazione per ufficializzare l’accordo. Entro dieci giorni lo saprete.

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