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Catania, "V" per...

di Francesco Becciani

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© foto di Federico Gaetano

Dalla “V” di Vicenza, a quella di verità, passando propriamente per quella di vulnerabilità.  Starà pensando questo Dario Marcolin che non è arrivato alla “v” che più di tutte lo avrebbe esaltato, ovvero quella di vittoria. Si spegne con un pareggio a reti bianche e poche, pochissime, emozioni la gara del Menti che ha visto il Vicenza rimbalzare contro il muro di gomma eretto dal Catania. Della “v” di vendetta è meglio non parlarne, perché a Marino di non si deve nemmeno nominare quella parola riferita ad una piazza che lo ha coccolato e amato, e che forse oggi lo rimpiange pure un po'. Un punto che va bene a tutti, o forse a nessuno. Già, perché i veneti sono costretti a rimandare l’appuntamento con la vittoria che li avrebbe portati a ridosso del Bologna secondo in campionato, e il Catania al treno che porta fuori dalla zona rossa della classifica. Eppure c’è entusiasmo in casa rossoazzurra per il quarto risultato utile consecutivo. Quattro pareggi per dirla tutta, di cui però tre fuori dalle mura amiche del Massimino. Non fosse il terzo allenatore a sedere in questa stagione sulla panchina etnea, Dario Marcolin sarebbe già in bilico, perché la media punti del denominato “Catania 2.0” è di 1.1, troppo poco per chi ha un Everest da scalare e sta vivacchiando nella speranza di qualche acuto che lo possa risollevare, con la paura di qualche batosta che invece lo potrebbe condannare ad un inferno dal quale è difficile riemergere. Paura, già, proprio come quella di Marcolin che in campo a Vicenza presenta una squadra incapace di offendere, aggredire l'avversario o tanto meno ripartire, ma in grado solo di creare delle dighe per limitare l’avversario. Gli esterni non spingono, il centrocampo non imposta e in avanti si fa fatica ad avere palloni giocabili. Insomma non fare calcio, per non farne fare ad uno degli avversari pià tosto del campionato. Lunga vita ad Alessandro Rosina, l’unico in grado di combinare qualcosa, in una squadra dalla cintola in su’ sterile di idee e di gioco e quindi forse ha ragione Marcolin, sì il punto da morale. Può bastare? Ovviamente no, la classifica sta cominciando a delinearsi e il calendario a scorrere verso la sua fine, così i punticini raccolti qui e li lasciano il tempo che trovano davanti alla necessità di punti pesanti, quelli da conquistare per salvare una categoria, così maledettamente odiata appena 7-8 mesi fa, ma che ad oggi sembra un traguardo ambizioso poter preservare. Il futuro? L’ultimo dei fattori “v” di Virtus Entella, dove il Catania andrà a giocarsi una porzione più che sostanziosa di campionato per prendere quella “v” di volata per la salvezza per evitare la sensazione di quella “v” di vuoto, che si prova sprofondando sempre più nei bassi fondi del calcio italiano che conta.

 

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Lunedì 16 Settembre 2024
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