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ESCLUSIVA TB - Baiocco: "Catania, stagione deludente ma salvezza da non disprezzare. Futuro? Se il presidente chiama.. "

di Francesco Becciani

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© foto di Federico Gaetano

È intervenuto in esclusiva su TuttoB.com Davide Baiocco. Ha commentato la stagione del Catania, parlato del suo futuro e tanto altro. Queste le sue parole:

Partiamo con un giudizio generale. Catania vera delusione di questo campionato? Cosa non è andato secondo te?

“Sicuramente quello del Catania è stato un campionato deludente, ma non è stato l’unico in Serie B. Quello del Brescia è stato sicuramente peggiore perché ha portato alla retrocessione, anche il Bologna poteva far meglio considerati gli obiettivi e la rosa a disposiuzione. Quella del Catania è stata un’annata molto brutta, ma per come si era messa alla fine la salvezza non è da disprezzare. Non ho vissuto la stagione dall’interno e per dire con esattezza cosa non è andato serve vivere quotidianamente la dentro.”

Nella tua stagione a Catania culminata con la promozione è stata il gruppo la forza. L’aver smantellato e ricostruito a gennaio può essere stato un fattore determinante in negativo?

“Sono estremamente convinto che un progetto tecnico ben allestito porta risultati. Tutte le società che riescono a costruire e a progettare con un gruppo e un allenatore competente possono far benissimo in Lega Pro e in Serie B, alcune come Carpi e Frosinone, che hanno mantenuto tantissimi giocatori di categorie inferiori, hanno ottenuto la Serie A. In questo calcio i valori si sono assottigliati e livellati. Mantenere un progetto tecnico ed un gruppo ti da sicuramente qualcosa in più. Il Catania a gennaio ha fatto uno smantellamento necessario per sistemare troppe cose non andavano per il verso giusto. Quando si fanno questi cambi radicali non si fanno mai a cuor leggero. Comportano sempre sottintesa un’ammissione di responsabilità e si fa sempre per cercare il bene della società, anche se non è mai facile e gli aspetti meno positivi ci possono anche stare."

Tu conosci bene la piazza ed il presidente. Quest’anno si è verificata una netta spaccatura tra società e tifosi. Cosa frulla secondo te nella testa di Pulvirenti?

“È innegabile che il presidente abbia fatto delle cose eccezionali negli anni, prima con Lo Monaco ora con Cosentino. Ha regalato la massima categoria e regalato un centro sportivo d’eccellenza oltre ad una società rispettata a livello internazionale. Nella testa del presidetne ci sarà amarezza, grande delusione per queste due annate e una forte voglia di riscatto. Lui è il primo tifoso del Catania e vuole riportarla dev’era fino a qualche anno fa. La chiusura nei confronti di stampa e tifosi è dettata da tante piccole cose, anche se non so nello specifico quali. Io sono uno sempre dalla parte del dialogo, perché quando è costruttivo si fa il bene della squadra. Questo confronto dev’essere onesto, leale, schietto ed obiettivo. Ad esempio quello che ho letto su di me in questi giorni non è una giusta comunicazione. Non si possono scrivere certe cose se la notizia non viene verificata. Se si scrive che c’è stato un colloquio tra Baiocco ed il presidente per valutare un possibile ingresso in società è un conto; se si scrive che Baiocco è il nuovo direttore sportivo del Catania si fa solo una cattiva informazione, innervosisci la società e crei tensioni che non portano a nulla. Queste situazioni magari creano la chiusura da parte della società. Bisogna essere tutti più sereni, e più onesti possibile quando si danno le notizie. Questo vale sia per il giornalista che per la società che dev’essere sicuramente più chiara possibile nella comunicazione affinché tutti possano essere più uniti per il bene del Calcio Catania."

 

Un Catania così italiano non si vedeva dalla vostra annata. Può essere questo un elemento importante in vista del prossimo anno?

“Italiano o non, l’importante è formare il gruppo, che passa per i valori umani, al di la della nazionalità. Io non sono a favore solo degli italiani. Penso che valorizzare quello che apparitene al tuo territorio sicuramente fa del bene, ma se in un gruppo ci sono anche stranieri ben venga. La nazionalità non fa la differenza, bensì ripeto le qualità tecniche morali e caratteriali."

 

Da grande tifoso del Perugia, sei sorpreso per l'eliminazione degli umbri al primo turno Play-Off? Come giudichi il cammino della tua ex squadra in questo campionato?

“Sono orgoglioso del lavoro fatto dal Perugia. Apprezzo tantissimo quello che ha fatto la società. Dispiace com’è finita quest’annata, per l’ottimo lavoro fatto in fase di programmazione e costruzione del gruppo e infatti alla fine i risultati hanno pagato. Mi dispiace molto per l’eliminazione. Merito al Pescara che ha avuto una crescita costante."

Una battuta sul calcio minore. Quest’anno festa grande ad Agrigento con l’Akragas, una delle poche realtà positive in categorie dove si fa tanta difficoltà. Cosa si può fare per equilibrare economicamente anche questi campionati?

“Ci vuole un ferreo controllo. Portare avanti quelle realtà che hanno possibilità economiche portare molto sulla qualifica e le competenze di chi lavoro in queste società. Servono organi di controllo economici e tecnici, affinché il lavoro venga svolto regolarmente nella massima correttezza. Questo va fatto solo con input importante della federazione. Non è semplice, ma solo così si può ad oggi si può fare la differenza, dando qualità nelle competenze ed limando quelle società che vivacchiano e che non riescono a dare continuità ad un progetto tecnico, creando difficoltà che portano a cose totalmente distanti dal calcio."

Capitolo futuro. Ci sono tante voci ultimamente che ti accostano al Catania. Cosa rispondi?

“Se Catania chiama risponderò presente, sono pronto a dare una mano al Calcio Catania. L’ho sempre detto e lo ribadisco, se mi chiamano sono pronto a mettermi a disposizione per valutare il mio coinvolgimento. Tutto quello che ho letto fino ad ora non è la verità. A me sinceramente lascia indifferente, ma non fa il bene del Catania. Lo chiarisco adesso: se ci sarà la possibilità di un coinvolgimento, io sarò il primo a valutarlo. Diamo tempo al tempo, ci si deve conoscere, ci si deve parlare, si deve capire quello che la società vuole da te e quello che tu puoi dare alla società. Se si trova un comune intento si parte per questa avventura. La volontà da parte mia c’è, penso ci sia anche da parte loro di parlare, di trovarci, e magari di valutare un mio coinvolgimento. Di questo ne sarei molto felice e me lo auguro."

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