Cara Salerno, ciò che è successo non è normale
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Purtroppo, con la violenza a cui siamo abituati, le risse nel calcio sono quasi diventate ordinaria amministrazione. Se coloro che dovrebbero essere i modelli dei più giovani, diventano invece modelli, ma negativi, c'è evidentemente qualcosa che non va. Anche se passa per normale. No. Non lo è affatto. E questo non è buonismo. Non è retorica. Il modo in cui è stato inseguito Andres Tello dai giocatori della Salernitana è l'esempio tipico di un comportamento mafioso. Il branco contro uno. Complimenti. Un ragazzo di diciannove anni, diciannove, è stato colpevolizzato di aver semplicemente festeggiato un gol. Ha fatto un balletto? E allora? Era lì semplicemente perché era la curva più vicina alla rete nella quale aveva segnato. E il signor Pairetto, che dovrebbe passare meno tempo a estrarre cartellini rossi e di più a studiare e farsi qualche esame di coscienza, è l'emblema dell'incompetenza e della mediocrità di alcuni arbitri che il Cagliari è stato condannato ad incontrare nell'ultimo periodo. Assieme al guardalinee, che ha spintonato il giocatore rossoblu, si rendono conto di aver incoraggiato un comportamento violento e anti sportivo? Ma cosa hanno fatto di male i sardi per meritarsi questo trattamento? A qualcuno non va giù che sono primi e quindi vengono studiati questi stratagemmi per intimorirli? Non siamo nel far West. Civiltà, grazie. Se sono li è perché se lo meritano. La strada è ancora lunga, e certo piena di ostacoli. Ma ostacoli leciti. Tutto il resto è roba da gangster di quartiere.
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