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Daniel Ciofani, una vita in salita

di Giuseppe Di Giovanni

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© foto di Federico Gaetano

Sempre in salita. Sempre dal basso e sempre ingiustamente dimenticato. A 29 anni, Daniel Ciofani da Cerchio, paese vicinissimo ad Avezzano, ha  fatto gol fin dai primi anni della sua carriera, senza mai arrivare in Serie A. O meglio, il Parma, che oggi si ritrova in una posizione di classifica drammatica e con il rischio di fallire, avrebbe potuto credere in Ciofani, ma non lo ha mai fatto, cedendolo in prestito per parecchi anni in squadre di B e C. Di campionati interi, Daniel ne ha fatti 4 (quello in corso sarebbe il quinto). I risultati sono tutti dalla sua parte: 17 reti in 32 partite con la maglia dell'Atletico Roma, 12 in 28 gare con il Perugia, 8 gol in 37 presenze in un Gubbio quasi allo sfascio, 14 marcature in 32 partite a Perugia e poi la vera e propria consacrazione a Frosinone, con 16 gol in 29 partite di Lega Pro e una promozione ottenuta nei minuti supplementari della finale playoff contro il Lecce. Prima punta potentissima e apparentemente legnosa (ma bravissimo nei movimenti in area di rigore), Ciofani sorprende per la sua facilità di calciare con entrambi i piedi, di far reparto da solo e di adattarsi a qualsiasi partner d'attacco. Ironico, umile ma sicuro dei suoi mezzi, è cresciuto con il mito di Van Basten e con il Milan nel cuore, tanto da imitare il "cigno di Utrecht" quando calcia i rigori, con quel saltello che era marchio di fabbrica del campione olandese.

Daniel Ciofani ha trovato la sua dimensione vicino a casa sua, in quella Frosinone dove si parla il suo dialetto, tanto da aver richiesto di svincolarsi dal Parma, che forse lo ha anche illuso in tutti questi anni.

Ma lui non ha rimpianti e lo dice con semplicità: "Forse non ero pronto...". Non si può mai dire. Quel che è certo è che lo stadio Comunale, o più semplicemente Matusa di Frosinone, non fa altro che cantare il suo nome. Un nome che aveva suscitato dei dubbi nelle prime nove giornate dello scorso campionato, nelle quali fece due gol e cominciò a suscitare qualche dubbio nei supporters ciociari. Poi la tripletta contro il Prato e una stagione da protagonista assoluto, fino al salto in Serie B. Ma se la nuova categoria non fa paura al Frosinone, primo in classifica quasi con la stessa squadra dell'anno scorso, figuriamoci a uno come lui, che ha le spalle abbastanza larghe per schiantare il Latina in un derby finito 4-1 che rimarrà uno dei più grandi trionfi della storia del Frosinone.

Dopo anni in giro per l'Italia, a Frosinone ha ritrovato anche suo fratello Matteo, che di mestiere fa il terzino e i gol cerca di evitarli, ma che rappresenta un altro motivo per cui Ciofani ha sposato Frosinone e la sua gente. Adesso manca un altro matrimonio, quello con la Serie A. Ma lui è già all'altare da tanto tempo, e aspetta da solo un'occasione che strameriterebbe.

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