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Il mercato balla sulle punte: Ganz, Ciano, Floro Flores e il curioso caso di... Alfredo Donnarumma. Avellino ok; Salernitana: la cessione di Coda apre la diaspora? Palermo, la commedia degli equivoci: salta il closing, resta Zampa

di Marco Lombardi

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Zamparini
Zamparini
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sono gli attaccanti a calamitare l’attenzione generale e ad animare un mercato ancora in fase embrionale. Oggetto del desiderio di mezza serie B, Simone Andrea Ganz, salvo clamorosi colpi di scena, vestirà la maglia del Pescara. Tardivo e destinato a fallire l’inserimento del Palermo: il giocatore avrebbe confidato a persone a lui vicine la scelta di sposare la causa del Delfino, convinto di potersi rilanciare alla corte di Zeman, dopo una stagione avara di soddisfazioni a Verona nella quale è stato offuscato dalla stella di Pazzini. Il calcio spiccatamente votato all’offesa, in grado di esaltare le caratteristiche degli attaccanti, predicato dal tecnico boemo e la garanzia della centralità nel progetto abruzzese, gli assi nella manica del Pescara per aggiudicarsi le prestazioni del figlio d'arte. Per sopperire alla probabile partenza di Federico Dionisi in direzione Benevento, il Frosinone punta forte su Camillo Ciano, in uscita da Cesena. Destini incrociati, quelli dei due bomber. O almeno così sembrava. Sì, perché su Ciano ha fatto prepotentemente irruzione il Parma, offrendo un contratto molto sostanzioso al giocatore e complicando i piani dei ciociari, che ora potrebbero decidere di mettere mano al portafoglio e affondare il colpo indipendentemente dal buon esito dell’affare Dionisi-Benevento. Non resta a guardare il Bari, più che mai intenzionato a riscattare una stagione anonima. Intensificati i contatti con il Chievo per il ritorno in Puglia di Antonio Floro Flores: c’è il placet dell’attaccante partenopeo, che in B può spostare gli equilibri. Filtra ragionevole ottimismo. Una trattativa che rischia di assumere i contorni della telenovela è quella che dovrebbe portare Alfredo Donnarumma all’Empoli. Il bomber oplontino ha manifestato chiaramente la volontà di lasciare Salerno per raggiungere Vincenzo Vivarini in Toscana. Proprio l’ex tecnico del Latina, già mentore di Donnarumma in quel di Teramo, è il regista dell’operazione. A spingere l’attaccante a cambiare aria, i rapporti deteriorati, o quanto meno non idilliaci, con tecnico e società. Dopo un iniziale braccio di ferro, le parti starebbero ora negoziando la rescissione del contratto: una soluzione, questa, che consentirebbe alla Salernitana di liberarsi di un pesante fardello, rappresentato dall’ingaggio del giocatore, ma che, per converso, non le consentirebbe di monetizzare. Oltretutto, ripensando all’offerta sontuosa - 900mila euro ndr - presentata dal Foggia per Donnarumma non più tardi di un anno fa, i rimpianti non possono che aumentare in maniera esponenziale. Ma è pur vero che trattenere un giocatore controvoglia non gioverebbe a nessuno.

Chi sta operando sul mercato con oculatezza ed acume è l’Avellino. La conferma di Walter Novellino, la pietra miliare di un progetto che prosegue nel solco della continuità. Consapevole che le squadre forti si costruiscono dalle fondamenta - leggasi difesa ndr -, il tecnico di Montemarano ha dato istruzione al ds De Vito di sistemare prioritariamente la batteria dei terzini con elementi di comprovata esperienza in categoria: ecco dunque il riscatto del poliedrico Laverone e l’ingaggio dell’ottimo Rizzato. A dar manforte a quelli che, presumibilmente, saranno gli esterni bassi titolari ci saranno Pecorini, duttile terzino destro scuola Inter, e Falasco prelevato in prestito con obbligo di riscatto dalla Roma. Ora gli irpini puntano a blindare il pacchetto dei centrali con Marchizza, pilastro della Primavera della Roma e a reperire un valido sostituto di Radunovic, che potrebbe uscire dal ballottaggio fra Ujkani e Zima. Un colpo importante è stato piazzato anche in mediana: Di Tacchio è incontrista pugnace e di grande generosità, ben strutturato fisicamente e dotato di un buon tiro dalla distanza. Poi sarà la volta dell’attacco. Ma i presupposti per disputare una stagione di buon livello ci sono tutti. Diametralmente opposta la situazione a Salerno. Nell’ottica di una politica di contenimento dei costi, improntata ad un ringiovanimento della rosa, il sodalizio granata si è privato del giocatore di maggior lustro: Massimo Coda, passato al Benevento. Una cessione pesante, sotto il profilo degli equilibri di squadra, perché non sarà affatto semplice sostituire adeguatamente, senza farlo rimpiangere, uno degli attaccanti più forti della cadetteria. Ciò che lascia perplessi, però, è il fatto che la partenza di Coda potrebbe scatenare un effetto domino, innescando un’autentica “diaspora”. Sul piede di partenza Busellato, preziosissimo ed infaticabile mastino del centrocampo, una sorta di Beppe Iachini 2.0, in procinto di accasarsi al Bari dove lo raggiungerà Improta. Detto di Donnarumma, sono destinati a fare le valigie per altri lidi anche Della Rocca e Zito. Tutta in salita, poi, la trattativa per riavere Gomis, attratto dalle sirene della serie A (sulle tracce del “Puma” ci sarebbe la Spal). Domani, intanto, aprirà ufficialmente i battenti la sessione estiva del mercato, ergo è assolutamente prematuro dispensare giudizi. Resta il fatto che la mole di lavoro che attende il ds Fabiani è davvero “ragguardevole”…

“Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”: una verità, quella gattopardesca, che si adatta bene alla travagliata vicenda societaria del Palermo. Il closing è saltato, salvo colpi di scena Baccaglini è out. Il Palermo resta nelle mani di Zamparini: ha prevalso il conservatorismo. Eppure, qualche tempo fa, nel corso di un’intervista concessa a Repubblica, il patron rosanero, incalzato circa l’eventualità di un fallimento del closing, ebbe a dichiarare: “Faccio l’imprenditore e ho sempre la soluzione uno, ma ho anche la soluzione due. Mi auguro e prego gli angeli che alla fine arrivi la uno. Con la due non resterei comunque a Palermo. Cercherei qualcuno che gestisca la società per tornare in serie A e subito dopo troverei un compratore…”. Ora, tramontata la soluzione uno, mentre la piazza è in subbuglio e monta la contestazione di una tifoseria insofferente, che lo ha sfiduciato, l'imprenditore friulano tira dritto incurante e rilancia con fermezza: “Vado avanti per la mia strada e riporto la squadra in serie A…”. Sullo sfondo resta Paul Baccaglini, trader di Chicago, la cui proposta d’acquisto del Palermo è stata bollata da Zamparini come “ridicola”, in quanto, tra le altre cose, non offrirebbe garanzie di solvibilità, nè contemplerebbe la previsione di investimenti futuri nel Palermo. Un personaggio, Baccaglini, avvolto da una coltre di mistero. Pluritatuato dal sorriso accattivante, l’italo-americano è noto essenzialmente per il ruolo televisivo di ex “iena”, incaricata di sbertucciare i politici di casa nostra, nonché per la relazione con un’ex velina dello showbiz. Uno che dice e non dice... Chi c’è alle sue spalle? “Solo un nuovo modo di fare finanza…”. Questa la telegrafica risposta, che ha scatenato dietrologi e cospirazionisti, di colui che, in attesa di ufficializzare le dimissioni, è tuttora formalmente il Presidente del Palermo. Detto questo, se Baccaglini è il passato e Zamparini il presente, non mi stupirebbe che il futuro del Palermo parlasse cinese… Non fosse altro, per proseguire l’opera di "colonizzazione" del calcio italiano…

 

   

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