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L'ultimo pezzo del puzzle: Cesena, è Serie A!

di Alberto Neglia

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© foto di Marco Rossi/Tuttocesena.it

L'abbiamo a lungo atteso, evocato impazienti. Vi abbiamo narrato, come bardi, delle gesta di delle varie squadre impegnate nel corso della stagione. Quello di ieri notte, è stato l'ultimo atto di una Chanson de geste all'italiana, rivisitata in chiave moderna. Alla fine, è stato il Cesena a spuntarla contro il Latina. I romagnoli si sono imposti di misura al 'Francioni', vincendo un avversario, tuttavia, mai pavido. Per i laziali sarebbe stata una prima volta, quella in Serie A; niente da fare, sogno sfumato, città comunque in festa. Resta il valore di una stagione vissuta oltre le più rosee delle aspettative. Resta pure la persuasione di riprovarci già dal prossimo campionato, più forti e più maturi di oggi. D'altronde, la strada è già tracciata.

E' stato uno scontro di ideali, di modi differenti di intendere e di vivere il calcio: da una parte, il Cesena; i Bisoli boys non hanno mai espresso un gioco godibile, badando maggiormente alla sostanza, più che alla forma. Al contrario, gli uomini di Breda hanno spesso dato prova di bel gioco, vantando dei calciatori d'attacco di elevata caratura.

All'andata, il Cesena aveva vinto al 'Manuzzi' con il risultato di 2-1. Ieri poteva bastare anche soltanto un pareggio agli ospiti per passare il turno. I romagnoli, invece, l'hanno avuta vinta, all'ultimo appuntamento di un campionato estenuante. E' stato Bruno, con un pregevole pallonetto, ad aprire le marcature al 13' in favore dei padroni di casa; Defrel, in apertura del secondo tempo,ha ristabilito la parità. Fino alla fine, Latina e Cesena ci hanno lasciati col fiato come sospeso. I bianco-neri hanno stretto i denti, difeso con le unghie il risultato, rimontato, infine, con una rete del solito Cascione.

A Cesena è festa, adesso: le strade si tingono di bianco e di nero e si celebra il ritorno in A dopo appena due anni dalla retrocessione in Serie B del 2012. Quello, era un Cesena imborghesito, limitato dalla sua stessa vanità. Lontano anni luce dalla squadra che siamo abituati a vedere da un anno a questa parte.

Bisoli ha trasmesso suoi uomini il concetto di calcio essenziale; ha creato un gruppo solido, a sua immagine e somiglianza. Ha insegnato a soffrire stoicamente, attutire il colpo e poi reagire. Per gli stoici soffrire era necessario, un momento di passaggio obbligatorio. Sostenevano l'arte del giusto mezzo, della moderazione di fronte al dolore o alla gioia. Bisoli deve aver aderito a tale filosofia, al pareggio quando serve, ai dieci uomini dietro la linea del pallone. Ha guidato le sorti di una società che, solo 18 mesi fa, era destinata al fallimento; attraverso una vera e propria impresa sportiva, ha colorato il buio che, da due anni a questa parte, oscurava la scena in casa bianco-nera.

Finalmente, il quadro è completo: l'ultimo pezzo del puzzle che, con goffa pazienza, abbiamo tentato di comporre con previsioni più o meno credibili nel corso della stagione, è al suo posto. Il Cesena è il terzo club promosso in Serie A, questo è quel che conta. Cala il sipario, si spengono le luci...

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Lunedì 29 Aprile 2024
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