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Pescara, ma non volevi la A? Scempio inaccettabile a Brescia, furia Cosmi e Sebastani. Così proprio non va, i tifosi meritano di più

di Francesca Simonelli

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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Una prestazione oscena, degna della nomina a peggior Pescara degli ultimi dieci anni. 90 minuti passati a camminare in campo, contro un Brescia che ha avuto il merito di crederci fino all'ultimo. Lo ha detto anche Serse Cosmi, che a fine gara era semplicemente indignato per l'atteggiamento dei suoi, rei di aver affrontato la gara senza rabbia agonistica, quasi come se non ci fosse la voglia, da parte della squadra, di vincere e puntare ai Play-off. Con 45 punti gli abruzzesi sono ora dodicesimi, a tre punti dall'Avellino, ultima tra quelle che oggi giocherebbero gli spareggi per la A, e nove punti sul Novara che, se il campionato finisse adesso, giocherebbe i Play-out con il Cittadella, una delle soddisfatte della giornata numero 33. La gara contro il Brescia valeva i Play-off per Sforzini e compagni, che con una vittoria sarebbero stati in piena lotta per la A. Non che ora ne siano del tutto fuori, non è questo il punto. Il problema è la pochezza di quanto dimostrato nel confronto con la squadra dei fratelli Iaconi, una delle grandi delusioni, tra l'altro, di questo campionato. 

E allora la domanda, dopo una simil prestazione, sorge spontanea: caro Pescara, ma in A vuoi andarci, o no? La risposta dovrebbe essere scontata, ma al giorno d'oggi nel calcio esistono dinamiche che non hanno nulla a che vedere con il campo e che sono talmente frequenti da rendere incerta anche la risposta ad una domanda tanto semplice e ovvia. Con questo non si vuole insinuare certo che i giocatori del Pescara abbiano motivi per non vincere, ma soltanto sottolineare la sensazione lasciata dalla gara di Brescia. Sensazione di aver assistito a qualcosa di incomprensibile. Ne sa qualcosa il patron Sebastiani, che ha mandato immediatamente tutti in ritiro, annullando ogni permesso alla squadra. Lo sa anche Cosmi, che nel post gara ha promesso di prendere provvedimenti nei confronti dei suoi uomini, ammettendo di provare vergogna per quanto fatto vedere in campo. Una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi arrivati fino in  Lombardia, nonché della proprietà, che in questa squadra ha investito tanto. 

Una società che spende fior di milioni per allestire la rosa, con un monte ingaggi da big che ricorda quello del Palermo, squadra palesemente di altra categoria, non può permettersi queste figure, nè può accettare di vedere i propri giocatori passeggiare in campo come si farebbe in gita. Senza voglia, senza determinazione, senza agonismo, e chi più ne ha più ne metta. Certamente anche Serse Cosmi ha le sue responsabilità, perché una squadra è sempre un po' lo specchio del proprio allenatore, come si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima. Ma quello che il tecnico aveva dimostrato fino ad oggi, nel suo mese e poco più alla guida degli abruzzesi, era stato sinceramente tutt'altro: 11 punti in 6 gare, con una sola sconfitta casalinga per mano del Palermo, e un volto nuovo alla squadra dal punto di vista della grinta e del gioco. Cosmi è la cura per questo Pescara, abbiamo pensato tutti, almeno fino a qualche ora fa.

Ora però è presto per trarre conclusioni. Non si può condannare un tecnico dopo la prima partita sbagliata. Anche perchè in campo ci vanno i calciatori. E quelli che hanno affrontato il Brescia al Rigamonti, lo hanno fatto con l'atteggiamento di chi non ha interesse a raggiungere l'obiettivo comune, con la mollezza, passateci il termine, di chi non ha nulla da chiedere al campionato. Merito anche al Brescia, per carità, bravo a chiudere gli uomini migliori del Pescara, decisamente lontani dall'essere in giornata. Sforzini, Mascara, Caprari e compagni hanno offerto una prova più che negativa, toccando il punto veramente più basso della stagione. Cosmi lo sa, ed è arrabbiato. Ha promesso riscatto, e con la grinta che lo ha sempre contraddistinto, siamo sicuri che ci proverà. Solo che il tempo stringe, e bisogna trovare presto una soluzione, perchè di chiunque sia la colpa, il Pescara oggi ricopre una posizione di classifica decisamente poco consona agli investimenti economici del proprio presidente e alle aspettative dei propri tifosi, che non possono più accettare, da oggi in poi, di assistere a partite così.

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