Quando il cambio di panchina non paga. Gli strani casi di Carpi e Brescia

© foto di Federico De Luca

Carpi e Brescia hanno diversi punti di contatto. Similitudini tangibili venutesi a creare nel corso di un campionato in cui biancorossi e bresciani avrebbero dovuto recitare  un ruolo da protagonisti ed invece, nel momento chiave del torneo, sono impegnati ad allontanarsi dalle zone difficili della graduatoria anziché accumulare punti per alimentare e sostenere la volata verso la promozione in serie A. Carpi e Brescia hanno gli stessi punti in classifica, 40. Decisamente pochi se si tiene in considerazione le grandi potenzialità dei due organici. Carpi e Brescia, risultati alla mano, al momento sono anche le deluse dei cambi di panchina. Da Vecchi a Pillon, da Bergodi a Ivo Iaconi. Volti nuovi ed idee diverse. I risultati, i punti e le prestazioni però non si discostano molto dal passato. A Carpi Bepi Pillon, esperto tecnico che subentrando in corsa ha centrato anche grandi risultati, è riuscito a racimolare 1 punto in 3 partite. Sconfitto in trasferta sia a Novara che nell’ultimo turno in quel di Latina, l’unica soddisfazione dei biancorossi al momento è il pari casalingo conseguito nel turno infrasettimanale al “Cabassi” contro l’Avellino. E, fra l’altro, non certo un risultato da incorniciare. In superiorità numerica per un’ora il Carpi è riuscito solo a pareggiare il vantaggio irpino. Nulla di più, anche se la fortuna per dirla tutta non è che abbia dato una mano a Sgrigna e compagni. La dea bendata tuttavia è un qualcosa che passa. A volte ti bacia, altre volte ti ignora. Ciò che conta e resta è la prestazione. E dal punto di vista del gioco grandi passi avanti rispetto alla gestione Vecchi non ce ne sono stati. Eppure Pillon ha a disposizione una rosa di primo livello. Ardemagni, Sgrigna, Mbakogu, Porcari, Memushaj, solo per citarne un paio, rappresentano un patrimonio non indifferente. Un tesoro che Vecchi stava riuscendo a valorizzare. Ma non ha avuto il tempo per portare a termine un percorso di crescita che chissà dove avrebbe portato. Forse da nessuna parte, forse lungo la strada che conduce ai play-off. Di certo resta che il cambio in panca non ha dato i frutti sperati. Pillon avrà il tempo per conoscere i ragazzi a sua disposizione? A questo punto, senza nulla togliere all’esperto tecnico ex Ascoli, non era meglio mantenere Vecchi alla guida del gruppo? Interrogativi che restano nella testa dei tifosi biancorossi.

Resta deficitario anche il cammino di Ivo Iaconi alla guida del Brescia. Maifredi, in più di una circostanza, ha spesso sottolineato come la formazione allestita ed ipotizzata in estate dal club per diversi motivi non ha mai avuto la possibilità di scendere contemporaneamente in campo. Infortuni, contrattempi, squalifiche e situazioni di varia natura hanno impedito alle rondinelle di poter contare su tutti gli effettivi, in particolar modo dei cosiddetti titolari. Anche il tecnico giuliese, così come i suoi predecessori Marco Giampaolo e Bergodi, ha dovuto fare spesso i conti con le assenze. Però anche a livello emotivo al momento Iaconi è riuscito a dare poco. In 4 gare 3 sconfitte ed una vittoria, pesante, a Cittadella. 3 punti su 12 a disposizione. Anche qui il bilancio è in rosso. Ed anche a Brescia l’interrogativo resta: ma era giusto cambiare nuovamente allenatore? Bergodi tutto sommato non stava facendo male, i bresciani erano a ridosso della zona spareggi promozione. Insomma, vedendo il percorso di Carpi e Brescia è facile pensare che chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa cosa perde ma non sa cosa trova.