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Serie B, il punto sulla 16a giornata

di Marco Lombardi

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Galano
Galano
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Palermo chiama, Bari risponde. Prosegue l’appassionante altalena in vetta alla classifica del torneo cadetto. Nell’anticipo della 16a giornata i rosanero riscattano prontamente il passo falso casalingo con il Cittadella espugnando il “Partenio”. Prova di forza degli isolani che, in inferiorità numerica per oltre un tempo, piegano un Avellino opaco e arruffone. Una vittoria frutto di un gruppo forte e coeso, che riflette fedelmente il temperamento del proprio allenatore cui va riconosciuto il merito di aver saputo isolare la squadra dalle “fastidiose” vicende extracalcistiche.

Dopo un’attesa durata 20 anni, torna il derby d’Apulia. Dinanzi ad una cornice di pubblico degna di palcoscenici più prestigiosi (oltre 33mila gli spettatori assiepati sugli spalti del “San Nicola”), Bari e Foggia hanno dato vita ad una gara al calor bianco, vibrante, giocata perennemente sul filo dell’equilibrio. Stroppa lancia tra i pali il baby Tarolli e per lunghi tratti della partita riesce ad imbrigliare la manovra dei galletti con un pressing asfissiante sui portatori di palla. La gara non si sblocca ma proprio quando tutto lascia presagire un pareggio a reti bianche, al 92’ il Bari passa: Brienza ricama per Floro Flores, che sguscia in area e porge a Galano una palla solo da accompagnare in rete. Il boato del pubblico di casa è assordante: il gol del trequartista dauno (beffardo scherzo del destino!) consegna ai biancorossi derby e primato solitario in classifica. Ha vinto la squadra qualitativamente superiore, ma il Foggia esce da Bari a testa alta.

Pirotecnico l’epilogo del match clou di giornata. Al “Castellani” si consuma il più classico degli harakiri. Due minuti di "follia" in piena zona Cesarini sono sufficienti al Frosinone per dilapidare sciaguratamente un doppio vantaggio e farsi riprendere dall’Empoli. I toscani ringraziano, sbalorditi da cotanta “generosità”. Perché senza nulla togliere a Caputo (da antologia la seconda rete del bomber di Altamura), è chiaro che il Frosinone ha gettato alle ortiche una vittoria che aveva in tasca. A parziale attenuante dei ciociari c’è un’infermeria traboccante che riduce drasticamente le alternative a disposizione di Longo, impedendo al tecnico torinese di far rifiatare alcuni titolari che finora hanno tirato la carretta. E quello della coperta corta è un problema che si trascinerà fino alla riapertura delle liste.

Perdono terreno dalla vetta Parma e Venezia. I ducali cadono al “Cabassi”, piegati da un Carpi “arrabbiato”, desideroso di cancellare l’onta della manita incassata a Perugia. Battuta d’arresto anche per i lagunari di Pippo Inzaghi, che cedono a domicilio sotto i colpi di un Novara cinico come raramente era capitato finora.

S’interrompe al “Tombolato”  la striscia di 12 risultati utili consecutivi della Salernitana. Galvanizzato dall’eclatante blitz di Palermo, il Cittadella arresta anche la corsa della truppa di Bollini (ora superata in classifica proprio dai veneti) e prosegue la marcia di avvicinamento alle primissime piazze. Quanto agli ospiti, francamente ho trovato eccessive e ingenerose le esternazioni del ds Fabiani, che ha bacchettato la squadra  rimproverandole  un “atteggiamento da oratorio”, di aver fatto da “sparring partner al Cittadella” ecc… Credo che steccare una gara dopo 12 turni di imbattibilità ci possa anche stare!?

Cresce lo Spezia, che al “Picco” rifila 4 "pappine" ad un Pescara avviluppato in un’inquietante crisi di identità. Una squadra, quella di Sdengo, fragile, involuta, priva di equilibrio (già 29 le reti al passivo, peggio solo Cesena e Foggia).  Diversi gli interpreti che faticano ad assimilare i concetti propugnati dal boemo. E con i rebus Ganz e Benali che andranno risolti. A gennaio…

In coda, salomonico pareggio fra Pro Vercelli ed Entella, mentre torna a muovere la classifica l’Ascoli che al “Del Duca” si spartisce la posta con la Cremonese. Pari di rigore nell’infuocato derby umbro. La Ternana sperpera 2 punti virtualmente in cassaforte facendosi acciuffare a tempo scaduto da un Perugia ridotto in dieci uomini ma orgogliosamente indomito. Arrembante come sempre, la Ternana ha fatto la partita, producendo un possesso palla dominante contrassegnato da manovre avvolgenti e fraseggi veloci, ma non ha saputo assestare il colpo risolutore. La squadra di Pochesci paga drammaticamente l’atavica mancanza di un finalizzatore di razza, in grado di capitalizzare il volume di gioco creato. Ma anche una certa propensione ai pareggi (addirittura 10). E la classifica ne risente.

Nel monday night, infine, il Cesena supera di misura il Brescia e abbandona l'ultimo posto. Un gol e poco altro. La squadra di Castori incarna la più trita versione del catenaccio italico. Chiuso in vantaggio il primo tempo, nella ripresa i romagnoli hanno arretrato il baricentro, che definirlo difensivo sarebbe un eufemismo, limitandosi a “spolverare” l’area di rigore con una serie inenarrabile di campanili alla viva il parroco. Poco ortodossi, inguardabili, ma estremamente efficaci. Il calcio però è un’altra cosa… Quanto alle Rondinelle, risucchiate ora nel marasma della zona calda, la sconfitta incassata in Romagna avvalora l’idea di una squadra inesorabilmente Caracciolo-dipendente. Fermato l’Airone, per il Brescia è notte fonda. L'infinità di palloni persi nel primo tempo, inoltre, contribuisce a tratteggiare un quadro a tinte fosche. Nel secondo tempo l’ingresso di Machin ha conferito ordine e geometrie alla manovra, troppo poco però per scardinare il "Fort Knox" eretto da Castori.

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Venerdì 3 Maggio 2024
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