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Faty: "Un errore preferire il Leverkusen alla Serie B. Il Livorno mi è costato lo scudetto. De Rossi diventerà un grande allenatore"

di Christian Pravatà

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© foto di Alberto Fornasari

Il centrocampista francese dell’Ankaragucu Ricardo Faty si è raccontato in una lunga intervista sul canale Instagram del noto giornalista Nicolò Schira. Queste le principali dichiarazioni dell’ex calciatore della Roma.

CORONAVIRUS - “Per fortuna qui in Turchia la situazione è meno grave di quella in Italia, mando un forte abbraccio a tutti gli italiani. Speriamo possa essere sconfitto al più presto questo terribile virus”.

INIZI - “Da bambino giocavo attaccante e sognavo di fare tanti gol come George Weah nel Psg. Tifavo per lui e per la Roma, perché c’era Totti. Mi piaceva tantissimo”.

UNDER 21 - “Fu una grande esperienza con la Nazionale francese. Eravamo un bel gruppo con tanti giocatori importanti come Sagna, Lassana Diarra e Yoann Gourcuff. Quest’ultimo era un grande talento. Perché non ha sfondato al Milan? Forse era troppo giovane e quel Milan era pieno di grandi campioni. In Francia però ha fatto grandi cose”.

ROMA-STRASBURGO- “Giocavo titolare in Coppa Uefa senza avere ancora il contratto da professionista. Feci una grande gara all’Olimpico e Spalletti appena seppe la mia condizione contrattuale spinse per portarmi in giallorosso”.

SPALLETTI- “Gli devo molto, visto che mi volle lui alla Rona. Parliamo di un grande allenatore che ha fatto benissimo a Roma e anche all’Inter. Nella Capitale potevamo vincere di più se non ci fosse stata un Inter straordinaria contro. Ricordo però la Coppa Italia vinta 6-2 all’Olimpico contro i nerazzurri. Fu una grande gioia. Spalletti mi dava tanti consigli, nonostante giocassi poco”.

TOTTI - “Il più forte di tutti. È stato il più grande con cui ho giocato. Il giocatore è fenomenale, ma è anche un grande leader nello spogliatoio. Sempre sorridente, faceva morire dal ridere con le sue battute. È un peccato che non sia più nella Roma”.

DE ROSSI - “Sono rimasto in contatto con lui e Julio Sergio. Diventerà un grandissimo allenatore. Ha visione di gioco e del calcio come suo padre, sarebbe bello sfidarlo un giorno da allenatore e perché no magari lavorare insieme nella Roma. È il suo sogno, gli auguro di realizzarlo”.

TUTOR - “Il compagno che più mi aiutò a inserirmi in giallorosso fu Philippe Mexes. Un grande leader”.

MENEZ - “Ci conoscevamo fin da quando eravamo bambini, è stato un piacere giocare insieme a lui. Tecnicamente faceva quello che voleva col pallone”.

RANIERI - “Un altro grande allenatore. Quell’anno potevamo vincere lo Scudetto, se ripenso a Roma-Samp e Roma-Livorno...Peccato perché eravamo alla pari dell’Inter di Mourinho che poi ha vinto tutto”.

LEVERKUSEN - “Voeller mi voleva a tutti i costi, ma col senno del poi ti dico che è stato un errore andare lì. Non è stato uno step importante per la mia carriera. Invece di crescere ho perso un anno. Avevo bisogno di giocare, sarebbe stato meglio rimanere in Italia andando in prestito in A o in B in Italia”.

VIDAL - “Abbiamo giocato insieme a Leverkusen. Era arrivato dal Cile come esterno e in Germania è diventato il campione che tutti conosciamo. Gli piaceva molto l’Italia e il calcio italiano. Se sta bene, Arturo è devastante. Visto il grande rapporto con Conte non meravigliano le voci che lo danno all’Inter. Sono certo: se andrà via da Barcellona, tornerà da Conte. Sarebbe un grande colpo per loro”.

CUPER - “Scelsi di andare in Grecia, perché c’era lui sulla panchina dell’Aris Salonicco. Un grande uomo: diretto in quello che dice e con personalità. Il primo anno fu molto importante: giocavamo contro Atletico Madrid e Manchester City in Europa League, mentre il secondo anno la società ha avuto problemi economici e siamo andati in difficoltà”.

AJACCIO - “Due anni belli. Ero diventato papà e volevo tornare in Francia. Peccato per un brutto infortunio che mi ha frenato e tenuto fuori diversi mesi”. UNDER - “Lo conosco bene dagli inizi della sua carriera nella B turca. Ha grandi colpi e può diventare un grande giocatore. L’ho incontrato un po’ di tempo fa insieme a mio figlio: può essere il futuro della Roma”.

TURCHIA - “È il campionato ideale per le mie caratteristiche, perché amano i calciatori di grande struttura fisica e con esperienza. Insomma, le mie caratteristiche. Infatti sono 5 anni che gioco qui ormai”.

VENDITTI - "A Roma mi innamorai delle canzoni di Antonello Venditti. Ancora adesso le canto. La mia preferita è Roma Capoccia, ma ho ancora i brividi quando sento Grazie Roma. All'Olimpico la mettevano sempre dopo le nostre vittorie: che ricordi...".

FUTURO- “Mi piacerebbe giocare ancora 2-3 anni per poi diventare allenatore o dirigente. Devo ancora decidere”.

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