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FOCUS ON...Daniele Sciaudone, il Marchisio bergamasco del Bari

di Luca Ngoi

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© foto di Federico Gaetano/TuttoLegaPro.com

Se passate per Taranto e siete appassionati di calcio, e magari vi va di scambiare due chiacchiere con qualche appassionato tifoso locale c’è un giocatore che sicuramente farà parte dei vostri discorsi. Si chiama Daniele Sciaudone, centrocampista classe ’88 nato a Bergamo ma con la valigia in mano. Sì, perché dopo la formazione nel settore giovanile e nella prima squadra della Tritium, club più lombardo che mai che ha sede a Trezzo d’Adda, è il Taranto a volerlo fortemente per farne una delle colonne portanti per il futuro.

Nelle prima stagione però sono solo i tifosi più accaniti a conoscerne a malapena il nome, visto che dà prova delle sue qualità soltanto in allenamento e può giocare delle partite vere  soltanto in Coppa Italia, peraltro uscendone  sconfitto. Non proprio un inizio di carriera come se lo aspettava per un ragazzo che ha percorso centinaia di chilometri per andare via da casa, nell’estremo sud, a trovare fortuna.

L’anno successivo compie già un piccolo salto in avanti, in una squadra che aveva come obiettivo soltanto la salvezza Daniele è protagonista di un buon campionato, condito da 21 presenze e un gol nell’1-1 contro la Pistoiese. La fotografia più bella di questa stagione è però quella dell’ultima giornata di campionato, in cui il Taranto riesce a salvarsi battendo a domicilio il Sorrento 3-2 proprio grazie ad uno slalom ubriacante di Sciaudone che conclude il tutto con l’assist che vale il gol vittoria.

Come detto però Sciaudone è ragazzo volenteroso e dalla mente aperta, dunque non esita un secondo quando si presenta l’opportunità di andare a fare esperienza in una squadra dalle ambizioni minori ma che poteva garantirgli grande spazio come il Foligno

E qui la magia ha inizio, perché il centrocampista centrale gioca 38 partite complessive tra campionato, playout e Coppa Italia, dando prova delle sue reali doti tecniche. Parliamo infatti di un regista completo, dalle sopraffine capacità di passaggio, nel breve come nel lungo, unite a più che discrete doti fisiche e di resistenza, elementi fondamentali per un centrocampista del 2012. A Foligno mette in mostra anche quella che è la caratteristica che gli addetti ai lavori apprezzano di più: l’inserimento mortifero che nella stagione 2010-11 lo porta a segnare la bellezza di 8 gol.

Daniele è finalmente pronto per il grande salto di qualità, è pronto per tornare a Taranto e dimostrare il perché la squadra pugliese lo aveva sottratto alle valli bergamasche in gioventù. Questa volta, con mister Dionigi in panchina, il suo compito è quello di essere il leader del centrocampo, colui che detta i tempi per trovare soluzioni creative per sé e per i compagni in un 3-4-3 dinamico e veloce. La formula è quella giusta poiché, nonostante i grossi problemi societari del club, in campo la squadra dà spettacolo, con Sciaudone che si attesta subito tra i giocatori più amati dalla tifoseria.  Più di una volta risulta come il migliore in campo, ma anche nelle sconfitte è quasi sempre lui quello che si presenta davanti alla stampa per spiegare i motivi delle (poche) amarezze ioniche o prove deludenti.

Dopo un’annata da favola è normale che arrivino richieste da ogni parte d’Italia per il ragazzo, probabilmente il miglior centrocampista della Lega Pro. Si scatena un’asta in cui tutti sembrano volerselo accaparrare, ma alla fine la spunta un’altra squadra pugliese, il Bari, cosa che non potrà far piacere ai tifosi rossoblu tarantini in quanto i Galletti sono i rivali storici. L’opportunità di giocare in Serie B è però troppo grande per non essere colta. Una “opportunità irrinunciabile”, quella di Bari, come lui stesso l’ha definita in sede di presentazione, dove ha detto di voler essere il “Marchisio del Bari”, un paragone sicuramente difficile da mantenere. Ma per lui garantisce bomber Guazzo, suo compagno nell’avventura al Taranto che tempo fa ha dichiarato che “con la testa giusta può diventare un grande giocatore”. Dipende solo da lui, per Sciaudone il limite è solo il cielo.

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