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ESCLUSIVA TB - Calori: “Perugia-Ternana sfida equilibrata. Tanti esoneri? La B devi conoscerla… Frosinone primo non a caso, poi tutto aperto. Forza Zac!”

di Marco Lombardi

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Calori
Calori

Il derby Perugia-Ternana, in programma sabato al 'Renato Curi', visto dagli occhi di un doppio ex. E poi la crisi del Brescia, la rinascita del Venezia, la voglia di tornare in pista, dopo l'esperienza con la Primavera della Lazio, e un augurio affettuoso ad Alberto Zaccheroni. Di questo e altro ha parlato mister Alessandro Calori, in esclusiva ai microfoni di TuttoB.com.

Partiamo dal derby umbro: che partita sarà?

“Il derby è sempre una partita particolare, la classifica conta relativamente. Si affrontano due squadre che si equivalgono: sarà importante l’approccio, l’interpretazione e saper sfruttare al meglio le proprie qualità”.  

Scontato chiederle per chi tiferà…

“Al Perugia mi lega un anno bellissimo da calciatore, mentre a Terni la mia parentesi da allenatore è stata troppo breve”.

Appunto: che ricordi ha dell’avventura sulla panchina delle Fere?

“Ricordo che appena arrivato schierai subito titolare Pobega, ora al Milan e in Nazionale. In squadra avevo anche Palumbo, che oggi è uno dei migliori centrocampisti della Serie B. Quella Ternana viveva un momento delicato, io subentrai in corsa e rimasi per sole cinque giornate, non avendo di fatto modo di mettere in campo le mie idee e dare un’impronta alla squadra. Quando me ne andai la Ternana si salvò solo all’ultima giornata. Detto ciò, la programmazione era di un anno e mezzo, ma fu uno sbaglio accettare perché non volevo restare in Serie C. Recentemente ho letto che il presidente Bandecchi vorrebbe lasciare, sarebbe un peccato perché lui è molto ambizioso e sta facendo tanto per Terni; sa perfettamente che per arrivare a certi livelli servono strutture, campi di allenamento, un nuovo stadio…: tutte cose che ha in mente di fare”.    

Quattordici maggio 2000: cosa le viene in mente?

“Sono passati ormai 23 anni da quel Perugia-Juventus 1-0, ma resta sempre il ricordo di un giorno importante. Il mio gol a Van der Sar, all’ultima giornata, decise il campionato. Adesso però vorrei tornare in pista come allenatore, forte di quasi 200 panchine in Serie B; la gavetta l’ho fatta, attendo una proposta gratificante dalla cadetteria. Credo di meritarla. Ne approfitto, intanto, per fare il procuratore di me stesso e propormi. Vengo da una bellissima esperienza alla guida della Primavera della Lazio, ma ora voglio rientrare tra i ‘grandi’".      

Cambiamo argomento. Continua l’ecatombe di allenatori, dopo Cannavaro è saltato anche De Rossi: i due tecnici ‘mundial’ hanno pagato l’inesperienza?     

“La Serie B è un osso duro, devi conoscerne i codici, i giocatori, gli avversari… Si dice che “il calcio è sempre uguale”, ma questo è qualunquismo perché non è affatto così. Fermo restando che può capitare anche che le cose si incastrino alla perfezione e allora tutto fili liscio… Tornando a Cannavaro e De Rossi, ad ogni modo, non credo che le colpe maggiori siano le loro…”.

Il tema dell’inesperienza tiene banco anche a Brescia. Dopo il siluramento bis di Clotet, la panchina delle rondinelle, invischiate nella lotta per non retrocedere, è stata affidata a Possanzini, che ha subito steccato all’esordio: non crede sia un azzardo puntare su un tecnico alle prime armi per ovviare a una situazione così delicata?

“L’allenatore non ha la bacchetta magica, serve tempo… Si tende ad addossare ai tecnici il 90% delle responsabilità ogniqualvolta le cose non funzionano, ma le colpe vanno condivise. Troppi avvicendamenti in panchina finiscono per privare i giocatori di certezze e punti di riferimento”.

In netta ripresa il Venezia di Vanoli: il mercato di gennaio pare aver giovato alla causa dei lagunari…

“Anche loro erano partiti male, poi piano piano si sono assestati: hanno trovato la quadra e ora stanno risalendo la china. Non dimentichiamoci che il Venezia, ad inizio stagione, era tra le candidate per la Serie A… In B serve continuità per ottenere risultati importanti. Detto questo, se il Venezia infila un filotto di vittorie può anche rientrare nelle prime otto. Il confine tra playout e playoff è sottilissimo”.

In testa, invece, il Frosinone ha virtualmente ipotecato la promozione. Chi farà compagnia ai ciociari in Serie A?

“Il Frosinone è lassù non per caso, il primo posto è frutto di una sapiente programmazione. Dopo un anno di transizione, quest’anno hanno rivisto qualcosa e i risultati stanno dando loro ragione. A Frosinone ci sono tutti i presupposti per fare bene: una società equilibrata, uno stadio di proprietà, grande entusiasmo e senso di appartenenza. Nel calcio non serve spendere tanto, contano le idee, le intuizioni e avere un ds che avalli le scelte del tecnico. Quanto alle altre pretendenti alla promozione, il Genoa potenzialmente è la più forte; ha trovato la marcia giusta, ma la B è strana e può succedere di tutto… Prendiamo la Reggina, che sembrava avere in mano il campionato e adesso è in crisi. Bisogna saper gestire i momenti difficili. Tutto è in divenire…”.    

Lei è stato il capitano dell’Udinese che nella stagione 97/98 giunse terza in Serie A: come ha appreso la notizia dell’incidente domestico occorso all’allora tecnico bianconero Alberto Zaccheroni?  

“Sono in contatto con il figlio. So che il mister è stato operato alla testa e tuttora si trova in rianimazione, ma in fase di miglioramento. Sono molto affezionato a lui e alla sua famiglia, spero si riprenda il prima possibile”.

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