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ESCLUSIVA TB - Cittadella, Chiaretti: "Serie A sogno possibile. A gennaio tante richieste, ma... Astori, tragedia che fa riflettere"

di Marco Lombardi

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Chiaretti
Chiaretti
© foto di Federico Gaetano

Un sogno da inseguire, un progetto che parte da lontano. Ipotecata la salvezza, il Cittadella, terza forza del campionato cadetto, getta la maschera e punta all’obiettivo grosso: la serie A. Possibilmente senza passare dalla porta di servizio. In esclusiva per TuttoB.com, il trequartista brasiliano Lucas Chiaretti ha fotografato l’esaltante momento vissuto dal club granata.

Che aria si respira al terzo posto?

“Un’aria molto positiva… Nelle ultime quattro partite abbiamo ottenuto 3 vittorie e 1 pareggio contro l’Empoli. L’obiettivo primario era la salvezza, ed è stato raggiunto. E' il momento di alzare l’asticella”.

Ora non potete nascondervi… La promozione diretta non è più utopia…

Stiamo dimostrando di potercela giocare ad armi pari con tutte. La serie A è un sogno possibile, ci proveremo fino alla fine”.

Una serie A che hai solo accarezzato ai tempi del Pescara…

“Sì, è stata una stagione molto sfortunata. A Pescara mi aveva voluto Zeman. Alla prima di campionato contro l’Inter ero in panchina, poi mi sono rotto il tendine rotuleo e non ho potuto sfruttare la mia opportunità”.

Qual è la squadra che ti ha impressionato di più? 

“A mio parere l’Empoli è quella più preparata e completa in ogni reparto. Gli azzurri sono pronti al salto di categoria. Anche il Palermo e il Parma sono grandi squadre. Senza tralasciare il Bari… La serie B è un campionato tosto, competitivo, in cui l’equilibrio la fa da padrone ”.

E invece il giocatore?

Direi senza esitazione Bennacer dell’Empoli, giocatore di un’altra categoria: dinamico, tecnico, bravo a coprire tutti gli spazi sul campo. E poi Caputo, un attaccante che in B non ha eguali”.

A proposito di Empoli… Quanto rammarico c’è per i 2 punti sfuggiti a tempo praticamente scaduto, dopo aver messo alle corde l’ex capolista?

“Resta tanto rammarico, ma anche la consapevolezza di aver fornito un’ottima prestazione al cospetto della squadra più forte del campionato. Certo, incassare il pareggio al 95’ è bruciante, soprattutto per come è scaturito il gol ovvero sugli sviluppi di un calcio d’angolo che non andava assegnato. Ma è un risultato che ci sta, anche l’Empoli ha avuto le sue occasioni”.

Nel corso della finestra di mercato di gennaio diversi club hanno bussato alla porta del Cittadella per te… Cosa ti ha spinto a restare in granata?

Sì, ho ricevuto richieste da molti club: Lecce in primis, ma anche Parma, Bari... E persino una proposta allettante dall’Asia. Sono rimasto a Cittadella per dare continuità al progetto, un lavoro di 3 anni che ci ha portato a cogliere grandi risultati: io e i miei compagni vogliamo provare a coronare un sogno…”.

Qual è il segreto dei successi del Citta?

“L’umiltà, lo spirito di sacrificio, la cultura del lavoro. Qui prima del giocatore viene sempre l’uomo. Il nostro è un ambiente positivo dove si può fare calcio serenamente, al riparo da eccessive pressioni, e il gruppo è sano: queste sono le componenti che fanno la differenza”.

Come hai vissuto la tragedia di Astori?

Sono profondamente dispiaciuto, senza parole. Quanto è accaduto al povero Astori deve farci riflettere sui valori della vita. Da un momento all’altro può arrivare il nostro ʿturnoʾ...  Questa tragedia ci insegna a godere delle piccole cose, quelle che contano veramente, perché non si può mai sapere cosa accadrà…”.

 

 

 

     

 

 

 

 

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