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ESCLUSIVA TB - FeralpiSalò, Carraro: "Promozione magica, mi ripaga di tutti i sacrifici. Ecco i segreti del nostro successo. Che onore i complimenti di Dionisi. Sui playoff di C…”

di Marco Lombardi

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Carraro
Carraro
© foto di Uff. Stampa FeralpiSalò

La B cercata, voluta e ritrovata. I segreti di una promozione storica, la centralità nel progetto e quel messaggio che riempie d'orgoglio. TuttoB.com ha intervistato Federico Carraro, regista della FeralpiSalò neopromossa in Serie B. 

Da tempo il club progettava la scalata alla Serie B. Cos’ha fatto la differenza quest’anno rispetto alle passate stagioni ai fini del conseguimento di un traguardo storico?

“Sono arrivato quattro anni fa e, sì, già allora la società voleva vincere. Forse però, pur essendoci giocatori importanti, mancava ancora qualcosa per compiere il salto di qualità definitivo. Negli ultimi anni il club è cresciuto molto a livello organizzativo e di infrastrutture (campi, palestra…), uno step fondamentale per vincere. Inoltre la continuità di guida tecnica e un gruppo sano, che si allena al massimo e in cui tutti si vogliono bene, sono stati fattori determinanti, tenuto conto che non abbiamo una tifoseria nutritissima”.     

C’è stato un momento, nell’arco della stagione, in cui avete temuto di non farcela? E invece quando avete capito di avere la promozione in pugno?

“Le tre sconfitte incassate ad ottobre con Pro Vercelli, Arzignano e Renate ci hanno fatto perdere un po’ di terreno dalla vetta, poi però con la forza del gruppo abbiamo prepotentemente rialzato la testa, tanto che a dicembre ci siamo laureati campioni d’inverno. In marzo, invece, le due vittorie in rapida successione con Renate (1-4) e Vicenza (2-0), giocando un calcio stupendo, ci hanno consentito di mettere una bella ipoteca sulla promozione; lì abbiamo capito di potercela fare”.

Catanzaro, FeralpiSalò e Reggiana già promosse in B: ne manca una…

“Ai playoff conta molto il fattore pubblico. Le mie favorite sono il Vicenza, che è cresciuto tanto e ha vinto la Coppa Italia di Serie C, il Cesena e il Crotone”.    

Hai rinnovato fino al 2025 con i Leoni del Garda, un attestato di stima importante che certifica la tua centralità nel progetto.

 “Al momento di prolungare il contratto ho percepito la fiducia e la stima della società come mai prima in carriera. Ho capito che dovevo restare qui e dare tutto per la maglia e per il club”.

 A chi hai dedicato la promozione e qual è stato, invece, il messaggio di congratulazioni che più ti ha fatto piacere ricevere?

“La dedica va a mia moglie e ai miei figli che mi sono sempre stati accanto, anche quando ero infortunato, non facendomi mai mancare un sorriso. Quanto al messaggio, senza dubbio quello di mister Dionisi”.

Restiamo in tema di allenatori. Quale il tecnico cui sei più legato e/o dal quale hai appreso di più?

“Ne cito tre. Innanzitutto Massimo Gadda, che ho avuto all’Imolese in D; fu lui a schierarmi regista davanti alla difesa, ruolo che il mister ricopriva da giocatore. Poi appunto Alessio Dionisi, maestro di calcio ora al Sassuolo in Serie A, alle cui dipendenze ho giocato all’Imolese in C; un tecnico fortissimo. E ovviamente Stefano Vecchi, cui devo tantissimo, in primis la mentalità vincente che ha saputo trasmettermi”.

Non ancora 18enne hai esordito in Serie A con la Fiorentina di Prandelli; in quella squadra militava Alberto Gilardino: che effetto ti fa vederlo ora sulla panchina del Genoa?

“All’epoca lo vedevo come un fenomeno, ma onestamente non immaginavo che poi avrebbe intrapreso la carriera di allenatore. E invece... Peraltro, i giocatori che lo hanno avuto come tecnico me ne hanno parlato in termini lusinghieri. Io lo conosco come persona ed è eccezionale. Mi fa molto piacere vederlo sulla panchina del Genoa intento a giocarsi la promozione in Serie A”.

Cosa si prova ad indossare la fascia di capitano in sostituzione del titolare effettivo (Elia Legati, ndr)?

 “È qualcosa di bello e al contempo responsabilizzante, che dona leadership e ti porta a diventare un punto di riferimento per i tuoi compagni. Elia mi ha insegnato tanto, lo stimo molto per il suo modo di interpretare il ruolo di capitano dentro e fuori dal campo”.

Ritrovi la Serie B a distanza di due lustri per viverla, questa volta, da attore protagonista...

“Sono passati tanti anni e sono cresciuto come uomo e come calciatore. Questa promozione ha un sapore speciale, mi ripaga delle delusioni e di tutti i sacrifici fatti. Alla FeralpiSalò sono di casa e vincere qui è qualcosa di magico. Che mi riempie d’orgoglio. Non vedo l’ora di cominciare l’avventura in Serie B”.

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