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ESCLUSIVA TB - Meluso: "Pisa da promozione diretta. Benevento, Como e Cagliari deludenti; dispiaciuto per il Cosenza. Segnatevi due nomi: Florenzi e Bernabè"

di Marco Lombardi

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Meluso
Meluso
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Ai microfoni di TuttoB.com è intervenuto Mauro Meluso, già direttore sportivo del Lecce e direttore generale dell’area tecnica dello Spezia.

Più sorprendente il primo posto del Frosinone o il piazzamento in zona playoff del Sudtirol?

“Il Frosinone non mi sorprende più di tanto, è una squadra costruita molto bene. Avendo lavorato là in passato, conosco il presidente Stirpe, persona intelligente, competente e lungimirante; un professionista di altissimo livello. Il Sudtirol, invece, credo che abbia sorpreso un po’ tutti gli addetti ai lavori, giacchè all’inizio della stagione non era accreditato per un campionato così importante. Detto questo, se dopo un intero girone si trova all’interno del perimetro playoff, non può essere frutto del caso; significa che ci sono dei valori”.

Genoa in grande ascesa, è bastato cambiare allenatore per svoltare: sarà così anche per il Cagliari con Ranieri?

“Difficile a dirsi, ogni situazione ha le sue dinamiche, i suoi perché. Penso che Liverani sia un ottimo tecnico, ma a Cagliari c’è una situazione negativa che si trascina da tempo, sembra quasi che si sia abbattuta una maledizione; sono passati tanti allenatori e ora hanno puntato su Ranieri, un profilo top che non si discute. I rossoblù arrivano da una retrocessione incredibile e la classifica attuale è incomprensibile, a maggior ragione considerati i massicci investimenti per allenatori e giocatori effettuati dal presidente Giulini, al quale non si può rimproverare nulla”.

Chi vola è il Pisa targato Luca D’Angelo. I nerazzurri si sono resi protagonisti di una risalita sensazionale dall’ultimo al quinto posto. Di questo passo potrebbero rientrare in gioco anche in chiave promozione diretta?

“Assolutamente sì, perché stanno viaggiando a ritmi da promozione diretta. La scelta di non confermare D’Angelo si è rivelata un errore di valutazione, ma le persone intelligenti sono quelle capaci di ravvedersi e richiamarlo è stata una mossa azzeccata. Fermo restando che Maran non è di certo uno sprovveduto, bensì un allenatore esperto e capace. Evidentemente, però, il Pisa si esprime meglio con D’Angelo”.

Una squadra parecchio inguaiata è il Cosenza, fanalino di coda, a cui lei è particolarmente legato.

“Sono addolorato più di quanto si possa immaginare. Cosenza è la mia città natia, lì ho lavorato due anni e so perfettamente quanta passione si respira per il calcio. Purtroppo la Calabria è una terra 'di Serie B’, un po’ martoriata negli anni. Auguro di cuore alla squadra e alla società di risollevarsi, magari con qualche innesto nella finestra di mercato invernale”.

Quali le compagini più deludenti per Mauro Meluso?

“Direi Benevento e Como, malgrado i segnali di ripresa, in quanto si tratta di compagini costruite con un enorme dispendio… ‘energetico’ (ride, ndr). Così come il Cagliari. Però il bello della Serie B è che, essendo un campionato lungo e imprevedibile, con 2-3 vittorie ci si può risollevare. Per sforzi fatti e risultati ottenuti, anche il Parma è una mezza delusione; il presidente Krause ha investito fiumi di denaro, tanto di cappello perché il calcio ha anche un impatto sociale, ma finora i risultati sono troppo striminziti. Comunque i ducali possono riprendersi e disputare un grande girone di ritorno. Pecchia è un vincente e vorrei ricordare Estevez, un giocatore importante che ho portato io in Italia, a La Spezia”.

Consigli per gli acquisti. Un giocatore di Serie B che proporrebbe a una big di A?

“A me piace molto Florenzi del Cosenza, lo reputo già pronto per il massimo campionato; anche a dispetto di un fisico esile, essendo in grado di sopperire con energia, tecnica e intelligenza tattica. Occhio anche a Bernabè del Parma”.

I 50mila spettatori che al ‘San Nicola’ hanno assistito a Bari-Genoa sono lo spot migliore per questa Serie B di altissimo livello.

“È il giusto tributo a una società, il Bari, che ha fatto un grandissimo lavoro per uscire dall’inferno della Serie C. Io ne so qualcosa: quando arrivai a Lecce i giallorossi era da 5 anni che provavano a salire in Serie B e trovai una situazione economica disastrosa; ma riuscimmo a compiere addirittura il doppio salto dalla Lega Pro alla A. Chiusa la parentesi, complimenti al direttore sportivo Polito, che è stato molto abile operando con saggezza, senza fare il passo più lungo della gamba. Perché in C se spendi tanto e non vinci, il rischio concreto è quello di chiudere baracca e burattini…”.    

Recentemente lei ha smentito i contatti con la Ternana, attualmente c’è qualcosa che bolle in pentola?

“Ho avuto qualche abboccamento con un paio di club di Serie B ma, confermo, non con la Ternana. Tuttavia si trattava di situazioni che non mi convincevano appieno, per cui meglio aspettare l’occasione giusta: deve scattare la scintilla…”.

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