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Cittadella, Gabrielli: "Appena fuori dalla crisi pandemica il nuovo stadio sarà una delle nostre priorità"

di Christian Pravatà

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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Questione nuovo stadio a Cittadella, ieri sera ne ha parlato, in una lunga intervista andata in onda su Telechiara, a Rigorosamente Cittadella, il presidente del sodalizio granata Andrea Gabrielli, al vertice della squadra dal 2009; la famiglia Gabrielli, peraltro, festeggerà nel 2023 i cinquant’anni di presidenza del club. Il primo fu il padre di Andrea Gabrielli, Angelo Gabrielli. Così il presidente Andrea Gabrielli, ieri sera, sul nuovo stadio: “Il progetto dello stadio lo portiamo avanti. Stiamo analizzando il costo complessivo dell’opera, oggetto poi del project financing che servirà per realizzare il tutto. Proporremo all’amministrazione il progetto; ci faremo carico di tutto l’investimento e nessun cittadellese pagherà un euro per gli interventi che andremo a fare nello stadio. L’onere sarà tutto di chi propone il progetto. L’amministrazione avrà poi il compito di decidere se il progetto andrà bene e una volta che avremo l’ok partiranno i lavori. Ci sarà poi un bando e ovviamente tutte le formalità da rispettare; la burocrazia in questo caso non sarà di poco conto perchè si tratta, di fatto, di realizzare un’opera pubblica”. Perchè il Citta non ha approfittato di questo periodo, senza tifosi in tribuna, per avviare i lavori? “Mah, c’è tanta gente coraggiosa con i soldi degli altri. Battute a parte; in questo momento siamo concentrati ad uscire il più rapidamente possibile dalla situazione pandemica che ci ha colpito tutti. Una volta che saremo usciti da questo problema lo stadio tornerà ad essere una delle nostre priorità. Ci sono tanti milioni in gioco; di cifre al momento preferiamo non parlare ma il sacrificio economico, per realizzare l’opera, siamo pronti a farlo”. “Pensiamo ad uno stadio in linea con gli orientamenti generali che anche gli organi sportivi stanno dando. Chiusura dei quattro lati, eliminazione della pista di atletica ai lati del rettangolo verde e una capienza non particolarmente esagerata. Al momento il Tombolato contiene poco più di 7000 posti; con il primo stralcio lo porteremmo a poco più di 10mila, sufficienti per giocare un anno in deroga in serie A. Con la possibilità poi di arrivare, con un ulteriore intervento, sopra quota 16mila posti che rappresenta ora il numero minimo di spettatori che uno stadio deve avere per essere regolamentare per la serie A; non servono comunque, a mio parere, stadi enormi. Dovessimo arrivare in serie A, a parte 4-5 partite contro le grandi ad esempio Juventus, Inter, Milan, Roma e Lazio capaci di riempire lo stadio, per il resto la vedo difficile che arrivino più di chissà quanti spettatori”. Il Presidente Gabrielli, ovviamente, guarda alla realtà di Cittadella: “Teniamo ben presente che prima di tutto, bisogna arrivarci in serie A. Il Cittadella non parte con budget da promozione nè ha questa filosofia alla base del suo operato. La serie B, per il Cittadella, è un grande campionato; non dimentichiamoci mai chi siamo e da dove siamo partiti. Se poi, come dimostrato in questi anni, in campo avremo la capacità anche in questa stagione di andare ai playoff e tentare nuovamente la scalata alla massima serie ovviamente ci proveremo. Ma non è un’ossessione però è chiaro che ci piacerebbe. Chi dice che il Cittadella non vuole andare in serie A si sbaglia di grosso. Il Cittadella non ha l’ossessione di andare in serie A, nè vuole tradire la filosofia dei piccoli passi e del mantenimento dei conti in ordine che di questi tempi è importante. Se, con il nostro modo di operare, raggiungeremo risultati importanti sarà bellissimo. Ma non ci snatureremo, vogliamo rimanere noi stessi”. Ci dà qualche dettaglio operativo sui lavori che potrebbero iniziare una volta che sarà dato l’ok al progetto? “Inizieremo chiudendo la tribuna sud, sposteremo la tribuna nord degli ospiti verso il terreno di gioco lasciando dietro lo spazio di filtraggio; il campo viene spostato più verso la tribuna est e la tribuna ovest verrà rifatta completamente, portata a ridosso del terreno di gioco con all’interno gli uffici e la sede, il settore giovanile, la zona dell’ospitalità, la palestra, gli spogliatoi, l’ingresso al campo dalla zona centrale della tribuna; quindi insomma, tutta una serie di opere importanti. Il grosso dell’intervento è la tribuna ovest. I lavori potrebbero durare un anno, sperando che entro la fine di questo 2021 arrivi l’ok. Oltre a questo andremo a rifare completamente il campo erboso; insomma. Lavori ce ne sono da fare, anche perchè il campo è da allargare di tre metri e da posizionare più verso est, così da completare il tutto al meglio. Nel 2023 festeggiamo i cinquant’anni di presidenza come famiglia Gabrielli, al Cittadella. Sarebbe bello festeggiare questa ricorrenza nel nuovo stadio”. Durante i lavori il Cittadella potrebbe comunque giocare al Tombolato? “Penso di si, potremmo riuscire a giocare anche durante i lavori concentrando la tifoseria nella tribuna est, in quella nord già presente e nella tribuna sud che andremo a costruire come prima cosa. Lasciando lo spazio per realizzare dalle fondamenta la tribuna ovest. Il primo e più difficile compito rimane comunque quello di andare in serie A e di restarci dopo il primo anno. Noi, il sacrificio economico per il nuovo stadio lo vogliamo fare, siamo in grado di farlo e con i fondi che arrivano alle squadre che salgono in serie A è chiaro che avremo ancor più disponibilità in questo senso. Dire che il Citta non vuole andare in serie A sarebbe come dire che la Juventus perde contro il Benevento perchè non vuole andare in Europa. Cose assurde; ripeto, vincendo le partite e risalendo la classifica si può ambire alla serie A. Ma per prima cosa le partite bisogna vincerle, e non è una cosa semplice. Vorremmo salire in serie A ma facciamo più fatica di altri perchè non è questo il nostro obiettivo di partenza e perchè il budget che mettiamo a disposizione non è quello di altre squadre”.

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