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Criscitiello: "Lugaresi andava fermato prima e Giancaspro deve pagare. Le sorti dell'Avellino nelle mani dell'avv. Chiacchio"

di Marco Lombardi

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Criscitiello
Criscitiello
© foto di Balti Touati/PhotoViews

Nel consueto editoriale del lunedì, Michele Criscitiello ha analizzato anche le surreali vicende della cadetteria. "La situazione, in serie B, è ai limiti del paradossale - scrive il direttore di TMW e Sportitalia -. Siamo passati dalle minacce di suicidio al silenzio totale. Già chi minaccia di togliersi la vita con tanto di lettera di addio, come Lugaresi del Cesena, ti fa capire che qualche rotella non è a posto. Un atto così non andrebbe mai fatto, neanche scritto o pensato. Ciò, però, non può togliere l'attenzione sul disastro economico che ha fatto, insieme al suo predecessore, a Cesena. Lugaresi si deve assumere le sue responsabilità - non con una lettera di minacce - ma con la personalità di un imprenditore che ha fatto finire la passione per il calcio in una piazza storica. Erano anni che il Cesena partecipava ad un campionato senza averne i requisiti e avrebbero dovuto fermarlo molto prima. A Bari Giancaspro ha fatto anche peggio. Come se qualcuno gli avesse ordinato di acquistare il Bari. Una società reduce da un fallimento pilotato che fallisce per la pessima gestione del club, con un parco calciatori da spendere sul mercato e con una piazza che ti porta 16 milioni all'anno di fatturato. Giancaspro, prima o poi, dovrà uscire allo scoperto e spiegare il suo piano. Ormai è andata, ma questi "imprenditori" non possono uscire di scena sempre senza una spiegazione o senza pagare con le proprie aziende. Il calcio non può continuare ad essere terra di nessuno. Il Bari non poteva e non doveva fallire. Ripartire dalla serie D non è una fumata di sigaretta. La D è il campionato più difficile da vincere. Ne vince una sola, c'è la pesante regola degli Under e investire milioni di euro non ti garantisce la promozione. Nel caso del Cesena peggio ancora che si ritroverà nel girone Modena e Reggiana. In questi anni non dimentichiamo che non sono state promosse società come Varese (l'anno dopo addirittura retrocessa in Eccellenza), il Como (secondo dietro al Gozzano), il Latina, il Taranto, la Triestina (seconda dietro al Mestre) e così via...

Con il fiato sospeso c'è una città intera: Avellino. Qui la situazione è un po' particolare e andrebbe spiegata. Sicuramente, da 48 ore a questa parte, c'è più ottimismo grazie al ritorno in campo dell'Avvocato Chiacchio. Storico Avvocato che ha sempre tolto le castagne dal fuoco all'Avellino, basta ricordare il caso Catanzaro-Avellino. In due mesi chiuse i rapporti con Taccone, per il mancato riconoscimento economico ed ecco il patatrac della fideiussione. Il risparmio non è mai guadagno. Tuttavia, sabato, Chiacchio per amore dei Lupi ha accettato l'incarico ed è tornato in sella. Ovviamente sa bene che, anche senza soldi, se dovesse vincere questa causa il guadagno sarebbe soprattutto di immagine e riconoscenza di un'intera città a pochi chilometri da casa sua. Parliamo da giornalisti e non da tifosi. Se la Covisoc e la Federazione dovessero seguire l'iter procedurale, l'Avellino sarebbe fuori dalla prossima serie B. Taccone ha presentato tre fideiussioni. Ne sarebbe bastata una ma in regola e nei tempi. Se presenti tre fideiussoni, senza che nessuno te le richieda, significa che sei già nel torto. Oggi l'Avvocato Chiacchio può vincere la partita solo su un tema: rendere valida la prima fideiussione. Per intenderci, quella rumena. Presentata in tempo. Le altre due valgono zero! Perché? Semplicemente perché non sono state consegnate nei termini. La seconda, Finword, non è stata consegnata entro le 19.00 (è arrivata via Pec alle 19.15 ma neanche la fideiussione, un numero di polizza) e la terza di Groupama arrivata dopo due giorni. Inutile fare polemiche, oggi, non serve a nessuno. Come non sono utili dichiarazioni a mezzo stampa o conferenza populistiche. I fatti sono andati così: oggi Taccone deve affidarsi a Chiacchio e sperare di vincere la causa sulla prima fideiussione. Ci sarebbero due spiragli sui quali fare la battaglia. Una battaglia che sarà lunga e tortuosa. Il rischio di ricorsi è concreto ma l'Avvocato Chiacchio se ha accettato l'incarico sa che quei due cavilli potrebbero essere la fortuna dei Lupi. La strategia è chiara: silenzio stampa assoluto da parte del Presidente, l'Avvocato prepara le carte sul ricorso per la prima fideiussione rumena e basta invocare la seconda e terza fideiussione che oggi sono un boomerang e non un'arma. Il calcio italiano non può cancellare la storia e l'amore di una piazza così calorosa per questioni burocratiche. Hanno consentito, lo scorso anno, l'iscrizione di Cesena, Modena e Vicenza che erano piene di debiti. L'Avellino deve saltare se non può andare avanti a livello economico ma non per un pasticcio procedurale. Certamente grave ma la pena non può essere l'esclusione dal campionato. Il collegio di Garanzia del Coni dia 2-3 punti di penalizzazione da scontare sul prossimo campionato ma cancellare una società così è una pena pari all'ergastolo per essere passati con il rosso e aver fatto il dito medio al vigile. Giusto pagare ma non è giusto morire. Se Chiacchio vincerà anche questa battaglia con la maglia dell'Avellino, alla prima di campionato, farà il giro sotto la Sud con i pugni al cielo. Perché, di questi tempi, vale più un Chiacchio in toga che una coppia d'attacco composta da Juary e Barbadillo".

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