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Criscitiello: "Mancini ha distrutto il nostro calcio. Italia e Federazione usate come un bancomat. Ciao Roby, fai buon viaggio e speriamo di non rivederci più"

di Marco Lombardi

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Criscitiello
Criscitiello

Nel suo editoriale su Sportitalia.com, il direttore Michele Criscitiello ha lanciato strali all'indirizzo di Roberto Mancini, all'indomani delle sue dimissioni da ct della Nazionale italiana. 

“Solitamente c’è la letterina di Natale dove scrivi a Babbo Natale e chiedi qualche dono. Questa volta c’è la letterina di Ferragosto ma non credevo che arrivasse a Roberto Mancini. ct dimissionario della Nazionale italiana. L’avevo spedita un anno fa. Meglio tardi che mai. Le poste, ogni tanto, fanno questi scherzi. Mancini ci ha accontentati soprattutto perché ha confermato quello che diciamo da anni. Dalla notte di Palermo. Adesso attendiamo conferma e vediamo come va a finire ma se finisce con “Mancini nuovo CT dell’Arabia Saudita” significa che siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Dove lo scempio calcistico lascia posto allo scempio umano. Dopo la non qualificazione Mondiale avevo chiesto di togliere a Mancini la residenza italiana, forse non mi sbagliavo. Se firma per i sauditi, per la Nazionale araba, lasciando l’Italia per soldi trovando una scusa sullo staff imposto da Gabriele Gravina (futuro inserimento di Bonucci dopo Barzagli e Buffon) credo che davvero non dovrebbe più mettere piede neanche nei suoi circoletti romani. Ha usato l’Italia e la Federazione da bancomat.

L’ha sfruttata, Gravina si è fatto infinocchiare e anzichè dargli un bel calcio dopo Palermo lo ha confermato e come se non bastasse, qualche giorno fa, gli aveva dato anche le chiavi di casa sua a Castel di Sangro affidandogli tutta la gestione del progetto azzurro. Mancini ha demolito il nostro calcio con incompetenza e presunzione, sfruttando la debolezza politica e calcistica di questa federazione in stile “Circo Orfei” dove i clown non fanno ridere e gli animali sono rimasti con tre zampe. Sto chiedendo al Governo di intervenire da due anni. La Nazionale italiana di calcio non è un club dove se le cose vanno male il tifoso sfigato si deve piangere il Presidente incapace. La Nazionale è del Paese, l’Italia è degli italiani e se non ti qualifichi ad un mondiale deve esserci un azzeramento immediato dei vertici federali. Invece abbiamo pregato Mancini a restare, gli abbiamo consentito di convocare argentini, brasiliani e albanesi. Gli abbiamo consentito di convocare Pafundi e sappiamo i motivi: spot personale. Ci ha provocati e presi in giro. Lo avesse fatto Ancelotti o Lippi noi avremmo anche accettato di farci dire “fessi” da due mostri sacri ma da Mancini e dal suo circoletto romano non lo accettiamo. Doveva andare a casa e Gravina lo ha protetto, poi lo ha strapagato e alla fine lo ha premiato.

Conseguenza? A Ferragosto è scappato con una scusa banale. Non lo meritano gli italiani e gli italiani non meritano neanche questa Federazione circense che continua a resistere solo per interessi personali. Siamo un Paese ridicolo perché consentiamo tutto questo a Gravina e abbiamo impiccato in piazza Carlo Tavecchio perché non sapeva parlare e gli era uscita male la battuta sulle banane. Lui ebbe la decenza di andare a casa. Dopo Milano prese l’auto e salutò tutti rifugiandosi a Ponte Lambro. Qui la decenza non esiste più. Mancini è la pagina più triste del nostro calcio. Non solo per tecnica, tattica, gestione o risultati non raggiunti. Questa è una pagina nera del personaggio che tratta il nostro calcio come uno straccio vecchio. E, lasciatemi dire, ce lo meritiamo. Abbiamo bisogno di uomini prima che di allenatori. Abbiamo bisogno di gente leale e coerente. Siamo circondati da falsi perbenisti. Saper parlare in tv non significa essere persone vere. Preferiamo trogloditi veri a finti preti. Ciao Roby, fai buon viaggio e speriamo di non rivederci più. Il primo che mi scrive “ma ha vinto l’Europeo” sotto aggiunga anche l’indirizzo di casa. Vengo a citofonarvi uno a uno”.

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