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Entella, il ds Superbi: "Il 4 maggio data importante, è stata una bella cavalcata in questi anni"

di Christian Pravatà
Fonte: Tuttoentella

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© foto di Federico De Luca

4 maggio 2014, 4 maggio 2019. Due date importantissime per l'Entella. Due promozioni diverse fra loro ma allo stesso tempo simili per come sono arrivate. Sofferte ma proprio per questo ancora più entusiasmanti. Il direttore sportivo biancoceleste Matteo Superbi ha raccontato in esclusiva ai taccuini di Tuttoentella le emozioni di quelle due giornate.

Direttore, il 4 maggio per il mondo Entella non è una giornata come le altre.

"Potremmo leggerla come la data dell'Entella, quasi una ricorrenza. Vincere due campionato lo stesso giorno, a distanza di cinque anni è qualcosa di unico. Vedendo i video sui social che ripercorrono quelle annate, vengono i brividi ancora adesso perchè il primo successo è un grande risultato, costruito e, anche in quel caso, sofferto. Il campionato sembrava già vinto e noi lo abbiamo riacciuffato all'ultima partita a Cremona dove siamo anche andati sotto. L'anno scorso possiamo dire che è stata un'impresa da film perchè abbiamo iniziato il campionato in ritardo rispetto agli altri e fare quello che ha fatto la squadra, vincerlo filo di lana all'ultimo minuto dopo essere stata sorpassata a tre giornate dalla fine, penso sia stato qualcosa di fantastico. Per noi entelliani un giorno importante".

Il presidente Gozzi in una lettera ha parlato di miracolo sportivo. Un successo possiamo dire costruito nel tempo.

"E' stata una bella cavalcata fatta in questi anni. Logicamente tutto questo si è potuto concretizzare, al di là del lavoro di tutte le persone che hanno dato il proprio contribuito, grazie al presidente. Chiavari è fortunata ad avere un imprenditore che, con tutta la sua famiglia, ha voluto portare in alto la squadra della propria città. Quello che è stato fatto non sarebbe stato possibile se non avessimo avuto alle spalle un imprenditore del calibro di Gozzi. Oltre ad aver trasferito nel calcio il modo di fare di un'azienda, ha potuto mettere mezzi indispensabili per una società per fare il proprio lavoro. Poi è stato importante il lavoro di tutti, dal settore giovanile alla prima squadra. Quello che mi piace è le persone lavorano da tanti anni insieme. Da me, Matteazzi, Monatali, Rosso, Volpe, Castorina. Persone che sono stati prima giocatori e poi tecnici del settore giovanile. C'è sempre stato un grande legame. Quando riesci ad ottenere i risultati è ancora più bello dove la gestione è familiare".

Possiamo dire che il segreto è stato avere lo stesso gruppo dirigenziale dall'inizio nel bene e nel male?

"Io penso che sia una cosa importante. Bisogna avere la fiducia delle persone ma il presidente anche nelle sue attività  è sempre stato molto bravo a sceglierle. Noi in questi 12 anni abbiamo vissuto sempre pagine positive però abbiamo anche avuto due momenti negativi e in quei momenti il giorno dopo il presidente ha sempre confermato il management, cosa che non è comune riscontrarla nelle squadre di calcio. Anzi, ila mancanza di risultati porta cambi repentini. Il nostro risultato arriva da molto lontano e pensare di non avere mai annate negative in 12-15 anni penso non sia possibile. Siamo in tante persone che lavorano da tanti anni insieme e molti si sentono la maglia dell'Entella sotto la camicia (sorride ndr). E' un progetto partito da lontano e sul quale tanti hanno costruito. Al di là dell'aspetto professionale, è un qualcosa in più e in tanti momenti può fare la differenza. Siamo tutti professionisti ma sentiamo che quanto creato all'Entella è come un qualcosa di personale e questo penso faciliti tutti gli aspetti lavorativi".

Che ricordi ha di quel pomeriggio di Cremona?

"Ricordo che c'era molta tensione. Siamo arrivati a quella gara con diversi match ball non andati a buon fine, come la partita persa in casa contro la Pro Vercelli. C'era il timore di non centrare la vittoria perchè venivamo da un periodo di calo e lo percepivamo tutti. Siamo stati in testa 29 giornate su 30 e non era neanche facile avere la stessa tenuta mentale. In quella gara penso che tutti abbiamo fatto confluire le nostre ultime energie. Siamo andati sotto ma alla fine abbiamo avuto una grandissima reazione e devo dire che, a parte un intervento di Paroni, abbiamo finito gli ultimi dieci minuti in gestione. Diciamo che è finita in maniera tranquilla. Tante volte, in quel tipo di partite, arrivi alla fine dove hai un cross o un'occasione pericolosa per gli avversari. Quello è stato il primo grande successo e per noi è qualcosa di speciale".

Il gol di Mancosu al Comunale contro la Carrarese?

"Diciamo che quel campionato abbiamo meritato di vincerlo. Abbiamo giocato con handicap nettamente superiori agli altri, siamo dovuti andare fino in fondo e la botta di adrenalina è stata superiore al primo successo. Contro la Carrarese sembrava che il pallone non volesse entrare e quel gol all'ultimo minuto poteva farlo solo un giocatore del livello di Mancosu. Sono quei palloni che scottano nei piedi di un attaccante esperto, lui ha avuto la freddezza nel scartare il portiere e segnare. Vincere un campionato all'ultimo minuto dell'ultima gara, dopo le ingiustizie che tutto il mondo del calcio riconosciuto, è come aver vissuto la storia di un film. Diciamo che se ci fosse un regista americano che conoscesse nei dettagli quanto successo l'anno scorso, e come è finita, penso che avrebbe potuto scrivere un bellissimo film. Alla fine, ripeto, c'è stata quella botta di adrenalina clamorosa che ci ha ripagato di tutte le amarezze e i soprusi subiti durante l'estate".

Due tecnici simili ma allo stesso tempo diversi come Prina e Boscaglia sono stati i condottieri delle due promozioni.

"Diciamo che con entrambi abbiamo stabilito legami importanti. Boscaglia ha vissuto la stagione con maggiore esperienza, si notava in certi momenti che era uno che ha vinto parecchi campionati e si è sempre visto nei momenti più delicati in cui era molto sereno e convinto di farcela. Ha gestito tutte le situazioni con molta esperienza. Prina nel suo curriculim aveva diverse promozioni ma quello del 2014 è stato suo grande successo vissuto come qualcosa di grandissimo. Sono tecnici che per tanti aspetti si assomigliano: entrambi sono meticolosi sul campo e sono bravi a motivare la squadra, e penso che questo sia un aspetto importante per un allenatore. Tra i due, se dovessi pensare alla gestione, forse Prina è arrivato al rush finale con un'energia diversa dettata dal fatto che era una cosa nuova per una vittoria così importante. Boscaglia è arrivato con un'energia e una maturità di chi aveva già vinto un campionato di C".

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