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Frosinone, Ariaudo: "La nostra forza è il gruppo"

di Christian Pravatà
Fonte: www.frosinonecalcio.com

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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Taccuini, telecamere e microfoni sono per lui, Lorenzo Ariaudo, il regista della difesa giallazzurra col vizietto del gol. A Frosinone ha trovato continuità e soprattutto ha riacquistato fiducia e certezze che si erano andate a diluire nelle stagioni di Sassuolo, Genoa ed Empoli. Punto fermo del pacchetto arretrato, punto fermo dello spogliatoio. Quello che si dice un leader.

Lorenzo, da qualche partita avete innestato la marcia veloce. Cosa è successo?  

«Niente di particolare, semplicemente siamo sicuramente consapevoli della nostra forza. E’ normale che andando avanti, i  meccanismi sono più oliati. E il lavoro settimanale riesce a dare i suoi frutti».

Dopo la vittoria con l’Entella, il Frosinone ha messo a segno 11 gol subendone solo 2. Quindi quella sorta di handicap è scomparso, a cosa è dovuto?

«Sinceramente non mi preoccupavo nemmeno prima perché molti dei gol incassati, li abbiamo subìti su palla inattiva. Era solo il livello di attenzione che si è alzato. Quei campanelli di allarme hanno permesso di innalzare la concentrazione è quindi abbiamo subìto meno gol».

La differenza tra il 4-3 con l’Entella, lo spartiacque di cui ha parlato il collega, è la condizione attuale è dipesa solo dall’attenzione o da qualche accorgimento tattico?

«Per chiarire il discorso relativo alle reti subìte, mi riferisco a quelle da inizio campionato: in quel periodo erano maggiori i gol presi da palla inattiva che da azione manovrata. Quanto a specifiche situazioni tattiche, posso dire solo che ci siamo allenati come sempre. C’era il periodo che eravamo sfortunati in modo particolare, magari in partenza prendevamo gol. Con il Pescara in avvio Bardi ha fatto una grande parata. Quindi dipende anche dai momenti della stagione e all’interno di una singola gara. In allenamento, torno a dire, curiamo sempre molto anche la fase difensiva. E non è cambiato nulla di particolare. Sicuramente è più alta l’attenzione ma di tutta la squadra. C’è più sacrificio da parte degli attaccanti, magari i centrocampisti fanno movimento davanti alla difesa e il meccanismo risente di quegli effetti benefici».

La forza del Frosinone è il gruppo. Però poi se si va a vedere nei dettagli, esce Ariaudo con l’Empoli a 10’ dalla fine e la squadra incassa due reti, non c’era Ariaudo con il Cesena e il Frosinone ne prende tre…

«Sappiamo che la forza è il gruppo e lo vediamo durante gli allenamenti. Grazie a chi gioca meno la squadra si allena bene. E quando quei compagni vengono chiamati in causa rispondono sempre all’altezza della situazione. Possiamo vedere anche i nuovi: Chibsah fatto già grandi partite, è entrato nel gruppo e si è subito messo a disposizione nel migliore dei modi».

Però non ci hai riposto alla domanda…

«Posso dire una cosa: magari quando ci sono io, imposto la difesa in un certo modo, sempre secondo le direttive del tecnico. Magari gioca un altro al mio posto e gli equilibri non sono gli stessi ma solo perché, giocando io più partite rispetto ad altri, il meccanismo funziona grazie ad una certa continuità. Non esiste il discorso di chi è più forte o meno forte…».

Sabato a Bari ti preoccupa trovarti di fronte una squadra forte che viene da un momento difficile e da due ko di fila? Oppure magari iniziando la gara con lo spirito giusto, quello che è considerato il 12° uomo, può diventare un problema per loro?

«Il Bari ha le carte in regola. A livello di singoli forse è la più forte della B. Ci sarà un clima ostico ma se iniziamo a fare la nostra partita possiamo mandarlo in difficoltà. Il pubblico di Bari se le cose vanno bene esalta la squadra, la carica. Ma se non vanno bene potrebbero anche condizionarli. Noi dobbiamo semplicemente tradurre in campo quello che sappiamo fare».

In questa stagione avete impiegato in maniera stabile la difesa a tre: a tuo parere è un modo più redditizio in questo campionato?

«Con la linea a tre ci troviamo a nostro agio. Anche se col Pescara è come se avessimo giocato a quattro perché i terzi li mandavamo sull’esterno e alla fine il quinto opposto chiudeva la linea a quattro. Bisogna collaudarla ma sta portando i suoi frutti».

L’ingresso di Chibsah cosa ha dato di differente in funzione della copertura difensiva?

«Chibsah penso sia un ottimo elemento che ha rinforzato la rosa. E’ forte fisicamente, recupera moli palloni ma la sua caratteristica migliore è quella di giocare semplice, non inventarsi nulla di particolare. Conosce i proprio limiti, è un ragazzo intelligente e sa come valorizzare i suoi aspetti migliori in campo».

Questo nuovo modo di interpretare l’assetto, sotto il profilo psicologico e di gestione della partita, dà maggiore forza?

«Sicuramente permette di adattarci meglio al tipo di avversario che abbiamo di fronte. Una squadra come il Pescara forte sulle catene esterne la contrasti in un certo modo, magari un’altra che fa della parte centrale del campo la sua arma migliore lo fai in un altro».

Empoli o Palermo nella corsa promozione, chi consideri maggiormente? E poi pensi che qualcuna potrà inserirsi?

«Ci sono in ballo troppi punti, ben 54. Ci sono squadre forti come Bari, Parma, Cremonese e lo stesso Pescara. Quindi penso che non sia una corsa a tre. Ultimamente le prime tre stanno dimostrando il valore ma penso che sarà tutto aperto fino alla fine. Empoli e Palermo sono belle squadra, speriamo che si alternino».

Cosa dovrà fare il Frosinone per stare lassù e ottenere un risultato positivo a Bari e cosa invece non dovrà fare?

«Dobbiamo avere l’umiltà di pensare partita per partita, non accontentar di mai. E poi le cose vengono da loro… E non bisogna guardare al passato…».

Cosa temi del Bari?

«Le individualità, è squadra tosta da affrontare ma noi col gruppo e nostre individualità possiamo fare una gran partita».

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