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Frosinone, il pres. Stirpe: "Non siamo primi per caso"

di Christian Pravatà
Fonte: www.frosinonecalcio.com

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© foto di Federico Gaetano

Una intervista a tutto tondo, come si dice. Il presidente Maurizio Stirpe risponde in esclusiva alle domanda del sito ufficiale del Frosinone. Toccando tutti gli argomenti sul tavolo: mercato, mini-bond, il campionato anche oltre il Frosinone, la Politica sportiva con gli accadimenti delle ultime ore, la trasferta di Bari, i progetti futuri ed anche quelli futuribili.

Presidente, il mercato si è chiuso 5 giorni fa. Aveva promesso l’arrivo di due giocatori prima dell’inizio del girone di ritorno e così è stato. Con Chibsah e Koné e il ritorno di Paganini su questa rosa è un Frosinone più forte a suo parere di quello che uscì dal mercato di gennaio 2017?

“Veramente lo scorso anno intervenimmo in maniera più profonda, fu una sessione invernale di mercato differente perché c’erano criticità in più ruoli. In questa occasione abbiamo invece puntellato il reparto che presentava maggiori problemi. Abbiamo puntato quindi su due giocatori di centrocampo perché Paganini è già in grado di giocare”.

Il Frosinone in vetta non è casuale. Eppure dopo il 3-0 al Pescara c’è chi ha storto la bocca e ha parlato di Frosinone impalpabile nel primo tempo e di una squadra che nella ripresa ha cercato di fare qualcosina. Lei invece come lo giudica il Frosinone dopo 24 giornate?

“Fino ad oggi parlano i numeri. Sposo in pieno la visione di mister Longo. Con il Pescara è stata una gara non semplice, con una lunga fase di studio. Poi un episodio l’ha sbloccata. E nel secondo tempo non c’è stata partita. Mi tengo stretto tutto, anche la grande maturità di questa squadra. Il resto non conta”.

Adesso che è il mercato è finito, ci può dire se avete dovuto respingere richieste per qualche ‘big’ giallazzurro in questa sessione?

“Non abbiamo avuto richieste semplicemente perché chi ci viene a chiedere un nostro giocatore sa benissimo che cediamo di fronte ad offerte irrinunciabili. E poi sanno benissimo che un Frosinone che concorre per certi obiettivi non si priva dei suoi giocatori”.

Abbiamo atteso qualche giorno in più dalla fine del mercato per tracciare anche un bilancio anche della prima campagna di mini-bond che si è conclusa ieri. E’ stato un successo. Adesso il timing delle prossime operazioni qual è?

“Il raggiungimento del traguardo è stato un successo e mi ha procurato grandissima emozione. Ringrazio chi ci ha dato fiduciaperché ha investito in qualcosa che rimarrà a loro, oltre i benefici che si potranno avere nell’immediato. E ringrazio in particolare il dottor Nicola Verdun e la piattaforma di ‘tifosy’ che ci hanno supportato e sostenuto verso il raggiungimento di questo obiettivo. Il timing? Entro il mese di febbraio vogliamo ultimare la stesura dei progetti, all’inizio del mese di marzo vogliamo presentarli e per la fine del 2018, probabilmente con un po’ di anticipo, ci sarà la realizzazione, con tutte le autorizzazioni del caso”.

Ci sarà nel futuro un’altra campagna di mini-bond? E a quali progetti sarà rivolta?

“Vediamo. E’ prematuro il percorso. La campagna di crowdfunding apre anche una prospettiva di azionariato popolare. Si può pensare ad un progetto da imbastire per il futuro, visto anche l’interesse e l’affetto che c’è stato. Posso dire, invece, che ci saranno altre opere da realizzare, valuteremo di replicare”.

In questa serie B ci sono dei problemi per qualche Società, come c’erano lo scorso anno. Preoccupato per la regolarità del campionato?

“Siamo preoccupati. Perché dove c’è la necessità, si può manifestare anche qualcosa di poco chiaro. Il calcio deve recuperare la sua dimensione di chiarezza e continuità. Debbono essere passate al microscopio le proprietà dei Club e la loro consistenza patrimoniale. Fino a quando questo discorso non verrà affrontato e risolto rimarranno dubbi e zone d’ombra”.

Lei parlò lo scorso luglio della necessità che nascesse nei tempi giusti il Frosinone 2.0. Come definisce oggi la crescita questa nuova entità?

“Se non fosse nato non avremmo potuto affrontare le sfide che abbiamo intrapreso. Ed ottenere risultato positivi finora. Ho valutato in modo corretto”.

In tutta sincerità: lei lo immagina un Frosinone in cui il presidente Maurizio Stirpe sia in una posizione più defilata, pur se presente, rispetto a quella che tiene da 16 anni a questa parte?

“In questo momento non è nella mia Agenda. Detto questo, la successione è un fatto reale da porsi. Nessuno può eludere i limiti che impone il tempo. E quando sarà, si intraprenderà la soluzione più giusta”.

Parliamo di Stadio: la partenza del Village, poi nei mesi di giugno e luglio la stagione dei concerti, i lavori nella pancia dell’impianto, ad agosto si torna a giocare. E tutto pianificato come un orologio svizzero?

“Entro il mese di marzo ci sarà la pianificazione di questi aspetti. Siamo ‘esordienti’ e speriamo di fare bene al primo colpo”.

Uno sguardo anche a quello che è accaduto in Figc ed in Lega. E’ possibile che dopo 70 giorni senza ‘governance’, con una Nazionale priva sia di giocatori ‘convocabili’ che di un allenatore, tutte le componenti siano arrivate a farsi commissariare?

“E’ stata una bruttissima pagina. Il presidente del Coni, Malagò, aveva invitato i tre candidati ad una pausa di riflessione ed a posticipare le elezioni. Si è scelta invece la strada della testardaggine. Potevamo risparmiarci queste figuracce. Da presidente di un Club di calcio la ritengo una umiliazione. Purtroppo fin quando le minoranze avranno poteri di veto ed esisteranno in questo ambito persone che amano poco il calcio e tanto il loro potere, continueremo a trovarci in questa condizione. Spero che i Commissari lavorino nel modo giusto sulle criticità e sappiano agire su questi quattro punti chiave: la ripartizione delle risorse, una equa ripartizione delle rappresentanze in seno alla Figc, la riforma dei campionati e la modifica della legge ’91. E’ qui che si giocherà il futuro del calcio italiano. Per quanto mi riguarda sono contrario alla seconde squadre perché si abbasserebbe il ‘brand’ delle avversarie dirette. Faccio un esempio: provate ad immaginare Frosinone-Juventus B: che valore avrebbe per il Frosinone? Servirebbe solo ad allargare il divario tra i Club. La serie B si batterà in modo arcigno su questo aspetto”.

Quanto questa posizione di stallo ha subìto il condizionamento di un Governo in scadenza di mandato?

“Poca influenza dalla Politica. Il probema di questi accadimenti sono l’effetto dei fattori negativi di tanti anni”.

Ha vinto Malagò, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Alla fine del ‘semestre’ di commissariamento sarà possibile veder tornare la Figc al centro del campo o alla fine comanderanno sempre le Leghe con i loro veti incrociati?

“Malagò non ha vinto, abbiamo perso tutti. Ripeto, adesso occorrerà vedere l’azione dei Commissari. Ma fino a quando non togliamo i veti e qualcuno non farà un passo indietro difficilmente l’intero movimento riuscirà a compiere passi in avanti”.

Oggi è stata aggiudicata l’asta dei Diritti Tv e Sky annuncia già ricorsi e carte bollate perché MediaPro non opererebbe da ‘intermediario indipendente’ bensì da operatore della Comunicazione. In realtà ci sono all’orizzonte anche risvolti negativi sul piano occupazionale…

“MediaPro è qui perché le precedenti offerte sono state valutate negativamente, non coerenti con le aspettative. La reazione che c’è stata è per provare a mitigare i processi negativi che si innescherebbero. Spero che a questo punto si siedano attorno ad un tavolo la Lega, MediaPro e Sky per trovare una soluzione condivisa che eviti anche certi risvolti”.

In Inghilterra e in Germania la torta dei diritti tv è più grande anche per le serie minori. La Spagna vive una situazione politica ed economica non brillante ma è più avanti dell’Italia. Perché tutto questo?

“Perché hanno una visione del calcio diversa. Nelle Leghe di quei Paesi non esiste il teorema ‘mi arricchisco io e affamo gli altri‘ come invece accade in Italia. All’estero c’è una visione di Sistema che permette a tutti gli ‘attori’ di concorrere in maniera equa ai benefici. Prendiamo l’Italia: la serie B è considerata una massa di poveri. In Inghilterra la seconda serie ha un ruolo importante, il caso Leicester ne è una riprova sotto il profilo sportivo con la vittoria del campionato. Qui in Italia non potrà mai accadere. Io ricordo un Catanzaro-Juventus di oltre 40 anni fa con la vittoria dei calabresi grazie a gol di Palanca, qui da noi pensare che una piccola batta un grande è pura utopia”.

Chiudiamo con il calcio giocato: sabato a Bari dove il clima è da ultima spiaggia. Un’altra finale come dice Longo?

“Sarà una prova molto difficile su un campo solitamente a noi ostico. Servirà una prova di maturità, ancora una volta. Noi ci arriviamo bene, spero che si riesca a fare la partita nel modo in cui verrà preparata. Ed uscire con un risultato positivo“.

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