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Frosinone, Longo: "Il ritiro ci ha fatto bene. Centrocampo senza rombo"

di Christian Pravatà
Fonte: www.frosinonecalcio.com

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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Allenamento mattutino al ‘Benito Stirpe’ per il Frosinone di ritorno dal ritiro di Roma. E conferenza stampa nella sala conferenze dello stadio. Longo tarda qualche minuto, la rifinitura è andata leggermente oltre. Segnali positivi in ogni caso. Longo dettaglia tutto. E forse per la prima volta nella stagione accompagna le parole con il gesto della mano sul tavolo. Che fa rumore come certi passaggi della sua conferenza.

Mister Longo, dopo queste giornate di ritiro a Roma è convinto di essere stato in grado di rivitalizzare mentalmente la squadra?

“Sicuramente, questa è una convinzione che c’è in me e non può mai mancare. Credo che sia stato un ritiro che può averci fatto del bene, che ci ha permesso di stare insieme, di ritrovare entusiasmo e compattezza. Di tutto ciò sicuramente avevamo bisogno. Sapendo che le motivazioni in ogni caso debbono essere anche interne al gruppo. Non possono arrivare solo dal tecnico, dall’ambiente o dalla Società. Sono convinto di avere un gruppo maturo, che si è sempre assunto delle responsabilità ed a maggior ragione in questo momento e da professionisti quali sono, le vere motivazioni debbono arrivare da dentro ognuno dei ragazzi. Anche se ritengo che il ruolo dell’allenatore e della Società siano importantissimi. Se le motivazioni debbono arrivare solo dall’esterno, vorrebbe dire che il problema è insormontabile. E non lo credo. Ognuno di loro in questi giorni ha avuto la capacità di farsi un esame di coscienza per capire dove era possibile migliorare e dove stava sbagliando. Poi il tecnico, la Società e tutto l’ambiente li aiuterà per fare in modo che questo ritiro sia servito”.

Il gruppo è fatto di singoli. Lei avrà avuto modo di guardare in faccia ognuno dei ragazzi? E capire chi ha fame di arrivare?

“Questo è un elemento specifico. Ognuno di noi, vale quindi anche per il tecnico che deve sempre guidare il gruppo e mettersi davanti, è dovuto arrivare a questo punto per capire quale effettivamente è il traguardo da raggiungere. La fame è alla base di ogni raggiungimento di obiettivo. Perché senza atteggiamento, senza bava alla bocca, senza fame come dite voi, senza mettersi a disposizione uno dell’altro, senza la ferocia c’è la differenza tra quello che vorresti raggiungere e quello che raggiungi. Sono sicuro che i ragazzi sapranno assumersi le responsabilità”.

In ritiro ha lavorato sotto l’aspetto mentale ma presumibilmente anche sotto l’aspetto tattico. Ha rivisto qualcosa in tal senso?

“Dell’atteggiamento tattico ne abbiamo parlato più di una volta. Lo ritengo importante ma non fondamentale, è l’atteggiamento sempre alla base di tutto. Nella gara col Venezia c’era un Frosinone con la bava alla bocca. Col Parma non lo si è visto. La conseguenza è stato il ritiro, per andare a  cercare il perché di un calo simile. Poi io da allenatore debbo analizzare tutto, anche un discorso tattico. In settimana è stato provato il 4-4-2, che avete già visto e con diversi interpreti la squadra ha già giocato in passato. Credo che sarà il modulo alternativo a quello che abbiamo già adoperato finora”.

Alternativa vuol dire che non lo vedremo dall’inizio?

“Se lo faremo dall’inizio debbo ancora decidere. Prendiamo il tempo necessario per verificare se sarà necessario farlo dall’inizio. Sappiamo comunque che il nostro modulo è rodato, la squadra sa come fare. Dall’altro canto il 4-4-2 è un modulo che desta un’attenzione maggiore perché è una novità”.

Le condizioni attuali di Ariaudo?

“Lorenzo si è riallenato con la squadra ma valuteremo nelle 24 ore se possiamo averlo con noi. Proverà fino a domani”.

Dieci partite e alternanza di risultati negli ultimi due mesi. Come è possibile adesso dare una svolta nelle prossime 8 gare in poco più di un mese?

“L’analisi è corretta, per forza di cosa che i numeri sono inopinabili. Ma sappiamo che inizia un campionato di 8 partite che ci vede nella necessità di recuperare. Al di là dell’avversario che avremo davanti, la cosa primaria è guardare noi stessi. Quello che siamo in grado di offrire. Se avessimo pareggiato a Parma o magari vinto a Terni, quelle prestazioni sarebbero passate in cavalleria. E’ il risultato che poi cambia i giudizi finali. E invece dobbiamo guardare bene il modo col quale andiamo ad affrontare le partite. La continuità sarà fondamentale”.

Perché un tifoso deve avere una concreta speranza?

“Io credo che debba avere una concreta speranza perché questa è una Società capace negli ultimi anni di qualcosa di eccezionale. Di cui andare fieri. Detto questo, siamo nella condizione di poterci giocare una promozione diretta a 8 giornate dalla fine. Il bivio è tra la possibilità e la positività di farlo tutti insieme o quello di buttare tutto a mare. E noi sappiamo di dover essere i primi a fare tutto questo, non possiamo mancare di giocare una partita al massimo. In queste otto partite non potrò fare sconti a nessuno, a chi non saprà dimostrare sul campo di valere, al di là del risultato, che ci si sta prodigando con tutte le nostre forze per raggiungere l’obiettivo. E’ questo che mi aspetto dalla squadra. E’ imbarazzante non riuscire a proporre una prestazione all’altezza del Frosinone, quindi niente sconti a chi non va in campo col cuore”.

Il suo atteggiamento in questi giorni è stato: “chi non se la sente me lo dica” o “chi sbaglia paga”?

“L’atteggiamento è stato quello di andare a scoprire le problematiche. Il ritiro è servito a resettare quello che c’era stato in ognuno di noi, le problematiche futili, gli alibi, le situazioni che vanno a compromettere le prestazioni. Ad esempio chi gioca più e chi gioca meno e varie cose ancora, chi non mette disponibilità per il Frosinone magari a discapito dell’interesse personale. Che succedono in tutti gli spogliatoi. Quando si raggiungono certi risultati si capiscono perché si ottengono”.

Cosa chiede ai tifosi?

“Vi ho già detto, mi aspetto il sostegno dal 1′ al 95′. Creare un ambiente ostile sarebbe una problematica in più per i ragazzi che vanno in campo. Mi attendo sostegno e poi ognuno cercherà di manifestare in base a quello che si è offerto. Ai ragazzi ho detto che bisogna essere più forti di quello che accade fuori, più forti delle difficoltà, all’altezza dell’essere professionisti”.

E’ riuscito a capire i perché di questo calo mentale?

“Lo abbiamo capito con i ragazzi, poi sarà il campo a darci la risposta. Credo che sia stato utile il ritiro, c’è stato tempo per confrontarsi”.

Possiamo aspettarci un centrocampo a rombo?

“Niente centrocampo a rombo. Giocheremo 4-4-2 o 3-4-1-2”.

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