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Frosinone, Salvini: "Non abbiamo bisogno di fare cassa..."

di Christian Pravatà
Fonte: www.frosinonecalcio.com

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Nel Centro Congressi del ‘Fontana Olente’ la ‘scena’ è di Andrea Beghetto e Camillo Ciano, due neo giallazzurri. A fare gli onori di casa il Direttore dell’Area tecnica, Ernesto Salvini. Il dirigente apre e chiude l’incontro. E le sue, prima e dopo, sono sempre pillole di saggezza ampiamente dispensate.

“Buonasera a tutti – esordisce Salvini -. Oggi qui di fronte a voi ci sono due ‘casi’ diversi tra loro ma comunque da mettere in evidenza. Quando parlo di ‘casi’, lo faccio nell’accezione migliore del significato. Perché da una parte c’è Camillo (Ciano, ndr) che inizialmente doveva subentrare in questo organico (chiaro il riferimento all’interesse del Benevento per Dionisi, interesse che poi è sfumato, ndr). E invece la sua presenza, senza che ci sia stato alcun ‘subentro’, rappresenta un segnale molto, molto importante da parte della proprietà. Perché non esistono altre definizioni, per una proprietà che tempestivamente aveva provveduto ad organizzarsi nel caso in cui ci fosse stata la necessità di quel ‘subentro’. Questo ‘caso non si è verificato e così abbiamo proseguito, in accordo massimo con il tecnico, sull’acquisto del giocatore. Il fatto che il nostro allenatore provenga dal settore giovanile, mi lascia credere che userà la regola numero uno dei giocatori del settore giovanile: mettere in campo i migliori. Ed allo stesso tempo – prosegue Salvini – sono sicuro che questa ‘prova di forza’ della società, sarà una cosa interessante per comporre un attacco importante che ci farà divertire. Nell’altro ‘caso’ (Beghetto, ndr), permettetemi di dire che siamo tornati ai vecchi tempi. Quando una delle definizioni che davo, a fronte di un acquisto di questo tipo, era che si trattava di un giocatore funzionale. Beghetto è l’obiettivo che ci eravamo prefissaati: funzionale all’obiettivo, appunto. Siamo contenti ed orgogliosi di avervi entrambi qui. Parliamo di due grandi persone, due professionisti esemplari. Qui a Frosinone, questi due aspetti, li teniamo molto in considerazione”.

Il gran finale della conferenza stampa durata una mezz’ora abbondante è dello stesso Salvini. Che prima aveva ‘introdotto’ i lavori e poi si sottopone a qualche domanda dei cronisti accorsi in massa anche in questa terza giornata di conferenze, a conferma del grande interesse che stimola il Frosinone.

Direttore, che tipo di sensazioni emergono in questi primissimi giorni di ritiro? “Sono sensazioni indubbiamente positive ma voglio anche evidenziare che tutti i dirigenti degli altri club possono dire la stessa cosa in questa fase della stagione. Luglio ed agosto, questo bisogna saperlo, sono i mesi più terribili. Perché danno, appunto, sensazioni opposte: o troppo belle o troppo brutte. Io una cosa la posso dire invece con certezza: abbiamo un allenatore con grande voglia di lavorare, è una squadra che ha tanta voglia di recepire i dettami del tecnico e sacrificarsi per mettere in pratica al meglio il lavoro quotidiano”.

Si parla di mercato, inevitabilmente.

Direttore Salvini, può accadere qualcosa? “In questa fase iniziale può accadere di tutto. Quello che non deve accadere – e qui Salvini probabilmente manda un messaggio al di fuori di questa sala Congressi -, perché noi non lo facciamo con gli altri e quindi pretendiamo rispetto, è che nessuno deve permettersi di venire a rompere le scatole in casa nostra. Spesso e volentieri il Frosinone ha fatto il contrario: ha cercato di acquistare, di mettere in cassaforte giocatori importanti. Poi per quanto riguarda le altre operazioni tutto può essere possibile. Poi permettetemi di aggiungere una cosa: l’acquisto più importante nel reparto difensivo arriverà verso la metà di agosto, un giocatore italo-francese, Brighentì (Nicolò Brighenti, ndr). Dalla metà di agosto inizierà a lavorare con noi, sarà il vero grandissimo acquisto della stagione”.

Il nuovo ruoloo di Direttore dell’Area Tecnica cosa significa nello specifico? E’ forse un declassamento?

Salvini, del quale aveva già ampiamente spiegato il ruolo il presidente Stirpe nella conferenza stampa di sabato, aggiunge qualcosa, anche di ‘pepato’: “Sinceramente non ho capito le congratulazioni che ho avuto dopo la conferenza stampa del presidente. In realtà una sorta di responsabilità tecnica io l’ho sempre avuta, oltre al ruolo di direttore generale. La società del Frosinone deve compiere un passo importante, crescere, e per farlo deve affidarsi a nuovi professionisti. Ed ha quindi bisogno di un ulteriore know-how nei ruoli chiave. Per inciso io non lo prendo come un declassamento – e qui parte la ‘stoccatina’ – perché mi sento un po’ come Baresi, del quale venne ritirata la maglia numero 6 dopo l’uscita del calcio giocato: a me è stata ritirata la dicitura di direttore generale. Sinceramente sono molto contento perché negli ultimi due anni tra i mille impegni, il centro Sportivo, il Comunale da sistemare per la serie A e problemi di ogni tipo relativo allo stadio, effettivamente quello che era il mio ambito stava un po’ scemando sotto l’aspetto tecnico. Ringrazio il presidente Maurizio Stirpe perché con questa sua decisione mi permette di tornare a fare il lavoro che mi piaceva di più. E soprattutto lo ringrazio perché posso sempre dire di essere stato l’ultimo direttore generale del Frosinone”.

Si torna sul ‘messaggio’, in risposta ad una delle prime domande, che Salvini aveva indirizzato all’esterno, in riferimento alle mosse scorrette di qualche club nei confronti di giocatori tesserati: “E’ un fastidio che ho, fatemelo dire. Il Frosinone ha una proprietà che non è costretta a fare cassa. Anche se più nomi girano, magari fa piacere perché vuol significare che abbiamo grandi calciatori ma le mosse scorrette non ci piacciono”.

L’ultima domanda è sull’organico attuale, su eventuali pedine mancanti. Salvini apre e chiude: “Fin quando la squadra è nelle condizioni di andare in campo come questo Frosinone in teoria possiamo anche chiuderla qua…”.

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