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GazzSport: "Sprofondo Brescia. Città in ginocchio, Cellino lascia. Ma c'è chi spera nel caso Reggina"

di Marco Lombardi

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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

 “Sprofondo Brescia. Città in ginocchio, Cellino lascia. Ma c’è chi spera nel caso Reggina”, titola la rosea. 

Una notte di follia prevedibile ma anche difficilmente contenibile. Dopo la sbornia di violenza cieca scatenata dagli ultrà per una retrocessione in Serie C dopo 38 anni, Brescia si sveglia con le ossa rotte e un terribile mal di testa. Il bilancio è pesante: otto poliziotti e due steward feriti, cinque auto danneggiate. In totale sono cinque i tifosi fermati al momento, ma gli inquirenti stanno passando al setaccio tutte le immagini disponibili per individuare altri responsabili dei disordini. C’è poi il contraccolpo morale e d’immagine che mette in ginocchio tutta una città, proprio nell’anno in cui Brescia, insieme a Bergamo, è Capitale italiana della Cultura. Il prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà, ha parlato di «vergogna» mentre il questore, Eugenio Spina, ha assicurato che «si stanno valutando tutti i filmati per intervenire». La sindaca, Laura Castelletti, ha condannato «le scene vergognose, che non c’entrano nulla con lo sport» e ha auspicato che «i responsabili vengano assicurati alla giustizia». Mentre il presidente della Lega B, Mauro Balata, si sente «avvilito e profondamente scosso: questa categoria si è sempre distinta per l’assenza di aggressioni e discriminazioni. Mi sento sconfitto».

Gli antefatti Prevedibile, si diceva, l’esplosione di rabbia della curva. Assolutamente sì. Al vaglio degli inquirenti anche la possibilità che l’assalto fosse stato premeditato. In settimana i campanelli d’allarme erano leggibili negli striscioni comparsi sotto la sede del club e in vari altri punti visibili della città con la scritta “Cellino vattene!”. E quel blitz dopo Brescia-Genoa 0-3 del 18 marzo con gli ultras che lasciavano la curva prima della fine della partita e sfondavano un cancello alla caccia del presedente che in quel momento era in segreteria. Dando per scontate multa e sospensione della curva e dello stadio in formato mega, potrebbe arrivare anche una pesante penalizzazione nel prossimo campionato di C. Il presidente Cellino sembra ormai deciso a vendere il club. Ma con quale appeal economico viste queste premesse? In città, comunque, c’è ancora un minimo di speranza di evitare la Lega Pro, legata alle vicende della Reggina e della sua battaglia in tribunale per salvare il club dai debiti, dopo che l’Agenzia delle Entrate (che attende i 15,4 milioni di tasse accumulate fino a dicembre 2022, più quelle del 2023) si è opposta al piano di ristrutturazione. Su questo tema c’è una sorta di battaglia politica, con tanto di interrogazioni parlamentari che attendono risposte.

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Lunedì 29 Aprile 2024
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