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Novara, lettera aperta del Presidente De Salvo: "Fiducia nel Coni, stupiti da altri"

di Redazione Milano

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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

In questi giorni sto ricevendo numerose telefonate da parte di giornalisti, tifosi, semplici appassionati che mi esortano a parlare a commentare le dichiarazioni di altri, a commentare le decisioni degli organi giudicanti e degli organi federali. 

Sono consapevole che la gente abbia il diritto di sapere ma la scelta della nostra Società è sempre stata quella per rispetto di tutti di far parlare atti e documenti perché scrivere un comunicato e aizzare le persone è molto facile ma il nostro Paese ha bisogno di altro. 

Anche questa volta non commenterò nulla di quello che sta accadendo perché a mio parere le persone sono molto più intelligenti di quanto qualcuno purtroppo vuol far credere. 

Voglio solo brevemente sintetizzare i fatti soprattutto per tranquillizzare gli appassionati di ogniclub ed evitare che qualcuno provi a fomentare le piazze e scaldare gli animi. 

Nel mese di febbraio 2014 l'Assemblea di Lega di Serie B è stata chiamata a votare un provvedimento relativo al blocco dei ripescaggi per l'anno successivo. 

Il Novara insieme ad altri tre club ha votato contro quella delibera che è comunque passata a maggioranza. Non eravamo d'accordo sul contenuto e sui tempi. 

Tutti coloro che all'epoca erano in Serie B e che oggi richiedono di essere riammessi al prossimo campionato cadetto avevano espresso il proprio disaccordo? No, solo il Novara. 

Do un giudizio su questo? No, racconto un fatto. 

Successivamente il Consiglio Federale ha ratificato la proposta dell'Assemblea di Serie B rendendo possibili i ripescaggi esclusivamente nel caso in cui si fossero iscritte meno di 20 società. 

In quel caso qualcuno ha fatto ricorso? 

No. Perché il Novara non l'ha fatto? Perché seguendo i principi del diritto in quel momento non si era concretizzato un danno per nessuno perché se tutte le 22 squadre che ne avevano titolo si fossero potute iscrivere, tale delibera non avrebbe prodotto nessun effetto. 

Arriviamo al momento in cui una società non si è potuta iscrivere non solo per l'impossibilità di presentare le garanzie richieste per i costi della prossima stagione ma anche per non aver coperto emolumenti ai tesserati della stagione precedente. 

A quel punto quando la Federazione sancisce le 21 squadre aventi titolo alla partecipazione al campionato si evidenzia il danno patito e iniziamo il nostro percorso seguendo le linee della giustizia sportiva. 

In quel momento quando si tratta di presentare i ricorsi in quanto a nostro avviso c'erano delle problematiche di tipo giuridico e non per l'antipatia nei confronti di qualcuno, quante società si sono affiancate al Novara? Nessuna. 

Un solo altro club quando è stata fissata al Novara Calcio la prima udienza di fronte all'Alta Corte si è presentato in quanto riteneva di essere soggetto interessato. 

Come è stata giudicata la sua posizione lo dicono gli atti pertanto non sta a me ripeterlo. 

Cosa ha chiesto il Novara in quella sede? 

In sintesi e non in linguaggio legale, abbiamo chiesto che la Serie B fosse a 22 squadre, che visti una serie di ragionamenti tecnici e giuridici non si applicassero i principi del ripescaggio ma ci fosse una riammissione per meriti sportivi e che quella squadra riammessa fosse il Novara. 

Anche in questo caso non devo spiegare il dispositivo della Corte in quanto sarebbe irrispettoso della stessa e dell'intelligenza dei lettori. 

A questo punto ho iniziato a guardarmi attorno e da solo soletto che ero mi sono ritrovato invece in grande compagnia. 

Persone che ritenevano che non avrebbero mai accolto il ricorso hanno incominciato a dire in modo colorito ma chiaro: "il Novara ha apparecchiato e adesso mangiamo noi". 

Si è provato anche a lanciare una guerra Nord/Sud e per uno come me la cui famiglia vive e lavora al Nord ma che ha le sue origini in Sicilia è qualcosa di incomprensibile. Il Novara ha fatto una battaglia da solo, l'ha fatta per sé e per un proprio diritto. Non l'ha fatta contro nessuno perché, vedete, a volte ci dimentichiamo che una società di calcio è come un piccolo azionista della Federazione e che quindi quest'ultima può accettare in grande tranquillità le rimostranze dei propri soci senza ovviamente percepirle come un'offesa. 

Lunedì il Consiglio Federale ha preso la sua decisione così come le aveva prese in precedenza e qualcuno l'ha percepita come uno schiaffo al Novara. 

Devo commentare questo? Non è il mio modo di essere, ognuno giudichi. E' uno schiaffo ad altri? Chi sono io per dirlo? 

Questi sono i fatti. 

Sento dire da più parti che il Novara Calcio non potrebbe comunque accedere a criteri di riammissione oggi stabiliti perché due anni fa è incorso in una penalizzazione per illecito sportivo.

E' vero? Sì, è vero che siamo stati penalizzati ma come dice chiaramente la sentenza e come è chiaro a tutti abbiamo pagato la responsabilità oggettiva per un calciatore tesserato. E' giusto? E' sbagliato? Quella è stata la sentenza. 

Perché quindi non potremmo partecipare? Perchè la Federazione ha previsto che debbano passare 2 anni per "espiare" ulteriormente la propria colpa senza entrare nel merito di che cosa si è commesso. 

Pertanto se un club è stato penalizzato per il comportamento di un proprio direttore sportivo o di un suo dirigente che ha influito sul risultato di una gara ma son passati 3 anni, quella società può partecipare alla riammissione. 

Se un club è fallito 4 anni fa ed è ripartito da zero può partecipare alla riammissione. 

Devo commentare questo? 

Questi sono solo i fatti. 

Qualcuno mi dice: "Massimo abbiamo sempre fatto così" ed io rispondo che è per questo che questa battaglia è Davide contro Golia. A proposito … vi ricordate come è andata a finire? 

Un grande saluto a tutti gli appassionati di calcio, ai tifosi di tutte le squadre d'Italia con un messaggio per tutti: vogliamo un cambiamento vero? Così come in campo chiediamo ai tifosi di applaudire la propria squadra e l'avversario quando hanno combattuto con onore, proviamo anche fuori ad avere il coraggio di rispettare chi da solo ha osato e creduto nel diritto. 

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