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Strasser: “Tornerei volentieri in B: mi piacerebbe il Monza. Berlusconi ci parlava di donne nello spogliatoio. Panucci grande allenatore. Quando Ibra mi regalò l’orologio...”

di Christian Pravatà

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Strasser
Strasser
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com

L’ex centrocampista del Milan Rodney Strasser si è raccontato in una lunga intervista sul canale Instagram del noto giornalista Nicolò Schira. Queste le dichiarazioni principali del calciatore originario della Sierra Leone. 

FINLANDIA- “Qui ci stiamo già allenando da 2-3 settimane. A giugno giocheremo le gare di coppa a porte chiuse. Faccio sessioni di training a gruppi, per fortuna qui la situazione non è stata grave come in Italia. Gli effetti del CoronaVirus sono stati minori”.

FIRMA MILAN - “Ho fatto un torneo amichevole a Vittorio Veneto e gli osservatori del Milan mi hanno notato. Così sono volato dalla Sierra Leone a Milanello per fare un provino con la Berretti. C’era Franco Baresi, fu lui a giudicarmi e a dire al Milan di prendermi. Gli devo molto”.

PRIMAVERA- “Sono stati due anni belli e importanti. Ricordo quando vincemmo la Coppa Italia a San Siro contro il Palermo. Il Milan non l’aveva mai vinta e ci fecero giocare a San Siro per darci uno stimolo in più”.

ESORDIO IN A - “Era il 2008, sono entrato nel finale di Milan-Udinese al posto di Kakha Kaladze. Ancelotti mi diceva di giocare tranquillo, io invece ero molto carico e sono entrato subito duro. Tanto che mi hanno ammonito dopo pochi minuti. Fu un pomeriggio davvero speciale”.

ALLEGRI - “Con lui ho trovato spazio e continuità in mezzo a tanti campioni. Io e Merkel eravamo i più piccoli della squadra, eppure lui ci ha dato fiducia. Non guardava la carta d’identita, anche se con quei giocatori straordinari era dura giocare e trovare minuti in campo. Insieme abbiamo vinto lo scudetto, lui e Ancelotti sono stati i tecnici più importanti che ho avuto”.

CAGLIARI-MILAN - “Il gol più importante della mia carriera. Fu fondamentale per vincere al Sant’Elia e diventare campioni d’Inverno nell’anno dello scudetto. Quella rete mi diede fiducia e mi fece conoscere al mondo. Un gol pesantissimo su assist di Antonio Cassano, che piedi che aveva Cassano...un talento straordinario e quante risate con lui nello spogliatoio”.

GRUPPO MILAN - “Lo spogliatoio era pienissimo di campioni, ma c’era grande spirito di gruppo. Eravamo molto uniti tra di noi, c’era una coesione fortissima. Anche per quello abbiamo vinto lo scudetto”.

IDOLO - “Da bambino mi piaceva Fernando Redondo. Al Milan poi mi ispiravo a Gattuso, aveva una voglia incredibile. Andava più forte in allenamento che in partita”.

GATTUSO - “Mi immaginavo che sarebbe diventato un allenatore. Rino dà il massimo e vuole arrivare in alto in ogni cosa che fa. È un vincente nato. Non mi meraviglia il grande lavoro che sta facendo a Napoli”.

IBRAHIMOVIC- “La gente sbaglia, ha un’idea al contrario di quello che è. Pensano sia arrogante, invece fuori dal campo è una grande persona. Ti fa ridere e scherza tanto. In campo vuole vincere a ogni costo e ti trascina per andare oltre ogni limite pur di arrivare al successo. A tavola ci siedevamo vicini, mi voleva tanto bene. Anche se anche a cena e pranzo comandava: se lui prendeva il riso da mangiare, costringeva anche me a prendere lo stesso piatto...”.

ROLEX IBRA - “Dopo la vittoria del derby con gol di Ibra sotto la curva dell’Inter la società regalò un orologio a tutti. Gli unici a non riceverlo io e Merkel che eravamo i due giovani del gruppo. La sera a tavola Ibra mi ha chiesto perché non avevo l’orologio e gli spiegai il perché. Allora Zlatan mi disse: ‘Strasser non ti preoccupare, domani ti porto il mio...’. E fece proprio così: mi regalò il suo. Un campione straordinario non solo in campo, credeva tanto in me. Fossi nel Milan me lo terrei stretto perché ha dimostrato anche a 38 anni di fare la differenza ed essere un leader”.

BOJAN - “Eravamo legatissimi, stavamo sempre insieme. Facevamo anche il viaggio per Milanello insieme. Un grande amico”. 

COMPAGNO PIÙ SIMPATICO- “Massimo Oddo. Abbiamo giocato insieme al Milan e al Lecce: quanti scherzi ci faceva...”.

INFORTUNI- “La doppia rottura del malleolo ha frenato e complicato la mia carriera, però non ho rimpianti. In tanti hanno smesso dopo incidenti del genere, io gioco ancora. Peccato perché ero titolare a Lecce in A è l’anno dopo al Milan: senza quei due gravi infortuni avrei potuto fare un altro percorso...”.

LECCE - “A Lecce mi sono trovato molto bene. Peccato per il grave infortunio contro la Juve, ero titolare e stavo dando il mio contributo. Mi sono trovato molto bene con Di Francesco: un allenatore giovane che voleva farci giocare bene”.

LECCE-MILAN 3-4 - “Ancora oggi mi sembra pazzesco. Vincevamo 3-0 dopo mezz’ora e stavamo dominando. Nel secondo tempo è entrato Boateng e da solo ha ribaltato tutto. Incredibile...”.

COMPAGNO PIÙ FORTE - “Ronaldinho. Tecnicamente faceva cose incredibili che non ho mai visto fare a nessuno. Ibra invece il più completo e con la mentalità più vincente e forte”.

AVVERSARIO PIÙ FORTE - “Ricordo l’amichevole contro il Barcellona di Xavi e Iniesta. Il loro Tiki Taka era pazzesco: non riuscivi mai a toglierli la palla...”.

PARMA - “Non stavo bene fisicamente e per questo ho giocato poco. Parma era una bella piazza e c’erano grandi giocatori come Amauri e Zaccardo. Ricordo con affetto i consigli fuori dal campo di mister Donadoni per migliorare. Un allenatore veramente bravo nella gestione del grippo, ti faceva sentire importante anche se giocavi poco”.

REGGINA- “Sono contento che siano tornati in B dopo tanti anni. A Reggio sono stato molto bene, peccato per la retrocessione. Un anno strano con 5 allenatori. Era la mia prima volta al Sud e trovai un pubblico bellissimo e una grande città. Sono stato molto bene in Calabria. Avevo chiesto consiglio a Gattuso che mi aveva invitato ad accettare. Il trasloco da Milano me lo organizzò suo cugino Francesco...”.

GENOA - “Non mi hanno mai dato spazio e fiducia, per quello continuavo ad andare via in prestito. Volevo giocare e lì non c’era questa opportunità. Mi sarebbe piaciuto avere una chance”.

LIVORNO - “Sei mesi con Panucci allenatore. Christian era giovane ma mi è piaciuto molto: diceva le cose in faccia e stava tanto a lavorare con noi giovani per farci migliorare”.

TORNARE IN ITALIA - “L’Italia è la mia seconda casa. Tornerei volentieri. Ho vissuto e giocato da voi 11 anni e vi porto nel cuore. Se dovessi rientrare, lo farei solo per una Serie A o Serie B. In Lega Pro o D non scenderei più. Non mi sono trovato bene”.

LUPA CASTELLI - “Accettai il prestito dal Genoa per la presenza di Marco Amelia, che era un fratello per me. Ho giocato, ma in quella categoria facevo fatica. La squadra lottava per la salvezza in C”.

NO STOCCARDA - “Quando ero al Milan dissi no allo Stoccarda. Allegri aveva fiducia in me e volevo giocarmi le mie chance in rossonero. I tedeschi avevano fatto un’offerta economica importante per me e il club, ma il Milan era il top”.

TOP 11 - “In porta Abbiati. Difesa a quattro: Cuadrado a destra, Nesta-Thiago SIlva centrali e Zambrotta a sinistra. Centrocampo facile: Pirlo con Gattuso e Seedorf al suo fianco. Ronaldinho fantasista dietro Ibra e Pato. Allenatore Carlo Ancelotti”.

ANCELOTTI- “Mi sono trovato benissimo con lui. Quando ero in Primavera, mi chiamava sempre con la Prima Squadra. Una volta ero infortunato e venne a incitarmi e rincuorarmi. Ero un ragazzino e lui mi trattava come fossi un giocatore del Milan”.

GASPERINI- “Un tecnico bravissimo, le sue squadre sono organizzate e dominano fisicamente. Vanno a cento all’ora: vincono perché vanno più forte degli altri. Il suo marchio di fabbrica è l’intensità”.

BERLUSCONI- “Berlusconi è un fenomeno, il numero uno. Ogni volta che veniva a Milanello riusciva a caricarci. Una volta eravamo reduci da due pareggi di fila e c’era un clima poco sereno: riuscì in pochi minuti a tirarci su di morale. Ci faceva sorridere, parlavamo di donne e altri argomenti nello spogliatoio con lui, non sottolineava i risultati se erano negativi, ma scaricava la tensione parlando di altro”.

GALLIANI - “Dirigente bravissimo e preparatissimo. Era sempre con la squadra, sapeva tutto e risolveva ogni problema”.

MONZA - “Sono tornati in B, c’è un grande progetto. La garanzia di successo sono Berlusconi e Galliani. Se mi chiamassero, valuterei con grande attenzione la loro chiamata. Mi piacerebbe come ipotesi di mercato, non lo nego. Vedremo...”.

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