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Il Mattino - Salernitana-Pisa, Ventura: "Un grande spot per la B"

di Marco Lombardi

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Ventura
Ventura
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Gian Piero Ventura, allenatore di lungo corso, ha conosciuto la passione granata e quella pisana. Detiene il piccolo record di aver allenato Petrachi a Venezia e poi di averlo conosciuto e apprezzato da ds proprio a Pisa e poi a Torino, nelle stagioni dell'oro, quelle della libidine e delle plusvalenze. Con lui giochiamo in anticipo Salernitana-Pisa, l'appuntamento del 15 settembre.

Come la immagina?

«Sarà un grande spot per la B e per chi crede ancora che il calcio appartenga alla gente. Il Pisa è partito con ambizioni dichiarate di vittoria del campionato. Forse durante il calciomercato non ha preso tutto quello che voleva prendere ma è lì, rispetta il pronostico, è in cima. La Salernitana ha due valori aggiunti».

Chi sono?

«Il primo lo conoscete: è la tifoseria pazzesca. Il secondo lo state scoprendo e si chiama Gianluca Petrachi. Ha messo le mani sulla Salernitana imbattendosi nel seguente scenario: presidente dimissionario, giocatori che volevano andare via e che non avevano sposato la causa, contestazione ad oltranza. La bonifica era l'unica cosa da fare. L'abbiamo vissuta insieme a Torino: quando si mette in mente di effettuarla, non si concede un attimo di respiro finché non la porta a termine. I numeri la raccontano: oltre venti operazioni in entrata e altrettante in uscita. Considerando quello che c'era due mesi fa e quello che osserviamo adesso, mi pare di vedere due cose diverse».

Con Salerno è stato subito amore a prima vista. Se lo aspettava?

«Sì, perché Petrachi ha detto fidatevi e la gente lo ha fatto, ripagata. Al di là delle difficoltà societarie, si scorge un'idea, una traccia, insomma si vuole fare calcio. Si parlava di dramma sportivo. Occhio, perché la Salernitana è a due punti dalla testa della classifica».



A cosa può ambire?

«Il calendario le riserverà il Pisa e poi la Reggiana, che è la vera sorpresa del campionato, per come gioca. Le affronterà dopo quindici giorni di sosta del campionato, che non sono quindici giorni di vacanza, ma di lavoro assiduo per mettere carburante nel serbatoio dei muscoli e soprattutto per far acquisire a tutti gli stessi concetti tattici. Dunque il campo restituirà una Salernitana più forte, più ricca di soluzioni. In organico c'è Torregrossa che ha orgoglio, tecnica, spirito di rivalsa, voglia di dimostrare anche al cospetto di una sua ex di essere ancora un giocatore importante. C'è pure Jaroszynski che conosco e ho allenato: solido, affidabile. Vediamo che succede, sono step da considerare cartina al tornasole».



Dunque decisivi, determinanti, per lei?

«Assolutamente non in rapporto al risultato: sarebbe follia, alla quinta e alla sesta giornata. Sarà invece importante osservare la prestazione che la Salernitana confezionerà. Il Pisa si è dichiarato e la Salernitana vuole dichiararsi. Poi dovrà fronteggiare la Reggiana che è la rivelazione. Se tiene testa, mette mattoni importanti nel percorso di crescita e autostima. Sono d'accordo con Petrachi: può venir fuori una squadra garibaldina, oggi è mina vagante e domani, chissà, può essere una realtà del campionato. Salernitana-Pisa e Reggiana-Salernitana: mi gusterò queste due partite».



Aveva visto i granata a Bari in amichevole e poi contro la Sampdoria. Le differenze?

«Macroscopiche. A Bari era una squadra in embrione, con Dia in attacco e un centrocampo fatto di gente con la valigia. Oggi quei punti interrogativi sono spariti. In Puglia avevo perplessità e se mi avessero parlato di una veloce crescita, non ci avrei creduto. Contro la Sampdoria, la squadra ha voluto vincere. È stata anche un pizzico fortunata, ma ha osato. Aveva lo sguardo di chi dice se vogliamo, possiamo farcela».



Joao Pedro unico rimpianto?

«Sapevo di Joao, dell'interesse, dei tentativi. Se fosse arrivato, sarebbe stata la ciliegina sulla torta: è un giocatore che sposta gli equilibri. Auguro a Petrachi di poterlo ancora prendere».



Tongya e Amatucci sono operazioni furbe, lo specchio del suo calcio?

«Colpi alla Petrachi. Non prende giocatori perché dicono che siano bravi ma in base alla sua idea di calcio: vuole vedere all'opera squadre che comandino il gioco».

[...]

Salernitana-Pisa all'Arechi: per chi tiferà?

«Pisa è il dolcissimo passato ma a Salerno ho tanti amici in società. Farò il tifo per i granata».

 

 

 

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