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Vito Giordano: "Salerno è una città che vive di calcio"

di Luca Esposito

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© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com

Da esperto osservatore e noto scopritore di giovani ha vissuto in modo intenso l'ultimo giorno di mercato in quel di Milano dispensando consigli ai tanti procuratori e dirigenti che, negli anni, si sono avvalsi della sua competenza. Persona seria, professionista apprezzato nel mondo del calcio e grande tifoso della Salernitana, Vito Giordano meriterebbe un ruolo nell'organigramma granata per la sua capacità di individuare in largo anticipo i talenti del futuro come ha avuto modo di dimostrare in tutte le piazze nelle quali ha lavorato. Intervistato dalla redazione di TuttoSalernitana.com, l'ex direttore generale della Juve Stabia ha analizzato a 360° il mercato condotto da Lotito e Mezzaroma proiettandosi anche al futuro:

Che mercato è stato per la Salernitana?

"Purtroppo negli ultimi giorni è difficile fare affari, soprattutto se devi piazzare tanti calciatori e spendi fior di milioni per le rescissioni. Soldi inevitabilmente sottratti al mercato in entrata. Nel complesso credo che la società si sia mossa con intelligenza: non è il budget a fare la rosa, ma la competenza e la capacità di chi opera. Senza dubbio aver seguito le indicazioni di un allenatore come Ventura porterà i suoi frutti, la Salernitana ha già un'idea di gioco supportata da due successi consecutivi. L'organico è il giusto mix tra giovani ed esperti, con qualche straniero che avrà bisogno di tempo per integrarsi e ambientarsi. Mancano due pedine: il regista, che ormai non vediamo dai tempi di un fuoriclasse come Roberto Breda, e l'attaccante da doppia cifra. Il mio voto è comunque 7".

Chi è il top player della Salernitana?

"Senza dubbio l'allenatore. Ventura è un chirurgo, ha praticamente rivoluzionato la rosa a causa di tutti i problemi che ci sono stati nella passata stagione. Ne sono rimasti pochissimi e non è detto che altri non possano partire a gennaio, quando sono convinto che la proprietà puntellerà ulteriormente l'organico. Salerno deve fidarsi della propria guida tecnica, erano anni che non avevamo in panchina un manager di questo spessore. La squadra lo segue, gioca a memoria, la sera si ritrova a cena e questo vuol dire che il mister sta formando un grande gruppo che rema nella stessa direzione. Le due vittorie contro Pescara e Cosenza gli hanno permesso di lavorare con ancora maggiore serenità, sono state fondamentali per allontanare le scorie del passato".

Tra i calciatori che stanno facendo meglio c'è Cicerelli. Come è possibile che gli allenatori del passato non lo abbiano preso in considerazione pur guidando squadre senza gente che sapesse saltare l'uomo?



"Faccio un discorso ad ampio respiro. In Italia servirebbero tanti osservatori che girino i campi alla ricerca dei talenti. Facile concentrarsi su calciatori già affermati e spendere milioni di euro, la bravura sta nel muoversi in largo anticipo. Ricordo ancora quando portai Memushaj al Chievoverona, lo consigliai a Sartori e fu un affare a costo contenuto. Oggi è un giocatore che potrebbe far comodissimo alla Salernitana. Anche gli allenatori fanno la fortuna degli atleti. Il nostro concittadino Gianluca Grassadonia ha lavorato su Cicerelli, Firenze e Deli rendendoli funzionali per ogni sistema di gioco e pronti per categorie importanti. I giovani forti ci sono, bisogna avere il coraggio di gettarli nella mischia pensando alla loro crescita sapendo che i risultati arriveranno piano piano. Avete visto l'azione gol a Cosenza? Tecnica, malizia, intelligenza, qualità. Cicerelli mi ricorda un po' Politano ed è uno Sprocati più completo perchè fa benissimo la fase difensiva. E' una risorsa, merito anche a Ventura che ne ha voluto la riconferma senza chiedere altri innesti a destra dopo le partenze di Casasola e Pucino. Firenze, con i suoi tagli, può essere paragonato a Ricchetti pur svolgendo un ruolo leggermente differente".

E ora arriva il Benevento. Che derby sarà?

"Una bellissima partita, in una cornice importante tra due tifoserie che si rispettano. Ci sono tutti gli ingredienti per divertirsi, la componente ambientale può dare un grosso contributo. Il Benevento, come ogni anno, è stato costruito per vincere attraverso investimenti grossi, ma la Salernitana sa benissimo che andare a Trapani con 9 punti significherebbe poter prendere il volo già dopo quattro giornate. Vincendo contro una big del campionato si alimenterebbe un entusiasmo incredibile in città".

L'Arechi può essere il vero bomber della Salernitana?

"Indubbiamente, fui contrario alla diserzione dell'anno scorso. Quando c'è uno stadio gremito e che spinge è inevitabile tirar fuori qualcosa in più, tutti i giocatori passati per Salerno hanno un ricordo importante di quella curva che rappresenta un fattore. Il tifo incide, a Salerno in modo particolare. E' una piazza passionale, che merita palcoscenici ancora più prestigiosi ma che deve avere pazienza: è un anno zero, si sta ricostruendo e bisogna dare tempo all'allenatore".

Le risulta un contatto con la Spal per Moncini in vista di gennaio?

"Lotito e Tare sono due marpioni del calciomercato, detto ovviamente in senso buono. Il patron non si accontenterà e, se sarà necessario, a gennaio interverrà ancora. Considerati gli ottimi rapporti con la Spal, ancor di più dopo l'operazione Lazzari, ritengo che Moncini sia un nome spendibile per il futuro della Salernitana. Chiudere il girone d'andata nelle zone nobili della classifica potrebbe spingere un calciatore di questo livello a scendere di categoria ad occhi chiusi, difficilmente si può dire di no ad una piazza come Salerno. Sia chiaro che non è certo l'unico bomber in circolazione, la scelta è ampia".

Tifosi scontenti per i molti arrivi tramite Lazio. Chi va allo stadio deve pensare esclusivamente alla fede sportiva o è giusto si ponga anche questi problemi?

"Un tifoso guarda tutto, dal settore giovanile al marketing. Quando si vince è normale che non si pensa a nulla e va tutto bene, se non arrivano i risultati si cerca sempre di individuare il problema. Come dicevo prima c'è Ventura che è una garanzia, se ha accettato determinati calciatori vuol dire che li reputa bravi a prescindere dalla provenienza. A noi deve interessare questo". 

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