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Triestina, Testini: "Via gli egoismi ora tutti uniti per la salvezza"

di Marco Orrù
Fonte: Il Piccolo

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Intervista al capitano Emiliano Testini che vive per il secondo anno l'incubo di un campionato di serie B con la Triestina nelle retrovie
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© foto di Francesco Letizia

Ha ereditato la fascia di capitano dall'amico Giorgio Gorgone. Una fascia che nelle ultime partite ha lasciato a Marcello Cottafava perché ha dovuto accomodarsi in panchina. Niente di strano da quando a gennaio la società ha preso Miramontes e dopo alcune settimane nelle quali Salvioni lo ha provato da terzino. Eppure è il giocatore della Triestina che ha segnato di più nelle ultime due stagioni (16 gol rigori compresi) ma non è un bomber. E questo la dice lunga sul suo impegno e sull'insufficiente programmazione nel settore offensivo della Triestina. Emiliano Testini vive per il secondo anno l'incubo di un campionato di serie B con la Triestina nelle retrovie. Anzi un'Unione che è all'ultimo posto dopo una retrocessione sul campo.

«È un incubo. Ma dobbiamo uscirne. Noi giocatori siamo i primi responsabili di questa situazione e ce la metteremo tutta, nonostante i nostri limiti siano evidenti» dice Testini, che ha da poco allungato il contratto «perché credo nel progetto della B».

Storie già sentite nell'ultima stagione.

«Beh, l'anno scorso abbiamo fatto 51 punti. Una quota che nella B ha sempre garantito la salvezza. Ma chi dice che c'erano problemi nel gruppo sbaglia. Anzi alcuni compagni hanno pagato colpe che non avevano. Uno tra tutti è Gorgone che ha dato l'anima e si è sempre comportato in modo corretto con tutti anche quando si è allenato con noi pur essendo fuori rosa».

Pensiamo al presente. Si può uscire da questa situazione e come?

«In questi giorni ho parlato con tutti i compagni. E ci siamo detti: dobbiamo dare più del massimo perché non dobbiamo lasciare nulla di intentato per salvarci. Lo dobbiamo ai tifosi, alla città e anche a tutte quelle persone che lavorano per la Triestina e non scendono in campo».

D'accordo ma come?

«In questo momento dobbiamo accantonare ogni aspettativa individuale e lavorare soltanto per un obiettivo comune».

Ma senza vittorie non si va da nessuna parte. E la Triestina finora ne ha fatte soltanto cinque.

«Abbiamo cinque scontri diretti con quattro partite in casa da non sbagliare. La situazione è critica ma la serie B, specie nei finali, ti concede sempre un'ulteriore chance»

Ma senza i tre punti con il Frosinone è una tesi che sarà impossibile sostenere.

« È una partita che non possiamo sbagliare ma non la vedo come l'ultima spiaggia».

Senza una vittoria la Triestina rischia di precipitare.

«Intendiamoci. È inutile essere ipocriti e illudere chi ci segue. Se siamo ultimi abbiamo dei limiti. Possiamo puntare al quart'ultimo posto. La squadra deve assumersi questa responsabilità. Se ce la facciamo a raggiungere l'obiettivo faremo un'impresa. Noi giocatori ne siamo consapevoli»

Le residue possibilità di salvezza passano per il Rocco. Cos'è che vi paralizza davanti al vostro pubblico?

«Quando c'è qualche episodio sfavorevole molti di noi vanno nel panico. I tifosi giustamente rumoreggiano, noi dobbiamo essere capaci, anche grazie al loro aiuto, di superare i momenti difficili».

Anche dalla panchina?

«Per me stare fuori è una sconfitta e mi dispiace perché credo di poter dare il mio contributo alla causa. Ma sabato ho incitato i miei compagni e ho speso più energia di quella che avrei consumato se fossi stato in campo. Io sono a Trieste da oltre cinque anni e so cosa significhi la serie B per questa città».

E se avesse giocato da terzino?

«Sono a disposizione ma posso essere più utile altrove»

Perché a ogni cambio di allenatore segue un periodo di risultati positivi?

«Per qualche settimana tutti sono più concentrati. Ma poi i valori della squadra riemergono» .

E i vostri limiti sono piuttosto marcati.

«Ne siamo consapevoli e dobbiamo dare il 150%. Non vogliamo prendere in giro nessuno ma uscire dal campo con la coscienza pulita di aver fatto tutto il possibile. E sono convinto che restando uniti non andremo alla deriva».

Ma cosa dovrebbe fare un tifoso dell'Unione che è più che deluso?

«Hanno fatto bene a venire a Opicina a stimolarci. L'indifferenza sarebbe peggio. Noi giocatori non cerchiamo alibi ma sarà importante l'apporto del Rocco. Per quanto mi riguarda posso restare fuori da qui alla fine, se questo servisse alla salvezza della Triestina»

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