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Venezia, Firenze a TMW: "In campo sì, a patto che ci siano le condizioni"

di Christian Pravatà
Fonte: Tuttomercatoweb

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© foto di Federico Gaetano

Intervistato dal collega Luca Esposito per TMW, il centrocampista del Venezia Marco Firenze, ha parlato a 360 gradi anche del suo futuro professionale:



Anzitutto un suo pensiero sul Coronavirus…

“Sicuramente non è un momento semplice, sono qui da solo a Venezia e far passare le giornate nel migliore dei modi non è facile. Certamente le persone più importanti sono i medici e i dottori che lavorano negli ospedali per garantire la salute di tutti noi. Al telegiornale si ascoltano storie di famiglie che perdono i propri cari e non riescono a mettere il piatto a tavola, sono questi i veri problemi e non la noia della quotidianità che è stata stravolta. Spero che tutto possa tornare alla normalità, il mio pensiero a chi sta combattendo questa battaglia”.



Come si vive da solo in un contesto così drammatico?

“Sono andato via di casa a 13 anni e non devo chiedere consigli a nessuno, chiamo mia madre se voglio cucinare qualcosa di più elaborato. Devo seguire un regime alimentare preciso per mantenere la forma, la mattina mi alleno anche grazie ad un alcuni strumenti che ho a disposizione. Ho un piccolo spazio nel parcheggio del palazzo per correre e fare esercizi, nel pomeriggio cerco di tenermi impegnato con la PlayStation e le serie tv che mi appassionano. Non mancano le videochiamate con gli amici, consiglio a tutti di guardare Il Trono di Spade: la sto divorando, può essere di compagnia in questi giorni infiniti e pieni di momenti vuoti”.



Taglio degli stipendi, qual è la sua opinione?

“E’ un argomento abbastanza delicato e particolare. Paleari ha ragione, non tutti guadagnano 30 milioni di euro all’anno ma, ascoltando le storie di tante famiglie, possiamo ritenerci comunque fortunati. Sono un privilegiato perché non ho questo tipo di problemi, è giusto fare delle distinzioni e venirsi incontro. Il bene primario è mantenere intatto il mondo dello sport e del calcio in particolare, tutti sono pronti a fare i sacrifici necessari per avviarci verso una direzione giusta. Fino a quando non sarà fatta chiarezza sulla ripresa dei campionati non ha senso fare previsioni”.



Ripresa dei campionati: il Benevento spinge per la prosecuzione, altri vorrebbero la cristallizzazione della classifica. Lei cosa ne pensa al riguardo?

“Ci sono tante partite da poter giocare e che potrebbero cambiare un sacco di cose. A parte il Benevento, ovviamente. La salute e la sicurezza vengono prima di tutto, si deve tornare in campo a patto che ci siano le condizioni. Nessuno sport viene prima del benessere di ciascuno di noi, quando faranno chiarezza e sarà tutto tranquillo siamo pronti a scendere in campo anche in estate. Non ho mezzi e conoscenze per dire cosa sia giusto o non giusto fare”.



Cosa non ha funzionato a Salerno?

“Venivo da un campionato molto positivo a Crotone, il mister lì mi ha impiegato in tutti i ruoli. Salerno era una grande occasione per l’importanza della piazza, per la prima volta in carriera mi sono legato alla piazza, ai colori e ai tifosi. Mi hanno dato grande affetto soprattutto quando sono andato via. Vengo dal basso, per me vedere 18mila persone nel derby col Benevento mi ha regalato un’emozione incredibile. Mi sento un giocatore del popolo, la curva piena è un qualcosa di spettacolare. Loro hanno capito l’uomo prima ancora che il calciatore: per qualcuno posso essere forte e per qualcun altro scarso, ma a Salerno mi apprezzano come persona e sono felicissimo di questo. Sono concentrato sul Venezia, non so come finiranno le cose e vedremo cosa ci riserverà il futuro. Ho ancora due anni di contratto con la Salernitana”.



Dove immagina il suo futuro professionale?

“Il Venezia ha un riscatto che può esercitare per acquistarmi a titolo definitivo, se dovessi tornare a Salerno sarei felice ma sono altrettanto felice di indossare la maglia arancioneroverde. Parlerò con la società per capire quali situazioni si possono prospettare, ma è ancora prematuro: vediamo come si concluderà la stagione, poi faremo le valutazioni necessarie”.



Tra le gioie di quest’anno il gol vittoria a Cosenza davanti a 1200 salernitani in festa e che vi diedero una spinta fondamentale…

“E’ stata una serata importante, anche perché so della rivalità tra le tifoserie. Vincere 1-0 lì con un mio gol mi ha regalato una bella soddisfazione, forse da lì è nato il feeling con la piazza. Ci hanno ringraziato in tanti, è stata una rete decisiva che ricordo molto volentieri”.



Come mai il Venezia alterna grandi partite a sconfitte inaspettate?

“Siamo un gruppo molto giovane, con alcuni calciatori alla prima esperienza in B e non è semplice acquisire esperienza in tempi brevi in un campionato lungo e difficile come la B. Abbiamo un allenatore altrettanto giovane che cerca di darci una mano. Alla ripresa vogliamo essere meno belli e più concreti, nessuno vuole retrocedere direttamente o affrontare i playout come accaduto l’anno scorso. Sarebbe un 50 e 50 rischiosissimo: non sappiamo se si continuerà a giocare, ma la nostra mente deve essere proiettata all’obiettivo. Sono uno dei più esperti della squadra e devo tirar fuori qualcosa in più, questi ragazzi e la società meritano soddisfazioni importanti perché siamo una grande famiglia”.



Con chi hai legato maggiormente nello spogliatoio e come vi tenete in contatto tra compagni di squadra e staff tecnico?

“Abbiamo un gruppo whatsapp e cerchiamo di sdrammatizzare un po’ con qualche video divertente, ho legato un po’ con tutti perché sono un ragazzo solare e mi piace andare d’accordo con i miei compagni. Modolo e Suciu li conoscevo già, Zuculini è un personaggio incredibile e mi ha fatto un’ottima impressione. Una persona simpaticissima che riesce a farci sorridere per allentare la tensione. Il mister? E’ difficile per tutti stare lontano dal campo, figuriamoci per un allenatore. Sta anteponendo il lato umano a quello tecnico, gli fa onore. Saprà essere un martello al momento giusto”.

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